È noto ormai a tutti che il 2023 è stato l’anno più caldo da quando ci sono le misurazioni della Terra, a partire dal 1850. O almeno questo sostiene l’agenzia europea Copernicus. E attenzione: il 2024 potrebbe essere ancora peggio. I cambiamenti climatici stanno mettendo in ginocchio il nostro pianeta e potrebbe influire negativamente, e in maniera davvero molto pericolosa, sulla salute di tutti noi. Facciamo un esempio? Secondo uno studio cinese, ripreso dal Corriere della Sera, il caldo estremo fa aumentare le probabilità di insorgenza dell’ictus ischemico acuto. Si tratta della chiusura di un’arteria cerebrale, con conseguente riduzione di apporto di sangue e ossigeno al cervello. Una condizione gravissima, che può portare a disabilità e morte. Questo è quanto viene fuori dall’analisi condotta dall’Università Fudan di Shanghai e pubblicata su Jama Network Open. Uno studio che ha indagato le connessioni tra esposizione a temperature elevate e incremento del rischio di ictus ischemico ed è basata sui dati di 82.455 pazienti. Risultato: le probabilità di un attacco salgono immediatamente con il caldo estremo.
Si è arrivati a questi risultati prendendo in esame i dati di oltre 200 Stroke Unit (sono i Centri per la cura dell’ictus) in Cina su pazienti adulti (età media 65,8 anni) ricoverati nelle stagioni calde tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2021. Detto questo, chi sono le persone più a rischio? Con il caldo estremo (si intende oltre i 30 gradi almeno), è risultato maggiore per i maschi e i pazienti con una storia di dislipidemia, ipertensione o fibrillazione atriale. Altri fattori di rischio accertati per l’ictus ischemico sono ipertensione, fumo di sigaretta, alimentazione scorretta, sedentarietà e inquinamento atmosferico. Dando un’occhiata alle statistiche, l’ictus è la seconda causa di morte, dopo le malattie ischemiche del cuore: è responsabile del 9-10% di tutti i decessi e rappresenta la prima causa di invalidità. Ogni anno si registrano in Italia circa 90mila ricoveri dovuti all’ictus cerebrale, di cui il 20% sono recidive. Ed è altissima la mortalità: il 20-30% delle persone colpite da ictus muore entro un mese e il 40-50% entro un anno. Solo il 25% dei pazienti sopravvissuti a un ictus guarisce completamente, il 75% deve convivere con una qualche forma di disabilità e di questi la metà è portatore di un deficit così grave da perdere l’autosufficienza.
“I nostri risultati indicano un forte legame tra esposizione al calore e aumento del rischio di ictus ischemico, sottolineando l’urgenza di strategie preventive durante i periodi di caldo estremo”, ha commentato al Corriere della Sera Xinlei Zhu dell’Università Fudan, tra gli autori del lavoro. Ma quali sono i motivi che aumentano il rischio ictus? Il calore potrebbe aumentare il flusso sanguigno cutaneo e la sudorazione, portando a disidratazione e conseguente aumento di concentrazione e viscosità del sangue. Fattori che possono portare alla formazione di trombi (tromboembolismo). Quindi, all’aumento del rischio di ictus ischemico. Diverse le strategie di prevenzione: i ricercatori cinesi sostengono che le persone a rischio di ictus (in particolare i maschi con dislipidemia, ipertensione o fibrillazione atriale) dovrebbero fare esercizio fisico con (molta) cautela, ridurre le attività all’aperto e utilizzare l’aria condizionata nelle giornate in cui le temperature sono molto alte.
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