Mancanza di concentrazione, stanchezza, umore instabile, ma anche irritabilità, agitazione e insonnia. Sono tutti potenziali segnali di una carenza di triptofano, un aminoacido, presente in molte proteine di origine animale e vegetale, dal quale dipende gran parte dell’equilibrio del nostro benessere emozionale.
Si tratta di un nutriente essenziale, cioè che non può essere sintetizzato dall’organismo e che quindi deve essere necessariamente assunto attraverso il cibo. Ma quali sono i benefici associati all’assuzione di triptofano e in quali alimenti si trova.
Il triptofano è implicato in diversi meccanismi e processi dell’organismo, tra cui la regolazione del tono dell’umore e della libido, il ritmo sonno-veglia e la percezione della fame e del dolore. Come spiegato in un approfondimento pubblicato sul portale del polo ospedaliero Humanitas, oltre a partecipare alla sintesi delle proteine, il triptofano è il precursore della serotonina, ormone che agisce come neurotrasmettitore, controlla l’umore a livello cerebrale e provoca il restringimento dei vasi sanguigni. Per questo spesso si consiglia la sua integrazione per migliorare le performance atletiche, combattere la depressione, l’ansia e l’insonnia, per aiutare a smettere di fumare e contro il disturbo da deficit di attenzione o iperattività e la sindrome di Tourette. Inoltre gli integratori a base di triptofano vengono consigliati anche in caso di apnee del sonno, dolori al volto, forme gravi di sindrome premestruale e bruxismo.
Come detto, il triptofano è un aminoacido che deve essere necessariamente introdotto con la dieta. Gli alimenti che ne sono particolarmente ricchi sono il cioccolato, la frutta secca, i latticini, i legumi – in particolare i ceci e le lenticchie – ma anche i cereali integrali, le carni bianche di pollo e di tacchino e infine il pesce. Il fabbisogno quotidiano nell’adulto è stimato in 3-3.5 mg/kg.
L’uso di questo amminoacido come integratore è dovuto sostanzialmente al suo ruolo nella sintesi di serotonina. Tuttavia, come segnalato dagli specialisti dell’Humanitas, la sua integrazione può talvolta comportare bruciori e dolori allo stomaco, eruttazioni e gonfiori addominali, nausea e vomito, diarrea, perdita dell’appetito, mal di testa, sensazione di avere la testa leggera, sonnolenza, secchezza delle fauci, vista sfocata, debolezza muscolare e problemi nella sfera sessuale. Per questo, può essere controindicata in caso di problemi renali o epatici, gravidanza e allattamento, e dovrebbe essere evitata da chi soffre di eosinofilia, perché è stata associata alla cosiddetta sindrome eosinofilia-mialgia. La sua assunzione potrebbe inoltre interferire con i trattamenti a base di antidepressivi che agiscono aumentando il livello di serotonina nel cervello. Infine, il triptofano potrebbe aumentare la sonnolenza associata all’assunzione dei sedativi.
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