Anche il nostro cervello invecchia, come tutto il resto del coperto. È un invecchiamento ineluttabile, diverso da persona a persona. È un processo graduale. Invecchiando, il cervello si restringe e diminuiscono le sue capacità di vascolarizzazione che rimane la più importante nell’intero organismo. Aumentano, quindi, i rischi di ictus, le demenze e i deficit cognitivi, anche a causa dei cambiamenti ormonali, che possono portare alla compromissione della memoria. Ci sono cambiamenti morfologici e strutturali. Il cervello si rimpicciolisce, appunto, di circa il 5% ogni 10 anni, dopo i 40 anni, con un tasso di declino che aumenta progressivamente alla soglia dei 70. Inoltre, l’invecchiamento biologico può essere accelerato da abitudini malsane. Vediamo quali.
L’attività fisica fa bene al cervello: anche soltanto 30 minuti di camminata veloce o corsa ogni giorno giova alla sua salute. Lo sport fa bene ad ogni età, ma se aumentiamo l’attività fisica a partire dai 60 anni, allora miglioriamo le funzioni cognitive e la memoria del lavoro.
L’esercizio con i pesi aiuta il nostro corpo a tutte le età. In particolare alle donne, soggette a bruschi cambiamenti ormonali a causa della menopausa. La difficoltà motoria compromette anche la freschezza a livello cerebrale.
Bere troppo alcol fa invecchiare il cervello in maniera prematura e più velocemente. Il consumo abituale di alcol sarebbe connesso in maniera diretta alla difficoltà a trovare le parole (afasia) nonché a una maggiore probabilità di “contrazione” del cervello, fenomeno associato al morbo di Alzheimer.
Non bisogna fare una vita troppo sedentaria, tipo stare inermi sul divano e non smettere di guarda la televisione. Fa male al nostro corpo, fa male quindi anche al nostro cervello.
Bisogna cercare sempre di più delle connessioni sociali. Quando si diventa grandi e passano gli anni, è sempre difficile trovare amicizie sincere e disinteressate. L’amicizia è una vera e propria medicina della mente.
Fare un lavoro stressante e frenetico (soprattutto organizzato su turni notturni), porterebbe in maniera inevitabile a un invecchiamento precoce delle funzionalità cerebrali. Forse è meglio avere una professione meno frenetica e stancante. Ma certo, l’impresa non è per niente facile.
Se moderati consumi di caffè sembrerebbero giovare alle nostre capacità di concentrazione e produttività, l’abuso di caffeina comporterebbe danni. Ma il dibattito, sulle associazioni tra eccessiva assunzione di caffè e funzioni cognitive, è aperto.
Bastano poche sigarette a settimana per fare danni al cervello. Questo emerge da uno studio condotto dal King’s College di Londra, e pubblicato sulla rivista Age and Ageing. Il cervello dei fumatori sia di 10 anni più vecchio rispetto ai coetanei.
Il nostro modo di pensare è condizionato anche dal nostro modo di comportarci e dall’atteggiamento posturale. Esistono teorie interessanti (Cuddy) che collegano i cambiamenti ormonali alla postura.
Se non si mangia sano, andiamo incontro a molti problemi. Infatti, è ormai dimostrato che il cervello subisce dei danni prolungati nell’assorbire sostanze nutritive di basso livello. E non bisogna neanche mangiare troppo perché l’obesità nella mezza età è causa di un’accelerata riduzione del volume cerebrale e dello spessore della corteccia.
Bisogna sempre imparare nuove cose per esercitare la memoria. La pigrizia è un nostro nemico. Il fatto di non avere curiosità, di non leggere libri, ad esempio, contribuisce ad atrofizzare il cervello, accelerando il suo processo di declino. Ci si può dilettare con i cruciverba, viaggiare e continuare a prestare i propri servizi professionali anche in età avanzata. Tutto questo aiuta.
La meditazione è in grado di rallentare gli effetti dell’invecchiamento sul nostro cervello, secondo le ricerche sul tema del Centers for Disease Control and Prevention.
Questo è un punto essenziale. Il sonno ha specifiche funzioni che aiutano l’organismo e in particolare il cervello a rimanere lucido, attivo e riposato. Dormire bene, almeno 7-8 ore al giorno, è molto importante.
Vivere in una zona malsana non aiuta. L’inquinamento atmosferico, ambientale, acustico e luminoso finisce con l’abbassare la qualità della nostra vita. Infatti, gli agenti inquinanti agiscono in maniera diretta sul sistema nervoso centrale, con conseguenze negative sullo sviluppo cognitivo incidendo sul rischio di demenza negli anziani.
Sottovalutare i sintomi di stress e ansia e un potenziale insorgere della depressione, avrebbe ripercussioni certe e negative sull’invecchiamento del cervello. In sostanza, la freschezza mentale è una qualità necessaria per invecchiare bene.
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