L’ansia è una risposta naturale del nostro organismo di fronte a situazioni percepite come potenzialmente pericolose o stressanti.
Quando sperimentiamo ansia, il nostro corpo attiva il sistema nervoso simpatico, preparandosi ad affrontare la “minaccia”: il corpo rilascia ormoni dello stress, come il cortisolo e l’adrenalina.
Questi ormoni preparano il corpo a rispondere a una situazione percepita come minacciosa, un meccanismo spesso definito come la risposta “attacco o fuga”. L’adrenalina, in particolare, provoca un aumento della frequenza cardiaca e della forza con cui il cuore pompa il sangue, oltre alla costrizione dei vasi sanguigni.
Tutto questo può portare temporaneamente a un aumento della pressione sanguigna. Più nel dettaglio si può osservare:
Tutti meccanismi che hanno lo scopo di prepararci a reagire prontamente (attacco/fuga) e che sono conseguenza di migliaia di anni di evoluzione, durante i quali questa risposta si è rivelata adattativa per la sopravvivenza della nostra specie.
Quanto descritto è un insieme di risposte dell’organismo che si sono sviluppate per far fronte ad occasionali e temporanei pericoli. Quando la situazione ansiogena passa, il sistema parasimpatico riprende il controllo, riportando i parametri alla normalità.
In un ambiente ancestrale pieno di pericoli, la capacità di mobilitare rapidamente le risorse dell’organismo per affrontare una minaccia era infatti fondamentale.
Oggi, tuttavia, molti degli stress che sperimentiamo non richiedono una risposta fisica così intensa, eppure il nostro corpo reagisce come se fossimo di fronte ad un predatore preistorico.
Il problema sorge quando l’ansia diventa cronica, persistente. In questo caso il sistema simpatico rimane costantemente attivato, mantenendo elevati i livelli pressori.
Nonostante l’ansia possa causare aumenti temporanei della pressione sanguigna, non è chiaro se possa direttamente causare ipertensione a lungo termine, anche se diversi studi hanno evidenziato come le persone con disturbi d’ansia abbiano un rischio maggiore di sviluppare pressione alta (ma correlazione non significa causazione).
Tuttavia, gli stili di vita spesso associati all’ansia cronica, come una dieta disordinata, la mancanza di esercizio fisico e i disturbi del sonno, possono contribuire allo sviluppo dell’ipertensione.
Pertanto, è essenziale considerare come l’ansia influenzi non solo la fisiologia immediata, ma anche le abitudini di vita che possono avere impatti duraturi sulla salute cardiovascolare.
Inoltre, le persone ansiose o stressate hanno maggiori probabilità di fare cose che possono aumentare la pressione sanguigna, come:
In conclusione, l’ansia può effettivamente contribuire ad aumentare la pressione arteriosa, specialmente se cronica. Imparare a gestire l’ansia è quindi importante non solo per il benessere psicologico, ma anche per la salute del cuore e delle arterie.
Per chi soffre di ansia cronica è cruciale adottare strategie di gestione dello stress per mitigare i potenziali effetti sulla pressione sanguigna oltre che, ovviamente, per recuperare una buona qualità di vita.
Tecniche come la mindfulness, la meditazione, l’esercizio fisico regolare e la terapia comportamentale possono essere sicuramente efficaci per combattere l’ansia.
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