Hikikomori, di cosa si tratta e quali sono le cause scatenanti

In questo articolo andremo a scoprire tutto ciò che c’è da sapere a proposito di un fenomeno sempre più in crescita: l’Hikikomori

L’eccessiva connessione ai social network, la qualità insoddisfacente delle interazioni sociali, una scarsa fiducia nelle relazioni, l’esperienza di cyberbullismo e bullismo, la limitata partecipazione ad attività sportive e l’insoddisfazione per la propria immagine corporea. Sono questi alcuni dei principali elementi che contribuiscono all’insorgere del fenomeno dell’Hikikomori tra gli adolescenti italiani, una condizione di isolamento sociale che si è intensificata dopo la pandemia di Covid-19. A evidenziarlo è una ricerca condotta dal team multidisciplinare “Mutamenti sociali, valutazione e metodi” (Musa) dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Irpps). I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports. Ma che cos’è esattamente l’Hikikomori?

Caratteristiche, cause e molto altro sull’Hikikomori

Il termine Hikikomori ha origini giapponesi e deriva dai verbi hiku (tirare indietro) e komoru (ritirarsi), utilizzati per descrivere una condizione caratterizzata da un isolamento sociale estremo e prolungato, che colpisce principalmente adolescenti e giovani adulti. Letteralmente, Hikikomori significa “ritirarsi, isolarsi, restare confinati” e viene impiegato per definire una forma di auto-reclusione patologica, in cui la persona sceglie volontariamente di non uscire dalla propria abitazione.

Caratteristiche dell'Hikikomori
Caratteristiche dell’Hikikomori | Pixabay @ – Saluteweb

 

Inizialmente, si pensava che questa problematica fosse strettamente legata alla cultura giapponese. Tuttavia, negli ultimi anni, l’Hikikomori è passato dall’essere considerato un fenomeno tipico del Giappone a una questione con possibili ripercussioni sulla salute globale. Questo cambiamento è stato favorito dall’aumento di studi epidemiologici, analisi di casi clinici e resoconti giornalistici che hanno evidenziato la diffusione del fenomeno in diverse parti del mondo.

L’Hikikomori è oggi considerato un fenomeno legato alla salute mentale con radici socio-culturali, più che un disturbo psichiatrico a sé stante. Infatti, non è ancora riconosciuto come una diagnosi ufficiale nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM). Tuttavia, è ampiamente accettato che per gestirlo sia necessario l’intervento di uno psichiatra o di un altro professionista specializzato in salute mentale.

Cause e fattori di rischio

La natura patologica e i fattori che contribuiscono all’Hikikomori non sono ancora completamente chiariti, ma la comprensione di questo fenomeno dal punto di vista biologico, psicologico e sociale è in costante sviluppo.

Le ricerche indicano che esperienze traumatiche legate a sentimenti di vergogna e fallimento rappresentano elementi scatenanti comuni in diverse culture. Episodi come il non superamento di esami importanti o il mancato raggiungimento di un obiettivo lavorativo possono spingere verso il ritiro sociale. Per evitare di rivivere tali traumi, gli Hikikomori scelgono di sottrarsi ai percorsi convenzionali imposti dalla società.

Molti di loro desiderano essere dimenticati dalla società, ma, al tempo stesso, non riescono a dimenticare il mondo esterno. Piuttosto, lo osservano passivamente attraverso videogiochi e social network, vivendo una sorta di “morte sociale”. Nei più giovani, il principale motivo di isolamento è la sensazione di inadeguatezza rispetto ai propri coetanei, specialmente nell’ambiente scolastico. Questo senso di disagio porta a un’intensa ansia sociale e a difficoltà nel relazionarsi con gli altri.

Anche il rapporto con i genitori gioca un ruolo determinante: una presenza eccessivamente stimolante o, al contrario, iperprotettiva può generare pressioni e aspettative che favoriscono il ritiro sociale. Tra i fattori ambientali più significativi associati alla gravità dell’Hikikomori emergono la scarsa comunicazione familiare e l’uso eccessivo di internet. Inoltre, gli studiosi stanno approfondendo le possibili correlazioni tra questa condizione e disturbi come la depressione, l’ansia sociale e l’agorafobia.

I sintomi

Per essere classificato come Hikikomori, un individuo deve presentare le seguenti caratteristiche:

  • Isolamento sociale significativo all’interno della propria abitazione;
  • Ritiro sociale continuativo per un periodo minimo di sei mesi;
  • Compromissione del funzionamento quotidiano o disagio psicologico derivante dall’isolamento.
Sintomi dell'Hikikomori
Sintomi dell’Hikikomori | Pixabay @ – Saluteweb

 

L’intensità del fenomeno può variare a seconda della frequenza con cui la persona esce di casa:

  • Chi esce solo occasionalmente (2-3 giorni a settimana) è considerato in una fase lieve o moderata del ritiro sociale;
  • Chi lascia la propria abitazione raramente (1 giorno a settimana o meno) presenta un livello più grave di Hikikomori.

Al contrario, chi esce frequentemente (4 o più giorni a settimana) non rientra nei criteri diagnostici di questa condizione.

Conseguenze dell’isolamento

Il prolungato isolamento sociale tipico dell’Hikikomori può avere diverse ripercussioni negative:

  • Aumenta il rischio di sviluppare sintomi depressivi, influenzando negativamente l’alimentazione, l’attività fisica e il ciclo sonno-veglia, spesso completamente alterato;
  • Lo stress costante, la percezione negativa del futuro e la presenza di disturbi depressivi o ansiosi possono incrementare la tendenza all’autolesionismo;
  • Il progressivo distacco dalla realtà può favorire l’insorgenza di disturbi dissociativi o ossessivo-compulsivi.

Strategie di intervento

Attualmente, il trattamento dell’Hikikomori si basa sul graduale recupero delle capacità di interazione sociale e sull’inserimento progressivo in ambiti lavorativi o scolastici. Alcune delle strategie più adottate includono:

  • Coinvolgimento della famiglia: i genitori devono favorire un dialogo aperto e privo di giudizi, evitando misure coercitive come la privazione di dispositivi tecnologici, che potrebbero peggiorare la situazione;
  • Supporto psicologico e psichiatrico: un percorso terapeutico può essere essenziale per affrontare il disagio emotivo, e nei casi più gravi si può valutare un trattamento farmacologico per gestire eventuali sintomi depressivi;
  • Valorizzazione delle capacità individuali: aiutare gli Hikikomori a esprimere le proprie abilità in un contesto socialmente accettabile può rappresentare un passo importante verso la reintegrazione.
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