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Alimentazione

Karkadè, gli usi migliori per sfruttarne i benefici

Il karkadè, anche chiamato “tè di ibisco” o “tè dell’Abissinia”, è una bevanda che deriva dai sepali essiccati dei fiori scarlatti, carnosi e profumati, propri della pianta Hibiscus Sabdariffa. Si tratta di una pianta che appartiene alla famiglia delle Malvaceae, che necessita di poca acqua e di poche cure, e che, secondo la tradizione, si consuma sotto forma di infuso facendo seccare i fiori di ibisco. Caratterizzata da un particolare sapore gradevole, acidulo e agrumato, è composta da differenti sostanze e elementi naturali tali da rendere il karkadè un nutraceutico, ovvero capace di generare un effetto benefico sull’organismo.

Proprio per i suoi benefici, ormai l’infuso a base di karkadè è ormai diffuso in tutto il mondo. La sua preparazione è molto simile a quella del tè classico, e può essere consumato sia caldo sia freddo. La bevanda che si ottiene si contraddistingue per un inconfondibile colore rosso intenso e un gusto leggermente acidulo.

Origini e proprietà del karkadè, la bevanda dell’ibisco

Andiamo però alla scoperta delle origini del karkadè. Tipicamente, con questo nome ci si riferisce all’infuso che si ricava dai petali dei fiori rossi dell’Ibisco, una pianta che cresce soprattutto in Africa e nelle zone caraibiche. La parola karkadè deriva dal termine karkadeb, ovvero il modo in cui la pianta è chiamata nel dialetto Tacruri, in Etiopia. In particolare, la pianta da cui derivano le foglie necessarie all’infuso, vale a dire l’Hibiscus Sabdariffa, appartiene alla famiglia delle Malvaceae e cresce nelle regioni tropicali. Si tratta di una pianta arbustiva perenne, che richiede terreno fertile e sabbioso, e un clima molto caldo con esposizione solare costante: durante i primi 4-5 mesi di crescita ha bisogno di circa 13 ore di luce solare al giorno.

In generale, il karkadè è un infuso conosciuto anche come tè rosso, tè Nubiano, Acetosa Giamaicana e tè d’ibisco. In Europa la bevanda ha fatto la sua prima apparizione durante il periodo coloniale, sebbene fosse già molto apprezzata in Africa, dove, oltre alla classica versione rossa, bevuta sia calda sia fredda, se ne consuma anche una verde. In Italia, l’infuso, inizialmente traslitterato come “carcadè”, è stato introdotto come prodotto coloniale proveniente dall’Eritrea, una colonia italiana dal 1860 al 1941. In passato, il karkadè veniva utilizzato come sostituto del tè e bevuto solitamente freddo e zuccherato, con l’aggiunta di succo di limone appena spremuto.

Infuso di Karkadè: tutti i benefici | @pixaby

Le proprietà benefiche dell’infuso di karkadè derivano in prima istanza dagli elementi e dai micronutrienti contenuti nei petali della pianta di ibisco, come le vitamine A, C e D, i  minerali calciopotassio magnesio, e gli antiossidanti antocianiflavonoidi, e tannini. Inoltre trattandosi di una malvacea, al pari della malva e dell’altea, la pianta contiene le mucillagini, note per la loro azione lenitiva e protettiva. Tale proprietà si esercita sui tessuti interni dell’organismo e risulta particolarmente efficace contro tutti i tipi di infiammazioni delle mucose, come le gengiviti, i mal di gola, il raffreddore e la tosse.

Inoltre, il karkadè è conosciuto per agevolazione la riduzione della pressione del sangue. Infatti, secondo alcune ricerche gli estratti di ibisco assunti per via orale per quattro settimane, sarebbero efficaci come antipertensivi tanto quanto i farmaci equivalenti

Tuttavia, i medici sconsigliano Il consumo di karkadè durante la gravidanza. Alcuni dati suggeriscono infatti che potrebbe promuovere le perdite mestruali, aumentando quindi il rischio di aborto. Inoltre la bevanda può ridurre i livelli ematici di zucchero e quindi deve essere assunto con cautela da chi è in trattamento farmacologico contro il diabete e da chi ha in programma un intervento chirurgico.

Ma ecco una breve panoramica dei benefici del consumo di karkadè sull’organismo:

  1. Stimolare l’attività renale e facilitare la funzione dell’apparato digerente
  2. Il consumo della bevanda è utile per agevolare la digestione, eliminare le scorie metaboliche e per combattere la stipsi, grazie alla sua azione leggermente lassativa
  3. Se bevuto come tisana, il karkadè possiede proprietà diuretiche e antisettiche delle vie urinarie
  4. La presenza degli antociani e dei flavonoidi rende l’Ibisco una pianta angioprotettiva, cosicché il karkadè risulta un alleato della circolazione
  5. La bevanda si denota per alcune capacità regolatrici della pressione sanguigna

Come sfruttare i benefici del karkadè, infuso o impacco

Generalmente, il modo più semplice per preparare un infuso di karkadè è quello di acquistare i preparati già pronti al supermercato, spesso sotto forma di bustine, proprio come quelle per il tè. Oppure, è possibile prepararlo in modo artigianale, essiccando i fiori dell’ibisco, da lasciare in ammollo in acqua quasi bollente in una quantità di circa 2 cucchiaini, per poi filtrare il tutto. Dato il sapore già particolarmente gradevole e dolce, è consigliato evitare di aggiungere zucchero bianco o di canna, oppure miele o dolcificanti.

Se si optasse invece per i preparati di karkadè già pronti, è necessario seguire il classico procedimento per la tisana, mettendo un pentolino pieno d’acqua sul fuoco e portandolo a ebollizione. Dopo aver versato l’acqua in una tazza aggiungere una bustina di infuso per tazza, lasciare riposare per circa 8 – 10 minuti, poi estrarre la bustina. A questo punto la tisana si può bere così, calda o fredda, o aggiungendo zucchero o miele per dolcificarla ancora di più.

Bevanda a base di ibisco: karkadè | @pixaby

Come si accennava in precedenza, assunto sotto forma di infuso, il karkadè può risultare leggermente lassativo e per questo si consiglia di non assumerne in quantità eccessive. Poi, fatta eccezione per casi ben specifici, come gravidanza o ipertensione, il karkadè è solitamente ben tollerato dall’organismo. Infatti, l’infuso non influisce negativamente sulla funzionalità epatica e renale a basse dosi.

In ogni caso, tra i molteplici utilizzi possibili, oltre al canonico infuso rossastro, il karkadè è anche ottimo sotto forma di impacco per la cura dei capelli, visto che li rende lucidi e morbidi, e della pelle, soprattutto per lenire scottature e irritazioni. Infatti, la presenza di mucillagini e polifenoli ne consente l’applicazione a livello cutaneo, per esempio come lenitivo o doposole. Per realizzare un impacco a base di karkadè è necessario preparare un infuso ristretto, per poi applicarlo, con una compressa di garza, sulle zone del corpo più arrossate dopo essersi esposti al sole.

Federica Cirone

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