Linfonodi ingrossati? Ecco quando iniziare a preoccuparsi

I linfonodi sono dei piccoli organi che si trovano lungo le vie linfatiche nel corpo umano, con una maggiore concentrazione nella zona del collo, delle ascelle, dell’addome e dell’inguine.

Un loro ingrossamento può essere provocato sia da cause del tutto benigne (nella maggior parte dei casi, ndr) che dallo svilupparsi di un tumore.

Per questo, è fondamentale prestare attenzione a un eventuale cambio di grandezza dei linfonodi, senza però farsi prendere subito dal panico.

Consultando un medico specialista, si potrà capire immediatamente se è davvero il caso di preoccuparsi oppure no.

Cosa sono i linfonodi

Noti anche come ghiandole linfatiche, i linfonodi sono dei piccoli organi dalla forma tondeggiante, simile a quella di un fagiolo.

Essi sono collocati lungo le vie linfatiche, le quali si diramano per tutto l’organismo umano, raggiungendo ogni parte del corpo.

Donna tasta linfonodi sul collo
Immagine | Unsplash @KaterynaHliznitsova – Saluteweb.it

Così come i vasi sanguigni trasportano il sangue, nelle vie linfatiche scorre la linfa, ovvero quel liquido incolore o dal colore giallastro contraddistinto dall’ampia presenza di globuli bianchi, il cui compito è quello di difendere l’organismo da attacchi esterni o interni.

Un essere umano mediamente possiede circa 600 linfonodi, solitamente aggregati tra loro nelle stazioni linfonodali, le quali prendono poi il proprio nome specifico dall’area del corpo umano in cui si raccoglie la linfa (es: linfonodi ascellari, ndr).

È proprio nelle stazioni linfonodali che il sistema immunitario organizza la risposta difensiva, così da poter affrontare l’attacco proveniente dagli agenti estranei potenzialmente pericolosi.

Le offensive possono provenire sia dall’esterno (batteri o virus, ndr) che dall’interno (cellule che da normali si trasformano in tumorali, ndr).

Da un punto di vista strutturale, ogni linfonodo possiede una porta d’ingresso dalla quale entra la linfa che proviene dai tessuti e che può contenere al suo interno eventuali sostanze estranee e cellule del sistema immunitario.

Una volta nel linfonodo, le cellule del sistema immunitario, in particolar modo i linfociti, incontrano quelli che vengono rilevati come potenziali aggressori, attivando così una controffensiva.

Mentre alcuni linfonodi, come quelli addominali per esempio, sono profondi e visibili soltanto sottoponendosi a un’ecografia, altri, come quelli presenti nel collo e nella testa, sono decisamente più superficiali, tanto che possono diventare visibili e palpabili in caso di ingrossamento.

Quest’ultimo processo avviene quando il numero delle cellule all’interno del linfonodo subisce un incremento, provocando come conseguenza un aumento di volume che i medici chiamano tecnicamente linfadenopatia oppure linfoadenomegalia.

Dei linfonodi ingrossati devono, quindi, essere letti immediatamente come il sinonimo dell’insorgere di una problematica seria? La risposta è: no.

È, infatti, giusto specificare come nella maggior parte dei casi il fenomeno dell’ingrossamento sia dovuto essenzialmente a processi infiammatori in atto nell’aria drenata dal linfonodo stesso. Cause benigne quindi.

Accade molto più raramente che un volume maggiore dei propri linfonodi sia una spia d’allarme utile a indicare l’insorgere di una malattia neoplastica.

Quando stare attenti e iniziare a preoccuparsi

Sebbene l’ingrossamento dei linfonodi sia da associare spesso a cause benigne, può accadere che questo sia anche uno dei primi campanelli che indicano la comparsa di un cancro, di un tumore.

Stando ai dati riportati dall’AIRC, Fondazione per la ricerca sul cancro, due terzi delle persone che consultano il medico di famiglia perché preoccupate per un ingrossamento dei linfonodi scoprono poi di avere delle banali infezioni alle vie aeree superiori, come mal di gola o raffreddori.

Consulto tra medico e paziente
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Solamente una quota inferiore all’1% scopre di avere un tumore.

Purtroppo, ciò non significa che l’aumento del volume dei linfonodi non si leghi mai alla comparsa di un cancro.

L’analisi dei linfonodi è, infatti, molto importante nella diagnosi di alcuni tumori, dal momento che il loro ingrossamento può essere il primo segnale di esordio di una malattia o anche il segno che quest’ultima si stia diffondendo nel proprio corpo.

L’aumento di volume dei linfonodi rappresenta una risposta infiammatoria dell’organismo nei confronti delle cellule neoplastiche, le quali vengono riconosciute come potenzialmente pericolose.

Giunti a una fase più avanzata della malattia, l’ingrossamento dei linfonodi può diventare invece il sintomo dell’invasione dei linfonodi da parte delle cellule cancerose.

Dopo essersi staccate dalla sede primaria del tumore, queste possono raggiungere infatti i linfonodi, passando per i vasi linfatici.

Da qui finiscono poi in altre parti del corpo, formando la metastasi.

Può capitare però anche che sia il linfonodo stesso la sede primaria in cui ha origine la malattia, come accade nel caso dei linfomi di Hodgkin e non Hodgkin.

In questa specifica circostanza, il rigonfiamento è determinato dall’incontrollata proliferazione delle cellule del sistema linfatico (i linfociti B, ndr), le quali crescono seguendo un’anomalia e accumulandosi nel sistema linfatico stesso e pure in altri organi.

Riassumendo quanto appena detto, è possibile affermare che nella maggior parte dei casi i linfonodi si ingrossano per cause benigne, per via di un raffreddore o di un mal di gola, tornando quindi alle loro naturali dimensioni una volta che il disturbo scatenante si placa.

Ciò vale soprattutto per i linfonodi che si trovano ai lati del collo, sotto il mento o la mandibola.

Anche i linfonodi delle ascelle si possono ingrossare a causa di infezioni o traumi a livello del braccio o della mano, così come quelli dell’inguine possono raggiungere un diametro di uno o due centimetri anche nei soggetti adulti perfettamente sani.

Detto ciò, quando si nota l’aumento di volume di un linfonodo con il passare del tempo o se tale condizione persiste per settimane, il consiglio è quello di consultare un medico specialista.

Questa azione è da compire assolutamente se all’ingrossamento dei linfonodi si associa anche un arrossamento della zona interessata, la quale risulta calda e dolente, o nel caso in cui si percepisca una superficie irregolare al tatto o, ancora, se le ghiandole risultano dure e sembrano adese ai piani sotto o sovrastanti.

Si consiglia di recarsi da un medico anche nel caso in cui un aumento del volume dei linfonodi sia accompagnato da febbre, sudorazioni notturne o anche da un’inspiegata perdita di peso.

A volte, particolarmente sospetto può risultare l’ingrossamento dei linfonodi che si collocano al di sopra della clavicola.

In tutti questi casi è bene stare particolarmente attenti e iniziare ad attivarsi per comprendere se sia il caso o meno di preoccuparsi per le proprie condizioni di salute.

Consultare un medico specialista è l’unica azione che permette di iniziare a far luce sui motivi che hanno portato all’ingrossamento dei linfonodi.

Solo un medico potrà, infatti, decidere se sia il caso di procedere con una biopsia, analizzando approfonditamente sintomi e segnali correlati.

La biopsia linfonodale, per esempio, viene sempre eseguita nelle persone anziane in cui l’ingrossamento dei linfonodi non può essere spiegato con un’infezione o un processo infiammatorio.

Nei più giovani, invece, è necessario procedere con un approfondimento nel caso in cui i linfonodi abbiano un diametro maggiore ai due centimetri e siano legati a un malessere generale e non vi siano prove che tale aumento di volume sia da legarsi alla presenza di una qualche malattia infettiva.

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