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La “Malattia dei Vichinghi”. Cos’è e perché è così particolare

La malattia di Dupuytren è una patologia cronica invalidante che ha come sintomo principale quello della deformazione delle mani. La cosa particolare è che uno studio ne ha rintracciato i principali fattori di rischio genetico nel ceppo neandertaliano. Questa patologia sembra manifestarsi maggiormente nei paesi del Nord Europa, motivo per il quale è stata soprannominata la “Malattia dei Vichinghi”. Vediamo cos’è nel dettaglio.

Le caratteristiche della malattia di Dupuytren

La malattia di Dupuytren è una patologia cronica e invalidante che colpisce maggiormente i maschi dai 50 ai 70 anni e che rappresenta la causa più comune di deformità della mano.

Il professore Massimo Del Bene, direttore della Struttura complessa di Chirurgia Plastica e della Mano Fondazione Irccs San Gerardo dei Tintori di Monza, ha spiegato che “si tratta di una fibromatosi palmare benigna“.

Immagine | Pixabay @C5C – Saluteweb.it

L’esperto ha continuato dicendo: “Per diversi motivi la fascia palmare può ispessirsi generando dei noduli o cordoni e addirittura ritirarsi determinando una retrazione del dito. Le localizzazioni sono: il palmo della mano, la pianta del piede (malattia di Ledderhose che colpisce la fascia plantare ed è altamente recidiva) e il pene (malattia di De La Peyronie, che flette il pene in maniera incoercibile per cui con l’erezione non si estende più). Quelle giovanili sono molto aggressive e la possibilità che la malattia torni dopo l’intervento chirurgico è molto elevata. La malattia colpisce molto di più gli uomini e meno le donne e nelle donne in forma più aggressiva che interessa anche la parte cutanea della mano e non solo la parte della fascia palmare”. Secondo gli esperti, inoltre, la malattia non è prevedibile, può rimanere in incubazione per diversi anni e poi progredire molto velocemente.

Un recente studio pubblicato sulla rivista Molecular Biology and Evolution ha provato a dare una spiegazione a quella che potrebbe essere l’origine genetica della malattia. Un gruppo di ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccoloma, del Max Planck Institute di Monaco di Baviera e della University of Michigan, tra i quali era presente il genetista e Premio Nobel per la medicina nel 2022, Svante Pääbo, infatti, hanno scoperto che i principali fattori di rischio genetico della patologia sarebbero ereditati addirittura dagli uomini di Neanderthal. I risultati di questo studio potrebbero, un giorno, rappresentare una speranza per mappare e scoprire in anticipo questa malattia e trovare una cura.

L’unica soluzione al momento è la chirurgia: l’intervento classico è l’aponeurectomia radicale, che consiste nell’asportare, parzialmente o complessivamente, la fascia palmare con lo scopo di recuperare l’estensione delle dita.

Federico Liberi

Sono laureato in Psicologia dei processi sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. La mia più grande passione insieme alla scrittura è il calcio, ma mi piace rimanere informato sullo sport a 360 gradi oltre che sull’attualità e la politica. Nel 2020 è stato pubblicato su Amazon un mio saggio sulla Programmazione Neuro-Linguistica.

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