Attraverso un decreto di legge approvato nell’ultimo Consiglio dei Ministri, il Governo italiano ha deciso di porre un divieto alla produzione e alla commercializzazione dei cibi sintetici, altrimenti indicati anche come “in provetta”.
Una scelta la cui origine parrebbe essere il desiderio di proteggere qualità, benessere e tradizione della gastronomia dell’Italia e per i trasgressori sono state previste multe che possono andare da 10.000 fino a 60.000 euro.
Proviamo a entrare più nel dettaglio e a capire che cosa si vuole indicare quando si parla di cibo sintetico.
Il cibo sintetico, noto anche come cibo artificiale o “in provetta”, è quell’alimento, destinato al consumo umano, che viene creato artificialmente in laboratorio.
Ciò significa che la sua origine non è naturale, ovvero non avviene attraverso i soliti processi di agricoltura o allevamento.
Il cibo sintetico viene, infatti, coltivato in specifici contenitori da laboratorio, sfruttando l’utilizzo di sostanze chimiche che permettono la moltiplicazione cellulare.
Un esempio è rappresentato dalla carne sintetica, oppure anche dal pesce sintetico, dove cellule di tessuto muscolare vengono prelevate dall’animale scelto e messe a contatto con delle sostanze chimiche in laboratorio, affinché tali cellule si possano poi moltiplicare.
Questa pratica viene utilizzata anche per produrre latte sintetico o pure mangimi sintetici per animali.
L’uomo, quindi, non è l’unico cliente a cui vengono destinati i cibi sintetici, per la cui creazione talvolta vengono utilizzate anche delle stampanti 3D alimentari.
“I prodotti da laboratorio non garantiscono qualità e benessere e non garantiscono la tutela della cultura e della tradizione enogastronomica italiana, a cui è legata parte della nostra tradizione”.
Con queste parole il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, ha spiegato la decisione italiana di fermare la produzione e la vendita di cibi sintetici nel Belpaese, riscontrando anche l’appoggio di Coldiretti e del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, il quale ha commentato così:
“È una legge significativa, che si basa sul principio di precauzione perché oggi non ci sono studi scientifici sugli effetti dei cibi sintetici. [Con questa decisione] Vogliamo ribadire il massimo livello di tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia del patrimonio della nostra Nazione e della nostra cultura agroalimentare, che si basa sulla dieta mediterranea“.
Una decisione, quella presa dal Governo, che ha però sollevato anche pareri contrari, espressi da chi non considera il cibo sintetico una minaccia né per la salute di chi lo consuma né per l’identità di un Paese.
Nel novembre del 2022 la Food and Drug Administration ha dato il proprio consenso alla commercializzazione di nuggets di pollo sintetici negli Stati Uniti d’America.
Una prima sperimentazione, quella sulla carne, che è stata poi estesa anche ai già citati pesce e latte, giungendo così alla creazione di diversi cibi sintetici da poter mettere in commercio.
Questa novità ha riscosso subito un discreto successo anche di investitori, iniziando a creare un nuovo mercato nel settore della gastronomia, dove restano però ancora alcuni dubbi circa l’utilizzo di questi alimenti.
Le maggiori critiche che sono state mosse al cibo sintetico riguardano la sua ancora dubbia sicurezza alimentare, la sua sostenibilità ambientale, il suo impatto economico e anche l’eticità legata alla sua produzione.
Tutti dubbi leciti, i quali però, ad oggi, non trovano certezze.
Essendo la creazione in laboratorio di cibi sintetici una pratica ancora relativamente giovane e in fase di osservazione, non esistono ancora studi che dimostrino un diretto rischio per la salute di chiunque decida di assumere questi alimenti.
Non è detto, quindi, che il cibo sintetico possa portare un danno alla salute del consumatore, ma, nonostante ciò in Europa attualmente non sono ancora state autorizzate immissioni in commercio di questi cibi.
Anche per questo motivo, l’Italia ha potuto operare liberamente e vietare la produzione e la commercializzazione di questi prodotti nel Belpaese.
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