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Giornata mondiale del donatore di midollo, l’importanza del gesto

Si celebra il 16 settembre la Giornata mondiale del donatore di midollo. Come sempre in questi casi, la ricorrenza è un momento per discutere, confrontarsi e dare spazio a un tema che ricopre un’importanza notevole, ma di cui non si parla mai abbastanza. Donare il midollo è un gesto volontario che può, concretamente, aiutare a salvare delle vite. Per pazienti colpiti da talassemie, leucemie, linfomi, mielomi e, in alcuni casi, tumori solidi e malattie autoimmuni il trapianto di midollo rappresenta, infatti, l’unica via percorribile per non morire. Può bastare soltanto questo per comprendere l’importanza di un gesto del genere.

Come si diventa donatore di midollo?

Esiste un registro nazionale dei donatori di midollo osseo. Per iscriversi è necessario avere determinate caratteristiche: avere un’età compresa tra 18 e 35 anni, pesare almeno cinquanta chilogrammi ed essere in buona salute. Una volta che si rispettano queste caratteristiche è possibile sottoporsi ad una prima visita di controllo. Si tratta, in sostanza, di un colloquio anamnestico e un prelievo di saliva o sangue, per procedere alla tipizzazione. Se non sono riscontrate controindicazioni cliniche, i dati raccolti vengono poi inseriti nel registro nazionale dei donatori, a sua volta collegato anche con quelli internazionali. Da quel momento si risulta ufficialmente iscritti alla lista dei potenziali donatori di midollo osseo e lo si resterà fino al raggiungimento del cinquantacinquesimo anno di vita. Questo limite non vale in una sola occasione, vale a dire in caso di donatori della stessa famiglia.

Immagine | Unsplash @Philippe Spitalier – Saluteweb.it

Ma come fare, nello specifico, per iscriversi? È necessario rivolgersi a uno dei centri donatori sparsi sull’intero territorio nazionale o, in alternativa, rivolgersi alle associazioni di settore come l’Associazione Donatori di Midollo Osseo (Admo) e la Federazione italiana associazioni donatori cellule staminali emopoietiche (Adoces), che potranno indicare la struttura più vicina da raggiungere. È, inoltre, attivo il sito del Registro italiano donatori di midollo osseo.

Quando si viene contattati per donare?

Una volta che si è inseriti nella lista, si può essere contattati in qualsiasi momento, qualora venisse individuata la compatibilità con un paziente. A quel punto vengono svolti ulteriori esami per confermare lo stato di salute e la compatibilità e si procede con la donazione. La disponibilità, anonima e gratuita, non ha limiti geografici. Si può essere chiamati a donare anche per una persona che vive dall’altra parte del mondo, ma il prelievo viene comunque effettuato in strutture ospedaliere, autorizzate a svolgere questa attività, più vicine alla residenza del donatore. Sarà il personale sanitario a preoccuparsi di far giungere a destinazione le cellule prelevate, al fine di procedere al trapianto nel paziente interessato.

Il Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo e il Gruppo Italiano Trapianti Midollo Osseo hanno concordato che i donatori volontari possono donare per un solo paziente presente in lista d’attesa (di midollo osseo) e che un’eventuale seconda donazione è possibile esclusivamente a favore del medesimo paziente.

Come funziona il prelievo di midollo?

I metodi di prelievo sono essenzialmente due. Nel primo caso, quello che potremmo definire tradizionale, il prelievo avviene tramite siringa, a livello delle creste iliache. Il prelievo viene effettuato in anestesia generale o epidurale, e dura circa un’ora. Si tratta di una procedura sicura che non comporta danni o menomazioni per il donatore, se si escludono i normali rischi legati alla anestesia e alle infezioni ospedaliere. Dopo il prelievo, è previsto che il donatore rimanga in osservazione, presso la struttura sanitaria di donazione, per un periodo di 24-36 ore; solo dopo questo tempo, ci saranno le dimissioni.

Il secondo caso, quello non tradizionale, è quello che riguarda la donazione fatta con sangue periferico. Il donatore 4-5 giorni prima del prelievo deve assumere dei farmaci (noti come fattori di crescita) in grado di stimolare il midollo a produrre e rilasciare nel circolo sanguigno nuove cellule staminali. Questi farmaci possono comportare, in alcuni casi, febbre, senso di stanchezza diffuso e comparsa di dolori ossei. Si tratta di sintomi che comunque scompaiono al termine della somministrazione. Il donatore è costantemente monitorato e le procedure di prelievo non necessitano di anestesia. In questo caso, il prelievo avviene attraverso una procedura di aferesi (simile a quella per la donazione di plasma e piastrine) ed è indolore. L’intera procedura dura circa 4 ore, si esegue in day-hospital e non richiede l’attuazione di alcuna forma di anestesia. Nel caso in cui le cellule ematopoietiche dovessero risultare insufficienti ai fini del trapianto, è possibile effettuare un nuovo prelievo sei giorni dopo il primo.

 

 

Gianluca Pirovano

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