Si è presentato negli studi di Mediaset, per l’intervista a Verissimo, trasmissione di Canale 5 condotta da Silvia Toffanin, dimagrito e provato. Per Giancarlo Magalli sono stati sette mesi difficili: “Oggi sto bene, ma ho perso 24 chili”. Ha raccontato il suo calvario, un linfoma alla milza, cominciato con un’infezione, quindi la diagnosi: “Un tumore. Ma per fortuna il linfoma appartiene a una categoria di tumori che ha una buona caratteristica: si può curare. Me l’hanno detto subito: la terapia si fa per qualche mese, si fa la chemioterapia e in effetti ora il tumore è scomparso. Sono guarito, ho ripreso a fare le normali attività. Mi sto solo sottoponendo a un’ultimissima cura, molto leggera e breve, diciamo una rifinitura”.
Il linfoma è un tumore che si può formare nella milza, un organo del sistema linfatico della dimensione di circa un pugno. La milza è ricoperta all’esterno da un tessuto fibroso (capsula splenica) che racchiude due altri tipi di tessuto: la polpa bianca e la polpa rossa. La prima è costituita da cellule del sistema immunitario (linfociti T e B) che aiutano a combattere le infezioni, mentre la seconda, oltre a contenere altre cellule immunitarie (macrofagi), svolge la funzione di filtro per il sangue eliminando i “rifiuti” e distruggendo i globuli rossi vecchi o danneggiati. Non si tratta di un organo vitale, si può vivere senza, ma con la rimozione della milza (la splenectomia) il corpo perde un’arma di difesa contro le infezioni. Però, la milza può essere colpita da tumori benigni come emangiomi, amartomi e linfangiomi, ma anche di tumori maligni primitivi e secondari. Quelli che prendono origini dalle cellule della milza sono in genere linfomi sia di Hodgkin sia non Hodgkin.
Le cause non sono ancora note, ma diversi sono i fattori di rischio. Tra questi, l’età avanzata, alcuni tipi di infezioni virali, un indebolimento del sistema immunitario legato a malattie (per esempio AIDS) o a terapie antirigetto dopo un trapianto, esposizione a radiazioni o a sostanze chimiche cancerogene. Anche una storia familiare di linfoma o leucemia può, in alcuni casi, rappresentare un fattore di rischio.
Possono essere generici e ricordano quelli di un normale raffreddore. Inoltre, uno dei sintomi è l’ingrossamento della milza, che però non è necessariamente associato alla presenza di un tumore. Altri sintomi che possono rappresentare un campanello d’allarme sono: dolore addominale, soprattutto nella parte alta dell’addome, dolore alle ossa o alle articolazioni, facile sanguinamento, stanchezza, febbre e brividi, infezioni frequenti, aumento della sudorazione notturna, linfonodi ingrossati o perdita di peso.
La scelta di una cura dipende dal tipo di malattia, ma la chirurgia rappresenta sicuramente uno dei trattamenti principali del tumore della milza con l’intervento di splenectomia. Ma anche radioterapia e chemioterapia hanno un ruolo nella terapia dei tumori della milza. Nuove possibilità di cura possono arrivare dalle terapie a bersaglio molecolare, in cui si utilizzano farmaci che colpiscono molecole precise sulle cellule tumorali.
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