Giornata Mondiale del Parkinson: caratteristiche della malattia e incidenza

Oggi, 11 aprile, si celebra la Giornata Mondiale del Parkinson: ecco tutto ciò che c’è da sapere a proposito

Giornata Mondiale del Parkinson
Giornata Mondiale del Parkinson | Pixabay @Highwaystarz-Photography – Saluteweb

 

La Giornata Mondiale del Parkinson, celebrata il 11 aprile, rappresenta un’importante opportunità per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa malattia neurodegenerativa in costante crescita. Negli ultimi 25 anni, il numero di casi di Parkinson è raddoppiato e si prevede che raddoppierà nuovamente nei prossimi 15 anni. Questi dati allarmanti non devono solo farci prendere coscienza della gravità della situazione, ma anche stimolare una maggiore informazione e comprensione della malattia, affinché le persone possano riconoscere i segnali precoci e agire tempestivamente.

Caratteristiche della malattia di Parkinson

La malattia di Parkinson colpisce principalmente il sistema nervoso centrale, portando a una progressiva perdita di dopamina, un neurotrasmettitore essenziale per il controllo dei movimenti. Sebbene il tremore sia uno dei sintomi più noti, non è il segno distintivo di questa condizione. Una ricerca condotta da AstraRicerche ha rivelato che solo un paziente su due manifesta tremori, mentre sintomi come la lentezza nei movimenti (72%), la rigidità muscolare (62%) e le difficoltà nella scrittura (58%) risultano essere molto più prevalenti. Inoltre, i disturbi del sonno, le problematiche vocali e la stanchezza sono tra le manifestazioni non motorie più comuni, con un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti.

Roberto Eleopra, direttore del dipartimento di Neuroscienze cliniche e della Neurologia 1 – Malattia di Parkinson e Disturbi del Movimento presso la Fondazione Irccs Carlo Besta di Milano, sottolinea l’importanza di riconoscere i segnali precoci della malattia. Tra questi si trovano disturbi del sonno, cambiamenti dell’umore e alterazioni dell’olfatto, che possono precedere di anni l’insorgenza dei sintomi motori classici, rendendo cruciale una diagnosi tempestiva.

L’importanza della diagnosi precoce

La diagnosi precoce è fondamentale per migliorare la qualità della vita dei pazienti e rallentare la progressione della malattia. Negli ultimi anni, la comunità scientifica ha fatto significativi progressi nella comprensione delle cause biologiche del Parkinson. In particolare, il ruolo dell’alfa-sinucleina, una proteina che accumulandosi può favorire la degenerazione neuronale, ha aperto nuove strade per l’identificazione precoce dei pazienti. L’intervento tempestivo permette di implementare trattamenti personalizzati, che includono terapie farmacologiche e approcci non farmacologici, come la riabilitazione fisica e le modifiche dello stile di vita, in particolare l’attività fisica. Sebbene non esista ancora una cura definitiva, le cure disponibili possono mantenere una buona qualità di vita anche quando la malattia avanza.

Incidenza e consapevolezza

In Italia, la situazione è preoccupante: otto persone su dieci non hanno una chiara comprensione di cosa sia il Parkinson, nonostante la sua prevalenza si attesti tra le 250 e le 300 persone ogni 100.000 abitanti. È importante notare che molti pazienti tendono a nascondere la malattia, specialmente nelle fasi iniziali, per paura dello stigma sociale e a causa della convinzione errata che si tratti di una condizione incurabile. Tuttavia, è fondamentale far sapere ai pazienti che esistono opzioni terapeutiche efficaci e che l’azione precoce è essenziale.

Sintomi e impatto sulla vita quotidiana

Un altro aspetto significativo è il modo in cui i sintomi del Parkinson influiscono sulla vita quotidiana dei pazienti. Secondo l’indagine condotta da AstraRicerche, il 67% degli intervistati ha segnalato che i loro ritmi di vita si sono rallentati, mentre il 59% ha dichiarato che i movimenti sono diventati faticosi. Questi cambiamenti hanno ripercussioni su diversi aspetti della vita, dal lavoro al tempo libero. Per il 53% degli intervistati, la malattia ha influenzato negativamente le attività ricreative, e il 23% ha riportato un impatto sulla loro carriera professionale. La malattia di Parkinson è più comune tra i 55 e i 65 anni, ma colpisce anche un numero considerevole di persone sotto i 45-50 anni.

In occasione della Giornata Mondiale del Parkinson, diverse iniziative sono state organizzate per aumentare la consapevolezza e promuovere attività fisica tra i pazienti. La Fondazione Limpe ha lanciato Parkithlon 2025, un triathlon che coinvolge persone con Parkinson, neurologi e caregiver, per sottolineare l’importanza del movimento. Inoltre, la campagna social #UnPassoControilParkinson mira a sensibilizzare sul ruolo fondamentale dell’attività fisica per chi vive con questa malattia. Un webinar, aperto a tutti, offrirà aggiornamenti sugli sviluppi nella ricerca e nelle terapie disponibili.

La ricerca continua a progredire su vari fronti, inclusi test salivari per la predizione dell’insorgere della malattia e nuove tecnologie per la riabilitazione motoria e cognitiva. La Fondazione Don Gnocchi di Milano, ad esempio, sta esplorando l’uso di robot e realtà virtuale per migliorare i risultati riabilitativi. Recenti studi hanno dimostrato che la riabilitazione può ridurre la necessità di farmaci e migliorare significativamente il quadro clinico dei pazienti, aprendo la strada a nuove terapie innovative e personalizzate.

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