Approfondimenti

I cibi fritti e soprattutto le patatine favoriscono ansia e depressione

Uno studio cinese dell’autorevole Università Zhejiang in Cina, e pubblicato sulla rivista Pnas, ha evidenziato come il consumo frequente di cibi fritti rappresenti un grosso fattore di rischio per disturbi come ansia e depressione. Mangiare cibi fritti farebbe infatti aumentare del 12% la possibilità di soffrire d’ansia e del 7% di disturbi di depressione. La frittura avrebbe quindi conseguenze negative sulla salute mentale e proprio per questo gli esperti consigliano di non abusare di questa tecnica di cottura.

Foto | pixabay @ivabalk

Più rischi per i maschi e i giovani

Lo studio è stato condotto dagli studenti della storica Università di medicina cinese Zhejiang University con un esperimento che ha coinvolto 140.728 persone. Dai risultati è stato riscontrato un maggiore coinvolgimento nei rischi da parte dei consumatori di sesso maschile e di giovane età.

Perché i cibi fritti peggiorano i comportamenti legati all’ansia e alla depressione?

Secondo i ricercatori, i cibi fritti, soprattutto le patatine, favoriscono ansia e disturbi depressivi. Le ricerche hanno evidenziato l’azione determinante dell’acrilammide, presente in grandi quantità proprio in questi alimenti. Questa sostanza influenzerebbe, a lungo andare, i comportamenti associati ad ansia e depressione perché induce disturbi del metabolismo dei grassi nel cervello e può causare neuro infiammazione. Dagli studi si è potuto notare che una lunga esposizione a questo elemento potrebbe alterare il metabolismo degli sfingolipidi e dei fosfolipidi, che svolgono un’importante ruolo nella regolazione dello sviluppo dei sintomi legati ai disturbi dell’umore citati prima.

È importante ridurre il consumo di cibi fritti per proteggere la salute mentale

In sostanza, secondo i ricercatori, l’acrilamide sembra essere in grado di aumentare i sintomi di ansia e depressione a causa della sua azione sul metabolismo dei lipidi nel cervello e sulla neuro infiammazione. È raccomandato quindi ridurre il consumo di cibi fritti, in particolare delle patate fritte, per proteggere la salute mentale.

Foto | pexels

Il professore Giorgio Calabrese, medico specialista in Scienze dell’Alimentazione qualche anno fa affermava che: “Friggere fa quasi sempre male, farlo con l’olio di semi non va bene, optare per l’olio extravergine di oliva fa meno male, ma comunque è sempre meglio evitare“. Nonostante questo, è bene sottolineare che la frittura sana esiste, e possiamo parlarne quando verifichiamo che qualità dell’olio, temperatura e altri fattori siano equilibrati correttamente. Se non si esagerare con le porzioni e con la frequenza si possono assumere cibi fritti, ma quando si eccede, i rischi per la salute fisica e mentale possono essere diversi.

Giuliana Presti

Laureata in Giornalismo e Cultura Editoriale presso l'Università di Parma. Scrivo di cinema, cultura e attualità e amo la fotografia e la buona musica.

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