Alcuni studi hanno evidenziato una forte correlazione tra il lavoro svolto nelle ore notturne e il rischio di poter contrarre il tumore al seno, malattia che ogni anno in Italia colpisce 50 mila donne. In Francia il lavoro notturno è stato per la prima volta riconosciuto come fattore di rischio del cancro al seno. La notizia che era stata riportata dal conseil médical, ovvero l’organo che prende in considerazione le richieste di poter riconoscere le malattie professionali nella pubblica amministrazione, riguarda il caso di un’infermiera francese. Alla donna, ormai in pensione, le era stato diagnosticato un tumore al seno dopo che la stessa aveva svolto un totale di 873 turni di notte presso l’Hôpital de Sarregueminesm. Tra malattia e condizioni lavorative vi è una stretta correlazione, come ha raccontato la stessa stampa francese. Dopo 14 anni di lotta sindacale, infatti, la causa del tumore è stata ritrovata proprio nel lavoro notturno che l’infermiera aveva svolto, e la patologia è stata riconosciuta come malattia occupazionale.
Anche se le ipotesi dei vari studi che nel corso degli anni hanno affrontato l’argomento non sono ancora solide, la possibilità che il lavoro notturno possa essere un fattore collegato al rischio di ammalarsi di tumore al seno, sembrano appoggiate da solide motivazioni. Attività lavorative svolte di notte contribuirebbero a stress, stanchezza e allo stravolgimento dei ritmi circadiani che comportano la diminuzione di melatonina. La produzione di melatonina viene condizionata dalla luce che avvertono i nostri occhi, regolandosi così di conseguenza. Questa aumenta in condizioni di scarsa luce, stimolando quindi il sonno. Quando l’esposizione alla luce si protrae anche durante le ore notturne, in cui non vi è presenza di quella naturale, i ritmi circadiani vengono scombussolati. Se succede questo, si può andare incontro a diverse conseguenze di tipo psicofisiche. Il ritmo circadiano influenzerebbe anche il sistema immunitario favorendo altre patologie, tra cui quelle cardiache.
Nursing Up De Palma, storico sindacato italiano della categoria infermieristica, ha dichiarato che indagini confermano un aumento di rischio di tumore al seno tra le infermiere: “numeri preoccupanti, con addirittura un picco del 50% dei casi di cancro tra le operatrici sanitarie europee, negli ultimi anni“.
L’Italia vorrebbe condurre uno studio che possa mettere in luce altri dettagli importanti legati alla questione che ha interessato la Francia. “La decisione, frutto di un lungo percorso portato avanti con l’ausilio del sindacato, rappresenta un interessante precedente anche nel nostro paese, poiché le evidenze scientifiche e le argomentazioni poste a fondamento del provvedimento potrebbero essere richiamate nelle istanze verso l’INAIL o, in caso di contenzioso, negli atti processuali per il riconoscimento del tumore come malattia professionale, in situazioni analoghe al caso dell’infermiera francese”, afferma Elisabetta Iannelli, vicepresidente di Aimac (Associazione Italiana Malati di Cancro, Parenti e Amici).
“Vogliamo occuparci della salute delle persone che lavorano in ospedale. Circa i due terzi del personale infermieristico è donna e fa turni: per questo abbiamo quindi mandato una richiesta al Ministero della Salute che finanzierà questo studio con i fondi PNRR. Potremo così confermare o meno il legame tra lavoro notturno e tumore mammario e questo ci consentirà di adottare, se necessario, gli opportuni approcci di medicina preventiva”. spiega Francesco Violante, direttore dell’Unità Operativa di Medicina del Lavoro.
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