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Stili di vita

Il tè verde matcha può davvero aiutare l’ADHD? Gli studi

L’argomento ha spopolato su TikTokReddit e sui gruppi Facebook dedicati all’ADHD: a quanto pare il tè verde, nello specifico il matchaha alcuni degli stessi benefici dell’Adderall, in una forma più delicata, economica e accessibile.

Circa il 10% dei bambini statunitensi e l’8% degli adulti hanno una diagnosi di ADHD e le diagnosi sono aumentate del 123% dal 2007 al 2016, e ad oggi continuano a salire.

Come mai si cercano alternative all’Adderall?

Sebbene esistano diversi farmaci per l’ADHD, tra cui il Ritalin e il Vyvanse, l’Adderall continua a essere il più prescritto.  A partire dall’ottobre 2022, i ritardi di produzione hanno creato una carenza di Adderall che si è protratta per tutto l’inverno e la primavera.

Foto | Unsplash @Haley Lawrence – Saluteweb.it

Unitamente all’aumento della domanda, questo è stato un disastro. L’adattamento dei dosaggi psichiatrici è un processo lungo e noioso per i pazienti, e per molti questi farmaci significano essere in grado di svolgere con competenza il proprio lavoro o di portare a termine le necessità domestiche.

Hanno un ruolo nelle relazioni personali e professionali. Se non si riesce a trovare il proprio farmaco, si cercano alternative per disperazione.

Quali sono le differenze tra Adderall e matcha?

L’Adderall è il farmaco più popolare prescritto ai pazienti affetti da ADHD: si tratta di uno stimolante dell’apparato nervoso centrale che dovrebbe aiutare a migliorare la concentrazione ridurre l’impulsività al cambiamento che molti affetti da ADHD provano.

Foto | Pixabay @Mirkostoedter – Saluteweb.it

Si tratta di un farmaco serio e i suoi componenti principali sono le anfetamine, questo spiga anche il motivo dell’abuso di Adderall. È diventato infatti molto popolare nei campus universitari per aiutare gli studenti a studiare.

Il farmaco però ha alcuni effetti collaterali che alcune persone tollerano meglio rispetto alle altre: sensazione di cuore accelerato o palpitazioni vere e proprie, ansia, sudorazione, mal di testa, secchezza della bocca e altro ancora.

Stiamo anche vivendo una carenza così grave a livello nazionale che i forum sull’ADHD sono assediati da persone che chiedono consigli su come affrontare il lavoro, la scuola o le relazioni senza i loro farmaci.

Il Matcha è tè verde macinato, non molto diverso da qualsiasi altro tè. Si tratta semplicemente di foglie non ossidate della pianta Camellia sinensis.

Il tè verde preparato in infusione non ha un sapore molto diverso da quello degli altri tè, ma il matcha, in quanto concentrato, tende a essere piuttosto erbaceo e trasforma la maggior parte delle bevande in un delizioso color chartreuse.

La fama del tè verde si concentra su due composti: la caffeina e la L-teanina, un amminoacido non essenziale. Mentre la caffeina può essere assunta da diverse fonti, il caffè non contiene L-teanina, definita un nootropo, un potenziatore cognitivo, e si possono acquistare integratori di questa sostanza, saltando completamente il matcha (molte persone aggiungono la L-teanina al caffè).

Il tè verde può aiutare davvero i sintomi dell’ADHD?

Sono stati condotti studi sulla caffeina e sulla L-teanina e i loro effetti sull’ADHD, ma è difficile estrapolare queste conclusioni per suggerire l’efficacia del matcha.

Foto | Unsplash @
petr sidorov – Saluteweb.it

Il motivo è semplice: quando le persone assumono matcha, ne utilizzano quantità variabili piuttosto che una quantità costante, ogni organismo metabolizza i componenti del matcha in modo diverso e il volume di caffeina e L-teanina è minimo rispetto alle dosi terapeutiche di Adderall o di farmaci prescritti in modo simile. In breve, il confronto è tra mele e arance.

Tuttavia ci sono potenziali benefici: uno studio del 2021 ha suggerito che il matcha, come aggiunta alla caffeina – in quantità elevate – ha avuto un piccolo effetto positivo sulle prestazioni lavorative e sull’attenzione in situazioni di forte stress.

Rispetto a ciò, bere una tazza di matcha è davvero un microdosaggio. Occorrerebbero molte tazze (uno studio ne ha suggerite otto) per raggiungere una dose terapeutica dei composti contenuti nel matcha.

L’utilità degli integratori di caffeina e L-teanina

Nel 2021, i ricercatori hanno analizzato gli studi degli ultimi 20 anni su questi composti e l’ADHD. Hanno utilizzato i seguenti criteri: cognizione, tempi di reazione, concentrazione, mal di testa, stanchezza o vigilanza.

Sebbene gli effetti collaterali della caffeina includessero alcuni degli stessi dell’Adderall – quali emicrania e problemi cardiaci – è stato riscontrato un netto miglioramento dell’attenzione  sostenuta a breve termine e della cognizione generale negli adulti.

Le conclusioni però non quantificano l’efficacia della caffeina e della L-teanina e non confrontano i risultati con quelli dell’Adderall o di trattamenti più convenzionali. Infine, va notato che gli studi, nel complesso, sono stati condotti su un numero ridotto di partecipanti.

Va inoltre ricordato che la caffeina e la L-teanina hanno i loro effetti collaterali come mal di testa da astinenza e aumento della pressione sanguigna o tachicardia. Dosi elevate di L-teanina sono associate a nausea.

In breve, sebbene la caffeina e la L-teanina possano essere promettenti, i loro effetti sono ancora poco conosciuti e studiati. La maggior parte delle persone che usano il matcha a scopo terapeutico lo fanno a dosaggi molto più bassi di quelli necessari per vedere un qualsiasi effetto e, se così fosse, avrebbero alcuni degli stessi effetti collaterali che osservano le persone che assumono farmaci prescritti.

D’altra parte, anche a bassi dosaggi, come quelli di una tazza di matcha, questi composti hanno effetti negativi molto limitati. È improbabile che facciano male e potrebbero avere un effetto placebo.

Giulia De Sanctis

Laureata in Comunicazione e Valorizzazione del Patrimonio Artistico Contemporaneo, collaboro attivamente con riviste e testate web del settore culturale, enogastronomico, tempo libero e attualità.

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