L’antibiotico-resistenza continua a essere uno dei temi di salute pubblica più rilevanti a livello globale, Europa compresa.
È infatti ormai frequentemente osservata sia nell’uomo che negli animali, per esempio, la mancata risposta di batteri come Salmonella e Campylobacter a farmaci antimicrobici di uso comune, anche se ci sono “tendenze incoraggianti” negli allevamenti.
A segnalarlo è un rapporto congiunto pubblicato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). “La resistenza antimicrobica è una delle maggiori minacce che affrontiamo in tutto il mondo, lavorare insieme rimane la chiave per affrontare il problema, riconoscendo gli stretti legami e l’interdipendenza tra la salute di esseri umani, animali, piante e l’ambiente in generale“, hanno riferito Mike Catchpole e Carlos Das Neves, capo scienziati dell’Ecdc e dell’Efsa, in una nota congiunta.
Ci sono però anche delle buone notizie. Dal rapporto è emerso, per esempio, che la resistenza simultanea a più farmaci nell’uomo è stata rilevata generalmente a livelli bassi, eccezion fatta per alcuni tipi, appunto, di Salmonella e Campylobacter coli, in molti Paesi dell’area europea. Inoltre, dal 2014 al 2021, l’indicatore che misura la suscettibilità del batterio Escherichia coli per gli antibiotici testati negli allevamenti è migliorato in molti Paesi Ue, Italia compresa (+87%). Tra le tendenze incoraggianti, inoltre, una percentuale crescente di batteri provenienti da animali da produzione alimentare è risultata sensibile a tutti gli antimicrobici testati.
Tra il 2013 e il 2021, in diversi Paesi, è stato osservato anche un calo della resistenza di Salmonella all’ampicillina e alla tetraciclina nell’uomo. Il rapporto evidenzia anche una tendenza alla diminuzione della resistenza del Campylobacter jejuni all’eritromicina nell’uomo e nei polli da carne, un antibiotico è essenziale per la cura della campilobatteriosi.
Nello stesso periodo, tuttavia, i dati hanno evidenziato anche una tendenza all’aumento della resistenza del S. Enteritidis e del C. jejuni alla ciprofloxacina nell’uomo, microrganismi che causano la maggior parte dei casi di salmonellosi e campilobatteriosi. Tendenza osservata anche per il C. jejuni proveniente dai polli da carne tra il 2009 e il 2020, con resistenza alla ciprofloxacina in aumento in diversi Paesi. “Il livello di resistenza alla ciprofloxacina nel Campylobacter è ora talmente elevato che questo antibiotico non può più essere raccomandato per il trattamento delle infezioni gravi nell’uomo“, hanno riferito Ecdc e Efsa, invitando i professionisti sanitari a segnalare gli episodi di antibiotico-resistenza.
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