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I tremori alla mano di Djokovic: quali possono essere le cause

Non è un ottimo periodo per Novak Djokovic, atteso al Roland Garros a Parigi, ma eliminato al secondo turno dell’Atp 250 di Ginevra per mano del ceco Tomas Machac (6-4, 0-6, 6-1). “Certo che sono preoccupato. Quest’anno non ho giocato bene per niente, a parte qualche partita qua e là. Le cose sono quelle che sono, non mi vedo come il favorito a Parigi”, le sue parole. Una considerazione severa ma lucida dopo un’altra prestazione che ha lasciato tanta delusione. Però, a preoccupare i suoi tifosi non è tanto il momento delicato, in termini di risultati sportivi, che sta attraversando il tennista numero uno al mondo, bensì il tremore alle mani mentre era a bordocampo Che non è una novità. Nel 2022, alle Atp Finals di Torino, contro Daniil Medvedev si verificò lo stesso episodio. E poi ancora nella finale contro Casper Ruud.

Novak Djokovic | ansa epa @Martial Trezzini

Allora Djokovic spiegò che quel fenomeno non dipendeva da alcun problema fisico, ma era soltanto dovuto alla stanchezza, al nervosismo e alla tensione del match. Sensazioni che sono tornate anche a Ginevra: “Cercherò di prendere le partite una dopo l’altra. Non ho passato una bella serata e oggi è stata dura. Ho avuto delle sensazioni orribili durante la prima parte della partita. Non voglio togliere alcun merito a Tomas, che ha meritato la vittoria, ma non so cosa pensare di questa partita. Preferisco dimenticarlo. Non so nemmeno come ho fatto a vincere il secondo set. Speravo di giocare più di una partita quando sono venuto qui, e ne ho giocate tre. Ma vorrei potermi sentire meglio. Non è bello soffrire così in campo. È difficile concentrarsi sul tennis quando hai altro in mente. Spero solo di essere pronto per il Roland Garros”, le sue parole.

Il tremore essenziale

Al di là dell’aspetto sportivo, è bene capire cosa sta succedendo a Djokovic. In linea generale, come ha spiegato Gianni Pezzoli, presidente della Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson, “quando muoviamo un braccio e poi lo manteniamo fermo in una posizione tutti tremiamo, chi più chi meno. Anche la persona all’apparenza ‘più ferma’ ha lievissime oscillazioni perché il tremore di base esiste ed è normale, non si può eliminare. A volte può capitare che questo tremore fisiologico, da fenomeno impercettibile e rilevabile a fatica a occhio nudo, si accentui, in rari casi fino a diventare invalidante. Di solito questo tremore chiamato essenziale si manifesta sopra i 40 anni, ma può già comparire nel bambino, spesso quando c’è una familiarità. Riguarda soprattutto le mani, la testa e a volte la voce, che assume un’intonazione tremolante, quasi a scatti. Molto raro è il tremore ortostatico”.

Le cause

Le cause non sono del tutto note: “In alcuni casi è evidente una predisposizione genetica visto che il tremore essenziale si manifesta spesso in più membri della stessa famiglia – ha continuato –. In generale si è visto che l’attività dopaminergica è ancora normale, ma inferiore rispetto a quanto si osserva nelle persone ‘sane’, ma non chiaramente ridotta come avviene nella malattia di Parkinson. Studi recenti hanno evidenziato un coinvolgimento del cervelletto: particolari cellule presenti in questa area cerebrale sono diminuite in chi trema. In questi pazienti il cervelletto non è in grado di svolgere in modo corretto il suo compito di ‘ripulire’ il movimento”.

Novak Djokovic | ansa epa @Martial Trezzini

C’è da chiarire che il tremore essenziale e quello parkinsoniano presentano caratteristiche diverse, anche se talvolta vengono confusi. Il primo aumenta con l’attività muscolare e nelle situazioni che richiedono fini movimenti come scrivere, truccarsi o bere da una tazzina. Invece, il tremore parkinsoniano si manifesta a riposo e tende a scomparire con l’effettuazione di un movimento volontario. E deve però essere accompagnato da altri tipici sintomi come lentezza nei movimenti e rigidità muscolare.

Salvatore Riggio

Lo sport nel cuore. Ho iniziato questo meraviglioso viaggio seguendo il calcio giovanile, per poi ritrovarmi a seguire "i grandi" e a scovare notizie sgomitando tra un avvenimento e un altro, cercando di andare sempre oltre a ciò che vediamo. La curiosità come fonte vitale, la passione come benzina. Senza tralasciare ciò che accade nel mondo, lontano da un campo di calcio.

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