Diventa fondamentale dover gestire questi sentimenti che non solo causano disagio, ma possono anche influenzare negativamente il risultato della gara
Sono in tanti, anche atleti professionisti, ad avere ansia da prestazione prima di una gara. I casi sono tanti e questa ansia “può manifestarsi attraverso pensieri disfunzionali, come la paura di commettere errori o dimenticare cosa fare. Spesso, gli atleti percepiscono una nebbia di preoccupazione derivante dalla paura di essere giudicati negativamente, sia dalla propria famiglia, dal coach o dalla squadra”, ha spiegato al sito dell’Humanitas la dottoressa Dora Siervo, psicoterapeuta di Humanitas PsicoCare.
Diventa così fondamentale dover gestire questi sentimenti che non solo causano disagio, ma possono anche influenzare negativamente il risultato della gara. Bisogna adottare alcune strategie per cercare successivamente di avere la miglior prestazione possibile. In tutta questa situazione, la respirazione gioca un ruolo fondamentale.
Ma perché gli atleti vengono colpiti dall’ansia da prestazione? “Per diverse ragioni”, ha continuato la dottoressa Dora Siervo. “Per molti di loro, lo sport rappresenta un modo per riscattarsi da situazioni o esperienze passate che magari non sono andate come previsto. Inoltre, la presenza di una forte pressione sociale e familiare accanto allo sportivo può aumentare ulteriormente il peso delle aspettative e delle responsabilità che si giocano in quel momento. La paura di fallire o di non essere all’altezza, comuni tra coloro che soffrono di ansia, può essere alimentata da queste aspettative e dalla pressione sociale, contribuendo così all’ansia da prestazione”.
Detto questo, la respirazione diaframmatica, può essere utile per ridurre l’ansia e lo stress, oltre che per migliorare l’efficacia della ventilazione polmonare: “Per praticare la respirazione diaframmatica, è possibile assumere una posizione seduta su una sedia o sdraiata su una superficie piana, con le ginocchia piegate e i piedi a terra, oppure con un cuscino sotto le ginocchia”, ha continuato la dottoressa Dora Siervo.
Analizzando il ritmo respiratorio, questo può essere lento o veloce, ognuno con effetti distinti sui parametri fisici e psicologici. Sempre secondo la dottoressa Dora Siervo, il respiro lento può portare benefici agli atleti in diversi modi, non solo fisicamente ma anche mentalmente. Tra questi: miglioramento della forma cardiovascolare; riduzione dello stress e dell’ansia; miglioramento della salute e del benessere generale; aiuto nell’attenzione e nella concentrazione durante l’allenamento e la competizione. Al contrario, un respiro veloce può causare: sentimenti di ansia e panico; vertigini e confusione; reazioni di stress nel corpo, influenzando la qualità della vita dell’atleta.
Attraverso una respirazione corretta, che coinvolge il diaframma, è possibile controllare i sintomi tipici dell’ansia, come freddo, battito accelerato e tremori. “È importante anche avere una tecnica di rilassamento come il ‘luogo sicuro’, un posto dove ci si è sentiti bene e si conservano bei ricordi. Immaginare questo luogo può aiutare il cervello a riprodurre sensazioni positive e a calmarsi prima della competizione”, ha concluso la dottoressa Dora Siervo.
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