La cherofobia può avere un forte impatto sulla vita di chi ne soffre. Riconoscerla e affrontarla è il primo passo per imparare a vivere la felicità senza paura, accettandola come parte naturale dell’esperienza umana
Non tutti vivono la felicità e la gioia con lo stesso entusiasmo. Alcune persone sperimentano una vera e propria paura verso questi sentimenti e questa condizione è conosciuta come cherofobia. Il termine deriva dal greco “kairós” (gioia) e “fóbos” (paura) e indica una forma di ansia che porta a evitare situazioni che potrebbero indurre alla felicità.
Cos’è la cherofobia
La cherofobia non è riconosciuta come un disturbo mentale all’interno del DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), ma viene considerata dagli esperti una manifestazione d’ansia che può compromettere la qualità della vita. Esistono due principali approcci per interpretare questa condizione: quello culturale e quello clinico.
- Approccio culturale: la percezione della felicità varia a seconda della cultura di appartenenza. In alcune società orientali, per esempio, l’espressione delle emozioni positive può essere inibita dalla preoccupazione di suscitare invidia o dolore negli altri. In Occidente, invece, la felicità viene vista come un traguardo personale e chi non la raggiunge potrebbe sentirsi un fallito.
- Approccio clinico: quando la cherofobia incide negativamente sulla sfera sociale, lavorativa e affettiva, può essere interpretata come un disturbo d’ansia. In questi casi, la paura della felicità si traduce in evitamento di situazioni gioiose, ansia e pensieri negativi su possibili conseguenze catastrofiche della gioia.
Perché alcune persone temono la felicità?
Secondo alcuni studi (Joshanloo e Weijers, 2013), esistono diverse motivazioni alla base della cherofobia:
- timore che la felicità porti eventi negativi: alcuni individui credono che i momenti di gioia siano seguiti da eventi traumatici, come se la vita bilanciasse automaticamente le esperienze positive con quelle negative.
- Percezione della felicità come superficialità: si pensa che le persone felici siano meno intelligenti o meno consapevoli della sofferenza altrui.
- Evitamento per senso di colpa: esprimere la propria gioia potrebbe far sentire male chi non la sta vivendo.
- Paura dell’instabilità emotiva: chi ha subito traumi o delusioni preferisce evitare i momenti felici per paura di perderli e soffrire ancora di più.
Sette segnali della cherofobia
Se ti riconosci in alcuni di questi atteggiamenti, potresti avere una tendenza cherofobica:
- evitamento delle opportunità di cambiamento positivo: nuove esperienze come un lavoro, una relazione o un’amicizia vengono viste come minacce alla stabilità.
- Rifiuto di partecipare a eventi sociali: feste, viaggi e momenti di svago possono generare ansia invece che piacere.
- Senso di colpa nel provare gioia: si ha la sensazione di non meritare la felicità o di essere puniti per essa.
- Paura del giudizio altrui: si teme che gli altri possano criticare o invidiare la propria felicità.
- Negazione o minimizzazione dei successi personali: anche quando si raggiunge un traguardo importante, si evita di condividerlo.
- Auto-sabotaggio: si mettono in atto comportamenti che ostacolano la propria realizzazione per non rischiare di essere felici.
- Eventi traumatici nel passato: spesso la cherofobia deriva da esperienze negative vissute in concomitanza con momenti felici.
Come superare la cherofobia
Non essendo una patologia riconosciuta ufficialmente, non esiste un trattamento specifico per la cherofobia. Tuttavia, alcune strategie possono aiutare a gestirla:
- psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT): aiuta a modificare pensieri irrazionali sulla felicità e a sviluppare un atteggiamento più positivo.
- Tecniche di rilassamento: mindfulness e meditazione possono ridurre l’ansia legata alla felicità.
- Affrontare gradualmente le situazioni gioiose: esporsi a esperienze positive in modo graduale permette di ridurre la paura associata ad esse.
- Sostegno delle persone care: amici e familiari possono essere un valido aiuto per comprendere e affrontare questa condizione.