Secondo i dati pubblicati da Eurostat – l’Ufficio di statistica dell’UE – relativi al 2022, l’Italia è il Paese dell’Unione Europea più anziano, con un’età media pari a 48 anni, rispetto al target europeo che si attesta attorno ai 44,4 anni.
Inoltre, sempre il Belpaese, è primo in classifica nella lista dei Paesi con il più elevato rapporto tra anziani (over 65) e persone in età lavorativa, con il 37,5%.
“L’età è aumentata di 2,5 anni (in media di 0,25 all’anno) rispetto ai 41,9 anni del 2012” spiega Eurostat. Tra i Paesi dell’UE, l’età media varia dai 38,3 anni di Cipro, ai 46,1 della Grecia, i 46,8 del Portogallo e i 48 dell’Italia. In totale 18 Paesi dell’UE erano al di sotto dell’età media dell’Unione Europea.
Precisa l’Eurostat che, tra il 2012 e il 2022, l’indicatore è aumentato in tutti i Paesi dell’UE tranne che in Svezia, dove è diminuito da 40,8 anni nel 2012 a 40,7 anni nel 2022.
A Malta l’età media non ha subito variazioni nei dieci anni, rimanendo a 40,4 e in cinque Paesi UE è aumentata di 4 anni o più. In Portogallo è aumentata di +4,7 anni, seguita dalla Spagna (+4,3), Grecia e Slovacchia (+4,1) e Italia (+4).
Tra il 2021 e il 2022 l’età media è aumentata in 24 Paesi dell’UE, mentre è diminuita in Germania (-0,1 anni) ed è rimasta costante in Austria e nei Paesi Bassi. La crescita maggiore in questo anno in analisi è stata osservata in Grecia (+0,6 anni) e in Repubblica Ceca (+0,5).
Tutta l’Europa sta invecchiando sotto i nostri occhi e, secondo Eurostat, continuerà a farlo inesorabilmente nei decenni a venire.
Un’età mediana così alta, e in continuo aumento, si può spiegare attraverso diversi motivi, come l’aspettativa di vita che aumenta sempre di più e la natalità che risulta molto bassa da decenni.
Il fenomeno viene chiamato dall’Eurostat invecchiamento di fondo e, per l’Italia in particolare, uno degli elementi che spiega un aumento così veloce e costante è anche l’emigrazione di molti giovani che prendono residenza in altri Paesi.
Nel 2022 è aumentato anche l’indice di dipendenza degli anziani dell’UE, ovvero il rapporto tra il numero di anziani (over 65) e il numero di persone in età lavorativa (15-64 anni).
Nel 2022 era del 33%, pari a 0,5 punti percentuali in più rispetto al 2021, e il dato è aumentato di 5,9 punti percentuali dal 2021, rispetto al 27,1%. L‘indicatore chiaramente varia tra i vari Paesi dell’Unione Europea, pur rimanendo superiore al 20% in tutti gli Stati membri, e l’Italia ha il rapporto più elevato con il 37,5%.
A seguire ci sono la Finlandia con il 37,4% e il Portogallo con 37,2%, mentre i tassi più bassi si sono registrati in Lussemburgo (21,3%), Irlanda (23,1%) e Cipro (24,5%).
Rispetto a un decennio prima, i maggiori aumenti dei rapporti sono stati registrati in Finlandia, Polonia e Repubblica Ceca, mentre i più bassi in Lussemburgo, Austria e Germania.
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