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Il 75% dei partecipanti ai combattimenti basati sugli schiaffi rimedia una lesione cerebrale

In pratica, ci sono due persone una di fronte all’altra che si schiaffeggiano a turno in faccia a mano aperta il più forte possibile. In tutto questo, non si indossano protezioni

Uno sport, se proprio così vogliamo chiamarli, denominato “slap fighting”, ossia lotta a base di schiaffi sul volto, offre l’ennesima prova di quanto i colpi alla testa (traumi cranici) siano dannosi per il cervello. Lo studio, ripreso dal Corriere della Sera, arriva da un team di neurologi dell’Università di Pittsburgh, in Pennsylvania pubblicato di recente su JAMA Surgery. Quella della lotta a schiaffi è un programma molto diffuso negli States, che oltre oceano è arrivato alla terza stagione ufficiale. In pratica, ci sono due persone una di fronte all’altra che si schiaffeggiano a turno in faccia a mano aperta il più forte possibile. In tutto questo, non si indossano protezioni.

Cervello | pixabay @geralt

I ricercatori analizzando gli incontri della prima stagione, hanno notato diversi segni visibili di commozione cerebrale tra i concorrenti. Quali? Sguardi vuoti o assenti, lentezza nell’alzarsi, problemi di coordinazione, vomito, amnesia o crisi convulsive.

Lo studio

Sono stati 333 gli schiaffi analizzati e sono stati osservati segni di commozione cerebrale dopo 97 schiaffi, quasi nel 30% dei casi. Dei 56 concorrenti che sono stati osservati, 44 hanno mostrato almeno un segno di commozione cerebrale, ovvero più di tre quarti del gruppo. Invece, 20 concorrenti hanno mostrato anche segni visibili di una seconda commozione cerebrale. I concorrenti che mostravano segni di commozione cerebrale hanno perso la sfida nel 75% dei casi.

Come accade in tutti studi, anche questo ha dei limiti: il campione di piccole dimensioni e il basarsi su segni solo visibili (e non diagnosticati) di commozione cerebrale. “La lotta a schiaffi potrebbe essere uno sport da combattimento più pericoloso di quanto si pensasse in precedenza e si dovrebbero adottare strategie per prevenire la mortalità neurologica tra i partecipanti”, hanno scritto gli studiosi e riportato sempre dal Corriere della Sera.

Tipi di malattia

Come si può ben intuire, queste commozioni cerebrali naturalmente non fanno bene alla salute dei partecipanti a questa gara di ceffoni in pieno volto. Questi colpi possono causare l’encefalopatia traumatica cronica (CTE), una sindrome che può portare a un deficit di attenzione, demenza, disorientamento, perdita di memoria, depressione, difficoltà nel linguaggio, alterazione della personalità. La malattia è caratterizzata da depositi diffusi nel cervello di una forma anomala della proteina tau, tipica di alcune demenze, come l’Alzheimer.

Cervello | pixabay @TheDigitalArtist

Ci sono altri (e sono tantissimi) studi che sottolineano quanto sia pericoloso ricevere questi colpi in testa. Nel mirino, tempo fa, era finito anche il football americano. Una ricerca era stata condotta su circa duemila ex giocatori di football americano nella National Football League (NFL) e aveva mostrato, per un terzo degli atleti, problemi di deterioramento cognitivo, mal di testa, dolore cronico, basso livello di testosterone e, per il 25% di loro, pensieri suicidi. Insomma, nulla di salutare. Anzi, i colpi alla testa sono dannosi sempre, gli effetti si protraggono nel tempo e i danni si sommano e questo discorso vale anche per gli sport amatoriali dei ragazzi.

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Redazione Saluteweb

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