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Giornata mondiale della salute, il 90% degli adolescenti italiani non pratica sport quotidianamente

Domani, martedì 8 aprile, si terrà un convegno della Rete italiana città sane Oms a Roma per promuovere il benessere nei quartieri. Dati allarmanti rivelano che 9 adolescenti su 10 non praticano sport. Si discuterà di politiche per la salute e riduzione delle disuguaglianze

Una ragazza impegnata in una partita di pallavolo | Pixabay @Tania Van den Berghen – Alanews.it

In occasione della Giornata mondiale della salute, emergono dati allarmanti riguardo le abitudini sportive degli adolescenti italiani. Secondo un rapporto della Rete italiana città sane – Oms, ben il 90% dei giovani tra gli 11 e i 15 anni non svolge attività fisica quotidiana, mentre meno del 10% riesce a rispettare le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, che suggerisce almeno 60 minuti di attività fisica al giorno. Questo scenario preoccupante si inserisce in un contesto più ampio di crisi del benessere infantile, con un bambino su cinque tra gli 8 e i 9 anni che risulta in sovrappeso e un altro in obeso.

L’importanza di stili di vita sani

Il convegno che si svolgerà domani a Roma, in concomitanza con la Giornata mondiale della salute, mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di promuovere stili di vita sani fin dalla giovane età. Il focus dell’evento, intitolato ‘Healthy beginnings, hopeful futures’, si concentra sulla salute nei primi mille giorni di vita di ogni bambino. Intervenire in questa fase cruciale è essenziale per ridurre le disuguaglianze e migliorare lo sviluppo a lungo termine, come sottolineato da Lamberto Bertolè, presidente nazionale della Rete italiana città sane.

Politiche sanitarie integrate

Secondo Bertolè, è fondamentale che i luoghi di vita quotidiana, come le città, diventino laboratori di politiche sanitarie integrate. I quartieri, le scuole e gli spazi pubblici devono fungere da presidi per il benessere fisico e mentale. La rete ha analizzato i dati raccolti da diverse fonti, tra cui Istat, Crea-Okkio alla Salute e Censis, per evidenziare l’urgenza di una maggiore sensibilizzazione della popolazione sulla prevenzione e l’importanza di appelli alle istituzioni per colmare le lacune esistenti.

Criticità del sistema sanitario

L’analisi dei dati rivela una scarsa attenzione generale degli italiani verso la salute. Solo il 37% degli adulti svolge attività fisica con regolarità, rispetto al 61% della media europea. Inoltre, il 7,6% dei cittadini ha rinunciato a cure mediche nel 2023 a causa di difficoltà economiche o lunghe attese, un tasso in aumento rispetto al 6,3% del 2019. Questo trend è preoccupante e indica una gestione sbagliata delle risorse e una mancanza di sensibilizzazione adeguata.

Anche la disponibilità di servizi sanitari è disomogenea: in alcune periferie urbane, solo il 40% dei residenti ha accesso tempestivo alle strutture sanitarie, mentre il dato sale all’85% per chi vive nei centri urbani. Dal 2010 al 2020, i posti letto ospedalieri nelle grandi città sono diminuiti, passando da 4,5 a 3,8 ogni mille abitanti. Inoltre, i presidi socio-sanitari sono insufficienti a soddisfare le necessità della popolazione, con appena 7 posti ogni mille residenti nel 2023.

A fronte di queste criticità, il Paese investe il 9,4% del proprio Pil in sanità, una percentuale inferiore alla media europea del 10,9%. Solo il 74% delle spese è coperto da fondi pubblici, a fronte dell’80% della media Ue. Questi numeri evidenziano la necessità di un rinnovato impegno politico e sociale per garantire un accesso equo e di qualità ai servizi sanitari.

Durante il convegno, esperti, amministratori locali e rappresentanti del terzo settore si confronteranno per rafforzare alleanze territoriali e costruire un sistema sanitario più inclusivo e resiliente. La salute pubblica non può essere affrontata in modo settoriale; è necessaria una visione integrata che valorizzi il ruolo cruciale dei comuni come promotori di innovazione e collaborazioni efficaci. Solo attraverso politiche intersettoriali e relazioni collaborative si potrà davvero trasformare il principio di ‘Salute per tutti’ in una realtà concreta.

Redazione Saluteweb

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