Gli esperti suggeriscono pratiche come yoga e meditazione per affrontare lo stress. È cruciale che le aziende promuovano il welfare per salvaguardare la salute mentale dei dipendenti
Quando il confine tra lavoro e vita privata si dissolve, può emergere la sindrome da corridoio, colpendo 3 milioni di dipendenti, come evidenziato dall’8° Rapporto Censis. Questo fenomeno provoca stress e impatta sul benessere psicologico e sulla produttività. La flessibilità e lo smart working contribuiscono a questa condizione, rendendo difficile il distacco tra lavoro e vita personale. Gli esperti suggeriscono pratiche come yoga e meditazione per affrontare lo stress. È cruciale che le aziende promuovano il welfare per salvaguardare la salute mentale dei dipendenti.
Negli ultimi anni, il confine tra vita lavorativa e vita privata è diventato sempre più sfocato, portando a un fenomeno noto come sindrome da corridoio. Questo termine descrive la sovrapposizione di emozioni e stress tra lavoro e vita personale, colpendo in Italia quasi 3 milioni di lavoratori, secondo l’8° Rapporto Censis sul welfare aziendale, realizzato in collaborazione con Eudaimon. Tale situazione ha ripercussioni significative sul benessere psicologico, sulla qualità della vita e sulla salute mentale dei dipendenti.
La sindrome da corridoio trae il suo nome dall’immagine di un corridoio che collega due stanze: quella professionale e quella privata. Questo spazio metaforico rappresenta il luogo in cui le ansie e le preoccupazioni di un contesto si mescolano con l’altro, generando un circolo vizioso di stress. Secondo Eleonora Valé, psicologa del lavoro, l’osmosi di emozioni tra vita personale e professionale porta a una costante difficoltà nel separare i due ambiti. “Il portare costantemente la vita privata nel lavoro e viceversa impedisce di staccare la spina”, afferma Valé in una intervista a Vanity Fair Italia, evidenziando come questa situazione impatti sulla produttività e sul benessere individuale.
Secondo i dati Censis:
L’iperconnessione, favorita dallo smart working e dalle tecnologie, ha amplificato questo fenomeno. La disponibilità continua e la richiesta di risposte immediate hanno reso i confini tra lavoro e vita privata sempre più labili. «Siamo sempre in uno stato di allerta», continua Valé, «e questo può portare a un’iperattivazione che non permette al corpo di riposarsi e recuperare».
Le persone più a rischio di sviluppare la sindrome da corridoio sono spesso quelle più motivate e coinvolte nel lavoro. L’assenza di confini chiari tra vita professionale e privata le rende vulnerabili a livelli di stress elevati. È fondamentale riconoscere i segnali di allerta, tra cui:
Queste sensazioni possono degenerare in un vero e proprio burnout, una condizione di esaurimento fisico e mentale che richiede un intervento tempestivo.
Per affrontare la sindrome da corridoio, è essenziale adottare strategie di benessere personale. Attività come yoga e meditazione possono rivelarsi efficaci nel riportare l’attenzione sul presente e nel favorire il rilassamento del sistema nervoso. Queste pratiche aiutano a gestire lo stress e a ritrovare un equilibrio interiore, fondamentale in una società sempre più votata alla performance e alla produttività.
Inoltre, le aziende hanno un ruolo cruciale nel sostenere il benessere dei propri dipendenti. Investire in politiche di welfare aziendale può contribuire a creare un ambiente di lavoro sano e supportivo. È fondamentale che le organizzazioni promuovano una cultura aziendale che valorizzi il benessere olistico dei lavoratori, integrando aspetti fisici, finanziari e psicologici.
La sindrome da corridoio non rappresenta solo un fenomeno legato al lavoro, ma è anche un riflesso delle complessità delle relazioni e delle tensioni quotidiane. È importante riconoscere che l’impossibilità di scindere completamente vita personale e professionale è una realtà attuale. In un contesto in cui il lavoro e la vita si intrecciano sempre di più, è essenziale trovare un equilibrio e creare spazi in cui ci si possa sentire accolti e supportati, sia come professionisti che come persone.
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