Sergio Volpini, ex concorrente del primo Grande Fratello, oggi ha una scuola di surf a Numana e aiuta i ragazzi disabili in spiaggia. Era stato definito dai media “Ottusangolo” per la sua capacità di esprimere concetti in una maniera astratta o fuori dagli schemi. Un nome che gli è rimasto attaccato dal 2000 e che lo ha fatto soffrire di gelotofobia, la paura di essere derisi.
Che cos’è la gelotofobia?
La gelotofobia è una parola che deriva dal greco: gélōs (γέλως = risata) e phobía (φοβία = paura, ansia). Si tratta di una particolare fobia sociale, per cui un determinato gruppo di individui teme la derisione in modo radicale e senza alcuna ragione valutano ogni tipo di risata in modo negativo. Sia essa una risata in un ristorante o un ridacchiare nei mezzi di trasporto pubblico. Alcune persone si sentono a disagio persino quando i gabbiani garriscono. Il punto è che con la gelotofobia queste persone attribuiscono ogni risata a sé stessi.
Cause e conseguenze
Nel tempo è stato possibile stilare una sorta di elenco per le possibili cause della gelotofobia. Tre sarebbero i principali fatto scatenanti: lo sviluppo del senso di vergogna durante le relazioni sociali nell’infanzia, traumi in giovane età (derisione) e veri e propri episodi di bullismo in età adulta.
Le conseguenze sono molteplici. Si rischia di chiudersi a riccio e ritirarsi dalla vita sociale per paura di essere ridicolizzato. Si mantengono poi atteggiamenti freddi e molto seri e si sviluppano disturbi psicosomatici: tendenza ad arrossire, cefalea intensiva, tremore, vertigini, disturbo del sonno. Scatta poi la “sindrome di Pinocchio”, cioè espressione del viso congelata (agelotica) del volto unita a movimenti goffi. Infine, attacchi violenti e rabbia incontrollata contro le persone che ridono di loro.
Come superare la gelotofobia
È chiaro che questa fobia sociale fa scaturire disturbi psichici collegati, che necessitano di un’ottima terapia da seguire e di un percorso costante. Anche nei casi in cui le conseguenze della gelotofobia non si sono manifestate in età adulta ma i sintomi sono presenti. Si può evitare che la paura prenda il sopravvento e che si tramuti in una vera e propria fobia.
Sempre seguendo una terapia con dei professionisti, si può lavorare sulla propria autostima, a metà tra il prendersi meno sul serio e il non dare più di tanta importanza ai commenti negativi altrui, concentrandosi su quelli invece positivi. A livello personale si può lavorare sulla propria suscettibilità: spesso con la gelotofobia crollano le difese emotive, per cui ci si sente offesi o feriti troppo facilmente. Succede perché attribuiamo a situazioni sociali e comportamentali un significato a volte diverso da ciò che in realtà sono.