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La frutta secca non è uguale a quella disidratata: ecco cosa cambia

Sia la frutta secca che quella disidratata hanno tantissimi nutrienti utili per la nostra salute, tuttavia hanno caratteristiche diverse e per questo non dovrebbero essere confuse tra loro

La frutta secca e la frutta disidratata non sono la stessa cosa. Questi due termini spesso vengono usati come sinonimi, ma in realtà, definiscono prodotti diversi. Le loro caratteristiche e i valori nutrizionali sono, infatti, completamente diversi, cambiano anche i metodi di conservazione che modificano appunto sapore e consistenza. Piuttosto che chiamarla frutta secca sarebbe quindi più giusto dire frutta a guscio proprio per non commettere l’errore di confonderla con quella essiccata o disidratata.

Frutta secca e frutta disidratata non sono la stessa cosa

Sia la frutta secca che quella disidratata hanno tantissimi nutrienti utili per la nostra salute, tuttavia hanno caratteristiche diverse e per questo non dovrebbero essere confuse tra loro. La prima tra tutte è l’origine diversa: la frutta secca deriva dai semi, mentre la frutta disidratata è ottenuta dalla frutta fresca.

Cos’è la frutta secca

La frutta secca si riferisce ai semi commestibili, ovvero si intende tutta la frutta oleosa o a guscio. Le mandorle, le noci (pecan, del Brasile), gli anacardi, i pistacchi, le nocciole, gli arachidi, appartengono al questa categoria di frutta. La frutta secca è apprezzata per il suo alto valore nutrizionale, infatti contiene grassi insaturi, proteine, fibre, vitamine (come la vitamina E) e minerali (come magnesio, selenio e zinco).

Mandorle | unsplash @Jocelyn Morales – Saluteweb.it

Ha un contenuto calorico relativamente alto a causa dell’alto contenuto di grassi. Contiene anche antiossidanti come i tocoferoli e i fitosteroliacido folico e acidi grassi di qualità, come gli Omega3. Può essere consumata come spuntino nutriente, ma anche utilizzata per preparazioni sia dolci che salate. La frutta secca viene raccolta e poi essiccata naturalmente o meccanicamente, ma non subisce una disidratazione estesa come la frutta disidratata.

La Fondazione Veronesi in seguito a uno studio americano pubblicato sul New England Journal of Medicine, ha affermato che mangiare 30 grammi di frutta secca al giorno potrebbe allungare la vita.

Cos’è la frutta disidratata

La frutta disidratata o essiccata altro non è che frutta fresca che è subito un processo che l’ha privata quasi completamente dell’acqua contenuta, aumentando la sua concentrazione di zuccheri naturali. Il frutto appare così meno voluminoso e con un sapore più deciso. Alcuni esempi di frutta che spesso viene consumata anche da essiccata sono: l’uva passa, le albicocche, i fichi, i datteri, le banane e l’ananas. L’essiccazione può avvenire tramite:

  • asciugatore al sole, è il metodo tradizionale,
  • essiccazione al forno,
  • disidratatore, ovvero uno strumento che controlla temperatura e umidità per un’essiccazione uniforme,
  • liofilizzazione, ovvero un processo che congela la frutta e poi rimuove l’acqua tramite sublimazione. In questo modo le proprietà nutrizionali verranno preservate maggiormente.

La frutta disidratata ha un contenuto di zuccheri naturali concentrato a causa della perdita d’acqua e mantiene anche un alto contenuto di fibre, oltre alle vitamine e ai minerali. Alcuni tipi di frutta disidratata possono avere zuccheri aggiunti e contenere conservanti come l’anidride solforosa per preservare il colore e prolungare la durata. La frutta disidratata ha una durata di conservazione molto più lunga rispetto alla frutta fresca.

Si consiglia di mangiare frutta disidratata con moderazione, evitando quella glassata, caramellata o che contiene additivi. La dose consigliata, anche in questo caso, è di 30-40 grammi, 2-3 volte a settimana.

Giuliana Presti

Laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale presso l'Università di Parma. Scrivo di cinema, cultura e attualità e amo la fotografia e la buona musica.

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