Gymtimidation, la paura di essere giudicati in palestra

Moltissime persone pensano si iscriversi in palestra ma vengono frenate da qualcosa. Qual è il motivo principale? Probabilmente l’ansia è quella di essere giudicati da tutti solo perché si sta entrando in quell’ambiente per la prima volta. In questo caso, farà piacere sapere che non è pazzia, ma un sentimento condiviso che si chiama “gymtimidation“.

Ragazza timida in palestra
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@Harsh Gupta

Che cos’è la “gymtimidation”?

Secondo alcuni studi sono sempre di più le persone che si sentono inadeguate, giudicate, al solo ingresso in palestra. Soprattutto le donne hanno la sensazione di essere costantemente osservate, e riconducono il motivo al fatto di non sentirsi abbastanza allenate rispetto agli altri habitué, di non sollevare abbastanza peso, di non conoscere il funzionamento dei macchinari. Un’intervista condotta a 2 mila americani ha rilevato che la metà di loro ha manifestato ansia al pensiero di iscriversi o di frequentare la palestra.

Eppure, si tratta più che altro di una brutta sensazione. In effetti, il mondo del fitness è molto aperto verso le new entry, e le persone sono pronte ad aiutare chi ne ha bisogno (anzi, soccorrere gli altri aumenta il proprio ego e fa sentire utili). In genere, ognuno pensa a se stesso e al proprio allenamento, e se ci sentiamo osservati probabilmente è una semplice occhiata di curiosità (oppure chi fissa ha lo sguardo un po’ perso per la fatica). Addirittura, una “gymfluencer” ha fatto un piccolo esperimento girando un video in cui si allenava in palestra con degli stivali molto vistosi, e nessuno si soffermava su di lei o le diceva qualcosa.

Come si supera?

Per cercare di affrontare questa paura del giudizio, questo senso di intimidazione, si potrebbe innanzitutto provare a frequentare la palestra in orari poco trafficati. In linea di massima la mattina presto e il primo pomeriggio sono gli orari migliori, perché dal tardo pomeriggio in poi la maggior parte della gente esce dal lavoro e si indirizza direttamente in palestra. Altro consiglio è quello, se si è appena iscritti e si vuole conoscere l’ambiente, di fare un primo allenamento con un personal trainer, così da prendere confidenza con i macchinari e poter fare tutte le domande del caso. Oppure, se si vuole lavorare in autonomia, è utile anche scaricare app per il fitness, con consigli e tutorial.

Potrebbe darsi che all’inizio non piaccia andare in palestra, ma lo si faccia per consapevolezza del proprio fisico, per migliorarsi. Se per il timore di essere giudicati eviteremo di andare in palestra (non instaurandoci mai un vero rapporto) potremmo finire per odiarla e frequentarla, alla fine, solo una o due volte a settimana. Bisognerebbe osservare la regola dei piccoli passi: andare poco alla volta e fare allenamenti mirati, così da sentirsi soddisfatti dopo ogni allenamento e accrescere la voglia di tornarci.

Personal trainer
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@Jonathan Borba

Cercare delle motivazioni

Se andare da soli spaventa, si può cercare un amico che venga con noi. E, se proprio non si trova nessuno disposto a farlo, un’idea è quella di iscriversi anche ai corsi di gruppo. Si potrebbe provare a fare amicizia con qualcuno del corso, così da avere un compagno per chiacchierare o semplicemente da salutare di volta in volta. Non sentirsi soli in un ambiente “scomodo” è molto utile.

A livello psicologico poi, bisognerebbe fare lo sforzo di non paragonarsi mai agli altri, che spesso è l’errore più comune ed è ciò che porta alla sensazione di frustrazione (soprattutto nelle donne) di vedersi sempre “meno”: meno allenate, meno in forma, meno toniche. La consapevolezza che tutti dovremmo avere è che ognuno ha un corpo diverso, una forma diversa.

Non ha senso criticarsi costantemente, perché in questo modo aumentiamo lo stress che già proviamo, quando dovremmo essere i primi alleati di noi stessi. Per aiutare in questo è utile tenere traccia scritta dei nostri passi in avanti. Aiuto maggiore potrebbe derivare da un personal trainer fisso, che ci segua per un buon numero di allenamenti, così da farci notare anche quello che noi non vediamo.

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