Il karkadè è un infuso ottenuto a partire dal calice essiccato dei fiori di Hibiscus sabdariffa, pianta perenne appartenente alla famiglia delle Malvaceae originaria dell’India occidentale e coltivata nelle zone subtropicali di Asia e Africa.
Dai fiori della pianta si ottiene una bevanda dissentante e diuretica apprezzata per i suoi benefici e proprietà oltre che per l’assenza di caffeina.
Il karkadè è noto anche come tè di ibisco o tè dell’Abissinia, è caratterizzato dall’inconfondibile colore rosso intenso e un gusto leggermente acidulo. Si prepara in maniera simile al classico tè, consumabile sia caldo che freddo.
In Italia, l’infuso, noto come carcadè, è stato introdotto come prodotto coloniale proveniente dall’Eritrea (colonia italiana dal 1860 al 1941): in passato, il karkadè veniva utilizzato come sostituto del tè e bevuto solitamente freddo e zuccherato, con l’aggiunta di succo di limone appena spremuto.
In altri Paesi europei invece è spesso utilizzato come ingrediente delle tisane miste e spesso in associazione a malva o rosa canina.
Gli estratti di karkadè vengono infine utilizzati anche in ambito cosmetico ad esempio nelle creme antirughe, nei prodotti per la pelle sensibile e soggetta ad arrossamenti e irritazioni.
Molto diffuso è anche l’uso del karkadé per i capelli, non solo per renderli più lucidi e morbidi ma anche per enfatizzare i riflessi rossastri.
Le principali proprietà attribuite al karkadè sono diuretiche, antinfiammatorie, antiossidanti, emolienti, blandamente lassative, lenitive, rinfrescanti e toniche.
Per le sue proprietà il karkadè viene ampiamente adoperato in erboristeria e fitoterapia. Oltre a essere consumato come infuso, si trova anche sotto forma di estratto secco in capsule o come tintura madre.
Grazie alle proprietà dell’ibisco, il consumo di karkadè ha azioni antinfiammatoria e antiossidante, utile per proteggere i vasi sanguigni e a contrastare la fragilità capillare varici, le emorroidi, la couperose e la cellulite.
I pigmenti del karkadè svolgono un’azione epatoprotettiva: il loro essere antiossidante dona al karkadè benefici sul fegato perché aiuta a combattere i danni dei radicali liberi.
Le proprietà diuretiche dell’infuso di karkadè contribuiscono ad abbassare la pressione sanguigna e, unite all’azione antinfiammatoria e antiossidante, possono migliorare il decorso delle infezioni e delle infiammazioni a carico delle vie urinarie come la cistite e aiutare a combattere la ritenzione idrica.
Inoltre il karkadè ha azione emoliente e blandamente lassativa, dunque il suo consumo può aiutare al alleviare la stipsi cronica.
Infine, diversamente dal tè, il karkadè non contiene caffeina, ma presenta comunque un’azione tonica che aiuta a combattere stanchezza e astenia.
Il consumo di tè al karkadè durante la gravidanza è sconsigliato: alcuni dati suggeriscono infatti che potrebbe promuovere le perdite mestruali, quindi aumentare il rischio di aborto.
Inoltre il karkadè può ridurre i livelli ematici di zucchero, quindi deve essere assunto con cautela da chi è in trattamento farmacologico contro il diabete e da chi ha in programma un intervento chirurgico; infine può abbassare la pressione.
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