Ci sarebbero i batteri della pelle come causa principale delle infezioni post operatorie. Questo secondo uno studio riportato da NewScientist, e ripreso dal Corriere della Sera, condotto su poco più di 200 persone sottoposte a procedure spinali. Le infezioni chirurgiche post operatorie potrebbero essere causate principalmente da batteri che già vivono sulla pelle piuttosto che da una contaminazione esterna. Gli ospedali, e non è un segreto, hanno degli standard igienici molto rigorosi: dalla sterilizzazione di indumenti a quella degli strumenti chirurgici proprio per evitare questo genere di complicanze. Però, secondo questo studio americano, il 3% delle persone circa che subiscono un intervento chirurgico sono colpite da un’infezione dopo l’operazione. E allora in questo caso qual è la causa? L’ipotesi è che molte infezioni post operatorie, appunto, potrebbero derivare dal microbioma cutaneo di un individuo.
Questa ipotesi appena citata è stata fatta da un gruppo di scienziati dell’Università di Washington a Seattle guidati da Dusting Long, anestesista e specialista in medicina di terapia intensiva. Il gruppo di lavoro ha raccolto tamponi cutanei prima e dopo un intervento di chirurgia spinale di 204 pazienti. Quattordici persone hanno sviluppato infezioni alla ferita. Dopo aver analizzato i microbiomi responsabili, il team ha scoperto che 12 dei casi riguardavano batteri che facevano già parte del microbioma cutaneo dei pazienti già prima dell’intervento chirurgico. “Praticamente quasi tutte le infezioni al sito chirurgico che abbiamo riscontrato provenivano dal microbioma del paziente e non da agenti patogeni introdotti dall’ospedale o dalla sala operatoria”, sono state le parole ripresa dal Corriere della Sera di Stephen Salipante, tra gli autori dello studio. I ricercatori si aspettano risultati simili per qualsiasi intervento chirurgico che comporti un’incisione sulla pelle.
Per spiegare meglio la questione dei batteri, è bene dire che la pelle esiste in simbiosi con le popolazioni microbiche che ci vivono. È fondamentale che ci sia un equilibrio tra le varie specie di batteri. I “batteri amici” aiutano a tenere lontani quelli che possono causare problemi. Come se ci fosse una sorta di dialogo continuo tra i batteri e la pelle per preservare il benessere di quest’ultima. I “batteri amici” aiutano a svolgere la famosa “funzione barriera” e interrompono il circolo vizioso di secchezza e fastidio. Per coltivare un microbioma efficiente, la parola d’ordine è la diversità. Ogni cm2 di pelle ospita ben un miliardo di microbi. Maggiore è la varietà dei batteri, meglio è per la pelle.
Questo giusto per dare un’indicazione su quali batteri vivono sulla nostra pelle. Tornando, invece, allo studio, i ricercatori hanno anche evidenziato che il 59% degli organismi che causano infezioni scoperti durante lo studio erano resistenti agli antibiotici somministrati prima dell’intervento chirurgico proprio con l’intento di bloccare le infezioni. “Scoprendo i tratti di resistenza agli antibiotici nel microbioma prima dell’intervento chirurgico, sarebbe possibile adattare la terapia antibiotica a ogni singolo paziente per renderla così il più efficace possibile”, ha concluso Salipante. Come risolvere la questione? In futuro potrebbe essere molto utile scoprire i metodi più efficaci per sterilizzare la pelle delle persone prima di un’operazione.
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