
Il ginocchio varo visto ai raggi X | Photo by NP2025 licensed under CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/deed.en) - Alanews.it
È una condizione anatomica in cui le gambe assumono un aspetto arcuato verso l’esterno. Può essere congenita o dipendere da patologie come il rachitismo e la malattia di Blount
Il ginocchio varo, noto anche con l’espressione “ginocchia a O”, è una condizione anatomica in cui le gambe assumono un aspetto arcuato verso l’esterno. In termini medici, questa deformità è il risultato di un disallineamento tra femore e tibia, che invece di formare un asse dritto, generano un angolo aperto verso l’esterno lungo il lato mediale delle ginocchia. Si tratta di una condizione opposta rispetto al ginocchio valgo, dove le ginocchia tendono ad avvicinarsi una all’altra.
Spesso osservato nei bambini piccoli, il ginocchio varo è inizialmente fisiologico e tende a risolversi spontaneamente con l’inizio della deambulazione. Tuttavia, quando persiste oltre i 18 mesi di età, o si manifesta in età più avanzata, può essere la spia di patologie sottostanti o di problematiche strutturali.
Cause e fattori di rischio
Le origini del ginocchio varo possono essere molteplici. Alcune sono congenite, dovute cioè a anomalie genetiche o dello sviluppo fetale. Altre, invece, sono acquisite nel tempo. Tra queste, troviamo il rachitismo, la malattia di Blount (nota anche come tibia vara), l’artrosi, l’obesità, ma anche eventi traumatici come fratture mal consolidate o lesioni legamentose non trattate correttamente. Persino alcune infezioni ossee o disordini metabolici, come il morbo di Paget, possono causare o aggravare la condizione. Non va dimenticata poi la componente genetica, che può predisporre allo sviluppo del ginocchio varo in età avanzata o durante la crescita.
Una situazione particolare è quella dei calciatori, soprattutto giovani, nei quali il continuo gesto del calciare può portare a uno squilibrio muscolare e favorire il disallineamento tra femore e tibia, contribuendo all’insorgenza del varismo.
I sintomi da non ignorare
Nei casi lievi, il ginocchio varo può rappresentare solo un inestetismo, senza conseguenze funzionali. Tuttavia, quando la deformità è marcata, i sintomi possono diventare importanti. Dolore generalizzato alle ginocchia, instabilità durante la camminata, rigidità e limitazione nei movimenti sono segnali comuni. A causa del disallineamento, il menisco mediale è spesso sottoposto a un carico eccessivo, che può portare nel tempo alla sua degenerazione o rottura. Si possono avvertire scricchiolii, difficoltà a piegare il ginocchio e senso di instabilità, dovuti anche alla sofferenza dei legamenti, in particolare il collaterale laterale e il crociato anteriore. Nei casi più avanzati, il dolore può estendersi anche alla muscolatura della coscia e del polpaccio, a causa del continuo compenso posturale.
Quando rivolgersi al medico
La diagnosi di ginocchio varo è generalmente clinica. È sufficiente osservare la postura del paziente in posizione eretta per notare la distanza tra le ginocchia quando le caviglie sono unite. Tuttavia, per approfondire le cause e valutare l’eventuale presenza di complicanze, può essere necessario ricorrere a esami come la risonanza magnetica, le radiografie, o test di laboratorio per individuare eventuali alterazioni metaboliche.
È consigliabile consultare un medico ortopedico specializzato nel trattamento del ginocchio quando il dolore compromette le normali attività quotidiane, come salire le scale, camminare o anche semplicemente guidare.
Rimedi e possibilità di trattamento
Il trattamento del ginocchio varo dipende dalla gravità della deformità e dalla presenza o meno di sintomi. In assenza di disturbi funzionali, non è sempre necessario intervenire. Tuttavia, nei casi sintomatici o progressivi, è fondamentale agire per evitare complicanze come l’artrosi monocompartimentale mediale, una degenerazione precoce dell’articolazione causata dal sovraccarico.
In prima battuta, si preferisce un approccio conservativo. Questo include l’uso di plantari e scarpe ortopediche per migliorare l’appoggio del piede e correggere l’asse degli arti, fisioterapia mirata al rinforzo muscolare e alla correzione posturale, ginnastica per migliorare l’elasticità dei legamenti, e terapie farmacologiche come antinfiammatori o integratori condroprotettori. In alcuni casi, si ricorre anche a infiltrazioni di acido ialuronico per migliorare la lubrificazione articolare. Nei pazienti obesi, la perdita di peso può dare un contributo rilevante nel ridurre il carico articolare.
Quando il trattamento conservativo non dà risultati soddisfacenti o la deformità è particolarmente accentuata, si può valutare l’intervento chirurgico. L’osteotomia femorale è l’operazione più comune: consiste nel rimodellare la parte distale del femore per ripristinare l’allineamento corretto con la tibia. In casi più gravi, soprattutto se è presente una forma avanzata di artrosi, può rendersi necessaria una protesi al ginocchio.
Un problema risolvibile
Grazie ai progressi in campo medico e chirurgico, oggi il ginocchio varo può essere gestito in modo efficace e, in molti casi, risolto completamente. Un approccio tempestivo e personalizzato, basato sulla valutazione delle cause e della gravità, è essenziale per prevenire danni irreversibili e migliorare la qualità della vita di chi ne è affetto.