In natura è normale che alcune persone siano più sensibili rispetto ad altre, e molti studi hanno cercato di spiegare queste differenze (tratti del temperamento, varianti genetiche sono state associate alla sensibilità). Uno studio del 2018 ha preso un campione di più di 900 adulti che hanno compilato “la scala della persona altamente sensibile”. I ricercatori hanno suggerito l’esistenza di tre gruppi: uno altamente sensibile (denominati “orchidee”, al 31%), uno a bassa sensibilità (“denti di leone”, al 29%) e uno di media sensibilità (“tulipani”, al 40%).
Ecco quali sono le considerazioni che gli studiosi hanno estrapolato e il implicazioni per la ricerca.
Tradizionalmente si interpreta la maggiore sensibilità come maggiore vulnerabilità, quindi secondo questa prospettiva questi individui sono più esposti agli effetti negativi delle avversità della vita.
Invece, gli individui meno sensibili sarebbero più resilienti. Eppure, questa visione è stata molto discussa soprattutto con le teorie ispirate all’evoluzione: le persone molto sensibili possono anche essere più reattive agli effetti benefici delle esposizioni ambientali positive.
Lo studio in questione voleva anche chiarire se la “scala della persona altamente sensibile” misurasse un costrutto unitario di sensibilità. Questa era stata progettata per valutare la “sensibilità di elaborazione sensoriale” ma lo studio ha mostrato che i dati erano più coerenti con l’esistenza alcuni sottocomponenti della sensibilità.
Si tratta di facilità di eccitazione (essere facilmente sopraffatti da stimoli esterni e interni); sensibilità estetica, (ad esempio essere profondamente commossi dalle arti e dalla musica); bassa soglia sensoriale (ad esempio: la reazione a luci intense e a rumori forti).
L’indagine sui punteggi suggeriva che i tre gruppi differivano nel grado generale di sensibilità e non nei sottocomponenti.
La presenza di un gruppo di persone altamente sensibili è coerente con le teorie sulla sensibilità ambientale e studi empirici, che sostengono che una minoranza della popolazione sia altamente sensibile.
Lo studio del 2018 sostiene che la sensibilità non sia un tratto binario, quindi la dicotomia “denti di leone” contro “orchidee” non è supportata dallo studio.
Mentre alcune persone sono altamente sensibili (orchidee) la maggior parte ha una media sensibilità (tulipani), e una minoranza ha una sensibilità particolarmente bassa (denti di leone).
Lo studio voleva anche valutare le differenze nei tratti di personalità dei vari gruppi. Le orchidee avevano livelli più alti di nevroticismo e reattività emotiva positiva, ma avevano un’estroversione più bassa. I denti di leoni avevano livelli più alti di estroversione ma nevroticismo e reattività emotiva positiva più bassi. I tulipani costituivano una via di mezzo.
Un’implicazione importante riguarda il fatto che le orchidee potessero essere più reattive all’intervento psicoterapico rispetto ai denti di leone proprio per la loro maggiore sensibilità alle esposizioni positive.
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