Le piccole azioni possono avere un grande impatto: che sia dare il posto a sedere a una donna incinta sulla metro oppure aiutare la propria mamma con le pulizie. Essere altruisti fa bene alla mente e al cuore e ci sono tante occasioni nella vita di tutti i giorni per tendere una mano.
Ciò che dai torna indietro e spesso raddoppiato! Essere generosi può ridurre lo stress e migliorare il tuo stato emotivo: in effetti, aiutare gli altri attiva cambiamenti positivi nel tuo cervello associati alla felicità. Ogni volta che aiuti qualcuno, rendi il mondo un po’ migliore. E vedrai anche tu le cose con un’ottica più positiva.
Le buone azioni fanno bene alla salute, lo dice la scienza!
Un recente studio ha suggerito che offrire supporto sociale può avere maggiori benefici a livello neurobiologico per chi lo offre piuttosto che per chi lo riceve.
La ricerca, pubblicata su “Psychosomatic Medicine: Journal of Biobehavioral Medicine”, ha esaminato il ruolo dell’attività neurale legata allo stress e alla gratificazione sociale. Utilizzando la risonanza magnetica funzionale, gli scienziati hanno individuato specifici vantaggi cerebrali nel dare supporto sociale.
I risultati hanno mostrato che molte aree del cervello si attivano quando una persona offre sostegno agli altri, ma non quando lo riceve. Da un punto di vista neurobiologico, questo studio dimostra che aiutando gli altri ci aiutiamo anche noi stessi.
In un mondo spesso orientato all’individualismo, è confortante sapere che il nostro cervello reagisce in modo più gratificante all’altruismo che all’egoismo.
Aiutare gli altri, sia offrendo supporto sociale che incoraggiamento, ci permette di allontanarci dai nostri problemi, ci coinvolge in attività significative e aumenta la nostra autostima e le nostre competenze.
Contribuire a una causa benefica può portare grandi benefici sia alla causa stessa che al nostro senso di benessere e realizzazione personale.
Le parti del cervello responsabili della produzione di dopamina e serotonina si attivano durante atti di generosità, e questo può essere spiegato anche dal punto di vista sociologico. C’è da dire che i nostri antenati avevano maggiori probabilità di sopravvivenza quando collaboravano tra loro e ogni atto altruistico era ricompensato dal cervello con la produzione di dopamina.
La dopamina non solo ci fa sentire bene, ma è anche utilizzata nel trattamento di varie condizioni mediche come la pressione bassa, le malattie cardiache, il morbo di Parkinson e il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). La produzione naturale di dopamina nel nostro corpo aiuta a prevenire l’insorgenza di queste malattie.
Quando siamo stressati, non ci rendiamo conto dell’impatto che una prospettiva diversa può avere sulla nostra visione della vita. Concentrarti su qualcuno diverso da te, ti ricorda che non sei l’unica al mondo ad avere problemi e potrebbe farti ragionare sul fatto che là fuori ci siano persone con guai ben peggiori dei tuoi. Insomma, fare una buona azione nutre positivamente il proprio ego!
Provi una sensazione di felicità quando aiuti il prossimo? Uno studio condotto nel 2015 da CEIS Tor Vergata-Fondazione Angelini, dimostra che il volontariato “sviluppa energie mentali e un senso di soddisfazione e di benessere che riduce il rischio di caduta in atteggiamenti di ansietà, stress e depressione che hanno incidenza negativa sul sistema immunitario, su quello cardiovascolare e sullo sviluppo cellulare anormale che può condurre allo sviluppo di tumori”.