Latte, tutti i benefici della bevanda

Il latte è un alimento con una funzione nutrizionale molto variabile e, anche se potenzialmente utile, non è essenziale per un equilibrio nutrizionale, ma non è neanche nocivo per chi lo tollera.

Da anni il latte è al centro di molte polemiche, alcune fondate, altre no. È normale che i consumatori si chiedano ancora se il latte faccia bene o male, qual è la porzione massima consigliata, e quando evitarlo.

In questo articolo cercheremo di riassumere i concetti fondamentali per chiarire questi dubbi, con l’obiettivo di fornire una corretta informazione e aiutare gli utenti a decidere se includere il latte nella loro dieta.

Cos’è il latte? Quali sono le sue proprietà? Quello artificiale davvero male all’organismo?

Il latte è un alimento di origine animale e ideologicamente, non è consumato da chi segue una dieta vegana, ma è accettato dai latto-vegetariani.

È una secrezione della ghiandola mammaria prodotta dai mammiferi per nutrire la prole nel periodo tra la nascita e lo svezzamento. Il latte ha una composizione chimica specifica per ogni specie, adattata ai loro particolari bisogni nutrizionali.

Una tazza piena di latte
Una tazza piena di latte | Pixabay @Em – Saluteweb.it

Ad esempio, le esigenze di un cetaceo che vive nelle fredde acque polari differiscono molto da quelle di un facocero nella savana africana.

La composizione del latte cambia anche in base al periodo di allattamento. Il colostro, il primo latte, è molto più concentrato e nutriente rispetto al latte prodotto durante lo svezzamento.

Dare un latte diverso a un neonato può essere rischioso per la salute. Ad esempio, un bambino non dovrebbe mai bere latte vaccino nelle prime settimane di vita a causa del rischio di un eccessivo carico proteico e danni renali.

Dopo lo svezzamento, questo problema non esiste più, anche se è consigliabile usare latti di proseguimento.

Il latte ha una bassa densità calorica grazie all’elevata percentuale di acqua, con differenze basate sul livello di scrematura.

Il latte intero è ricco di lipidi, molti dei quali saturi, mentre il latte scremato ne contiene pochissimi; il parzialmente scremato rappresenta un compromesso tra i due. Anche se contiene colesterolo, non costituisce un limite significativo nemmeno in porzioni elevate.

Le proteine del latte, di alto valore biologico, soddisfano pienamente i fabbisogni di amminoacidi essenziali dell’uomo, ma non sono abbondanti; circa 1/8 della concentrazione presente nella carne di pollo.

Il latte contiene lattosio, un glucide che fornisce energia a chi lo digerisce. Il contenuto vitaminico è interessante, soprattutto per le vitamine idrosolubili del gruppo B, in particolare la riboflavina (vit. B2), e per la vitamina A (retinolo). Anche il contenuto minerale è notevole, con abbondanza di elementi come fosforo e calcio.

Per l’adulto, il latte offre diverse funzioni nutrizionali utili per chi lo tollera, anche se nessuna è esclusiva (dettagli più avanti):

  • Contribuisce all’idratazione corporea: circa l’87-90% del volume è costituito da acqua.
  • Fornisce proteine ad alto valore biologico: con 3,1-3,7 g per 100 ml, il latte è una buona fonte di amminoacidi essenziali.
  • Aiuta a raggiungere le razioni raccomandate di vitamine e minerali, soprattutto vitamina B2 (riboflavina) – 0,18 mg per 100 ml – e calcio – da 119 a 122 mg per 100 ml.

Il calcio è fondamentale per la salute delle ossa e il suo fabbisogno aumenta durante lo sviluppo e in vecchiaia, soprattutto per le donne in menopausa.

Una carenza cronica di calcio è associata a problemi di crescita e a un maggior rischio di malattie ossee, come l’osteoporosi.

Nota: non è l’unico fattore. Sono essenziali anche attività fisica, vitamina D, proteine, ferro, magnesio, zinco e altre vitamine.

Il fatto che il latte sia una buona fonte di calcio non significa che sia essenziale per la salute delle ossa, ma nemmeno che sia inutile o dannoso (vedi sotto).

Ma il latte può aiutare contro l’osteoporosi? Sicuramente contribuisce all’apporto di calcio e fosforo, ma deve essere ben tollerato e accompagnato da attenzione ad altri fattori di rischio.

Se non si beve latte però, si rischia l’osteoporosi? Il rischio aumenta con l’insufficienza di calcio. Se questa viene evitata, il latte non ha alcun impatto.

Molti considerano il latte commerciale (vaccino, di pecora, di bufala, di capra, di asina, di cavalla, ecc.) non naturale per l’uomo oltre l’infanzia.

Questo punto di vista è solo parzialmente corretto: l’uomo, essendo onnivoro, è evoluto per digerire vari alimenti, anche se non tutti si sono adattati allo stesso modo.

Molte persone hanno reazioni avverse al latte e ai suoi derivati come ricotte e formaggi. Le principali problematiche sono:

1. Intolleranza al lattosio: causata da un deficit dell’enzima lattasi, provoca reazioni gastrointestinali. Si può gestire con prodotti delattosati o enzimi lattasi esogeni.

2. Allergia alle proteine del latte: coinvolge il sistema immunitario e può essere grave. Va evitato latte e derivati.

3. Galattosemia: una malattia genetica che impedisce la metabolizzazione del galattosio.

4. Difficoltà di digestione: generalmente idiopatica e non patologica, con sintomi come pesantezza, rigurgito e talvolta nausea.

A parte questi casi, chiunque può consumare latte senza problemi di salute. Non ci sono altre ragioni per ritenere che il latte faccia male o debba essere evitato.

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