La cannabis ha davvero effetti positivi sull’organismo? La revisione che andremo a prendere in considerazione ha esaminato i risultati di oltre un centinaio di meta-analisi sulle implicazioni per la salute umana derivanti dall’uso della cannabis e dei suoi derivati medicinali. Gli studi sembrano confermare l’efficacia terapeutica in alcune patologie, ma hanno evidenziato anche possibili rischi per la salute. Inoltre, sono state identificate le categorie di individui più suscettibili a tali effetti negativi. Vediamo a quali conclusioni ha portato lo studio.
Cannabis e salute, le risposte date da uno studio
La cannabis, i cannabinoidi e i farmaci derivati dalla cannabis sono ormai oggetto di discussione da diversi anni. Mentre alcuni ne lodano le potenziali virtù terapeutiche nel combattere i sintomi di diverse malattie, altri li stigmatizzano come nocivi per la salute umana.
Indubbiamente, indipendentemente dalle posizioni politiche o dalle opinioni personali che si possono avere sull’argomento, l’analisi degli effetti della cannabis e dei suoi derivati è una questione decisamente complessa, anche dal punto di vista morale, che nel corso degli anni ha attratto l’attenzione di numerose ricerche e studi scientifici e che ancora oggi tiene banco in moltissimi dibattiti.
Un importante studio pubblicato sulla rivista medica PubMed ha condotto una vasta sintesi di 101 meta-analisi relative agli effetti dei cannabinoidi su salute umana, rappresentando così la ricerca più completa mai realizzata in questo campo. Questo tipo di analisi, noto come “umbrella review“, rappresenta l’apice della statistica per identificare chiaramente i fattori associati a rischi o benefici relativi all’uso di sostanze, patologie o meccanismi, separandoli da eventuali fattori di confusione.
Sulla base delle evidenze emerse da questo ampio studio, condotto dal professor Marco Solmi dell’Università di Ottawa in Canada, si raccomanda di evitare l’uso della cannabis in adolescenti, giovani adulti e persone con malattie mentali, poiché sono gruppi ad alto rischio di un consumo eccessivo di cannabis. Inoltre, l’uso di cannabis e dei suoi derivati è sconsigliato in gravidanza e durante la guida.
Nel loro studio, gli autori hanno esaminato approfonditamente la ricerca relativa agli effetti dei medicinali contenenti cannabidiolo e cannabinoidi, che sono i principi attivi fondamentali della cannabis, insieme al tetraidrocannabinolo (THC).
La ricerca ha confermato il potenziale benefico dei farmaci contenenti cannabidiolo e cannabinoidi nel trattamento di condizioni come l’epilessia, la sclerosi multipla e il dolore cronico. Tuttavia, è importante notare che alcune categorie di individui, tra cui gli adolescenti, i giovani adulti e le donne in gravidanza, potrebbero essere più esposte a rischi.
Nello specifico, è stata dimostrata una riduzione del rischio di convulsioni in varie forme di epilessia, una diminuzione del dolore e della spasticità nella sclerosi multipla e migliore controllo del dolore nelle cure palliative e in varie altre condizioni.
È fondamentale notare che, oltre a confermare gli effetti positivi dei medicinali a base di derivati della cannabis, gli studi esaminati evidenziano un’associazione tra l’uso di cannabinoidi e un aumento del rischio di sviluppare disturbi psicotici. Questo rischio appare più elevato negli adulti e nelle persone che hanno già avuto esperienze di psicosi. In particolare, tra coloro che hanno precedentemente sperimentato la psicosi, l’uso di cannabis o dei suoi derivati potrebbe aumentare il rischio di una ricaduta.
È stato anche osservato un rischio più elevato di sviluppare altri sintomi psichiatrici, tra cui depressione e mania. Inoltre, si potrebbe riscontrate un deficit nella memoria e maggiori difficoltà di apprendimento.
Le donne in gravidanza sono considerate una categoria a rischio maggiore rispetto ad altre, poiché sembra che l’uso di cannabis sia associato a un aumento dell’incidenza di neonati con peso alla nascita inferiore alla media e di nascite premature.
Un’altra situazione considerata ad alto rischio è rappresentata dalla guida dopo aver assunto cannabinoidi, poiché è stato documentato un maggiore rischio di incidenti stradali, probabilmente dovuto a sintomi come sonnolenza e vertigini che possono essere causati dall’uso di questi composti.
Come può avvenire l’assunzione di cannabis a scopo terapeutico? Il trattamento può avvenire per via orale, come decotto o assunzione di olio oppure per via inalatoria mediante dei vaporizzatori specifici. Pur essendo il dosaggio a discrezione del medico, si consiglia di cominciare sempre da dosi minime, per poi regolarsi in base alle reazioni del singolo individuo. Nel caso si scelga la somministrazione orale di questi farmaci cannabinoidi, il medico dovrà avere cura di indicare anche la quantità di acqua da utilizzare, i tempi e le modalità di preparazione del decotto.