Intossicazioni alimentari: perché aumentano in estate?

In estate, complice il caldo, viene registrato un aumento delle intossicazioni e tossinfezioni alimentari. Proprio per via del caldo, fare attenzione a cosa mangiare diventa più importante rispetto alle altre stagioni dell’anno. L’Italia, secondo le statistiche, si posiziona al secondo posto della classifica per numero di intossicazioni registrate, causate spesso dall’indigestione di cibi contaminati da sostanze tossiche o microorganismi patogeni. Le intossicazioni si manifestano con sintomi più o meno gravi, come diarrea, vomito, nausea, febbre ecc. Ma esiste un modo per evitale?

Come evitare le intossicazioni alimentari

Accendere forno e fornelli il meno possibile per evitare il caldo e risparmiare gas ed elettricità: in estate cambia anche il modo di cucinare e mangiare. Secondo i dati di un’indagine Legacoop/Ipsos, il 47% degli italiani ha ridotto l’utilizzo del forno, il 31% ha aumentato il consumo di alimenti che richiedono cotture veloci, il 29% il consumo di alimenti che non richiedono cottura e il 24% cuoce grandi quantitativi di cibo che vengono porzionati e surgelati. In questo modo, però, aumenta notevolmente il rischio di incorrere in intossicazioni alimentari, questo perché la conservazione del cibo con l’aumentare del caldo risulta essere molto più delicata e complicata.

Verdure surgelate
Immagine | Pixabay @Issaurinko – Saluteweb.it

Con il sole e il gran caldo, come sappiamo e abbiamo già detto, “in estate si regista un aumento di intossicazioni e tossinfezioni alimentari“. Lo segnala all’AdnKronos Salute Simona Chialastri, biologa nutrizionista dell’Ini, Istituto neurotraumatologico italiano. “Esistono oggi al mondo più di 250 tra intossicazioni e tossinfezioni alimentari, e il nostro Paese secondo le statistiche europee occuperebbe il secondo posto nella classifica del numero di intossicazioni alimentari registrate. Lo riferisce il nuovo report europeo sulle zoonosi e sugli episodi epidemici di tossinfezione alimentare relativo al 2014. Questi problemi – aggiunge – si manifestano con differenti sintomi più o meno gravi, come vomito, diarrea e nausea, e una maggior gravità nelle popolazioni più sensibili come anziani, bambini e malati“.

Tutte le persone hanno la possibilità di essere colpiti da intossicazioni e tossinfezioni alimentari, ma la maggior gravità si riscontra generalmente nelle fasce di popolazione più sensibile come gli anziani, i bambini e le persone già affette da altre malattie.

In generale tutti i cibi crudi, poco cotti o preparati con latte crudo, tra cui formaggi freschi, gelati, verdure crude, cibi non cotti come carne e pesce o uova rappresentano un rischio per la salute.

Per evitare di incorrere in intossicazioni alimentari sono importantissime le condizioni in cui i cibi sono mantenuti durante le varie fasi di conservazione. È fondamentale tenere il meno possibile i cibi a temperature comprese tra i 5 e i 65 gradi, poiché è questa la temperatura ideale per il rapido moltiplicarsi dei batteri. La catena del freddo, invece, previene lo sviluppo e la moltiplicazione di alcuni microorganismi, a patto che la conservazione si mantenga costantemente sotto i 5 gradi.

Ma vediamo alcuni consigli pratici che, se attuati al meglio, possono fare veramente la differenza, evitando malori e problemi al proprio organismo che, a volte, risultano essere anche decisamente gravi.

Tra i consigli troviamo:

  • L’igiene prima di tutto: lava bene le mani prima di toccare i cibi
  • Evita che il cibo entri in contatto con mosche e insetti
  • Tieni separati carne e pesce dagli altri alimenti
  • Utilizza attrezzature diverse per cibi cotti e crudi
  • Cuoci completamente i cibi, la cottura incompleta potrebbe non essere sufficiente
  • Non lasciare i cibi cotti a temperatura ambiente
  • Non scongelare i cibi a temperatura ambiente
  • Non ricongelare cibi precedentemente scongelati
  • Scegli alimenti che abbiano subito trattamenti per renderli sicuri come la pastorizzazione nel caso del latte
  • Usa acqua sicura
  • Lava bene frutta e verdura prima di consumarla (meglio se con l’aggiunta di un po’ di bicarbonato)
  • Lava esternamente le uova e consumale solo cotte

Tra le tossinfezioni più diffuse troviamo:

  • Campylobacter: responsabile del 5-14% dei casi di diarrea in paesi come USA, Inghilterra e Svezia, si trova in animali come pollame, suini e bovini.
  • Escherichia coli: gli alimenti a rischio sono latte e formaggi non pastorizzati, carne bovina poco cotta (o cruda) e alimenti freschi come l’insalata.
  • Salmonella: può provocare salmonellosi, febbre tifoide e paratifoide. Gli alimenti più a rischio sono uova, carne di maiale, pollame. Le cause ancora una volta possono essere scarsa igiene e trattamenti termici inadeguati.
  • Shigella: provoca infiammazione intestinale, diarrea con febbre e si trova generalmente in verdure crude non ben lavate, latte e prodotti caseari, pollami.
  • Listeria monocytogenes: l’uomo può infettarsi venendo a contatto con animali infetti o alimenti contaminati come il latte. Nella gestante può provocare aborto e meningite del neonato.
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