Chi si è sottoposto almeno una volta nella vita a una gastroscopia lo sa bene: questo tipo d’esame è abbastanza invasivo e può creare parecchio fastidio.
Lasciare che un medico raggiunga il nostro stomaco infilando tubi e sonde nel nostro corpo non è, infatti, una soluzione molto comoda e, per questo, la novità di cui vi stiamo per parlare non potrà che essere accolta con entusiasmo.
In Cina è stata inventata una videocapsula robotizzata grazie alla quale sarà possibile eseguire una gastroscopia davvero poco invasiva.
Una capsula tecnologica per esplorare lo stomaco
Ideata dall’Ankon Technologies di Wuhan, azienda cinese specializzata in device medici altamente tecnologici (di recente ha anche aperto un polo negli USA, in Texas: AnX Robotica), il NaviCam Stomach System è la prima piattaforma robotica che permette di visualizzare l’interno dello stomaco grazie a una videocapsula.
Si tratta di un piccolo dispositivo della grandezza di una compressa di paracetamolo e il cui movimento viene governato da un joystick posto tra le mani di un medico.
Un sistema davvero innovativo e che permette di eseguire una gastroscopia nella maniera meno invasiva possibile per il paziente, oltre che in modo altamente tecnologico.
Grazie al supporto dell’intelligenza artificiale, questa videocapsula è in grado di riconoscere eventuali lesioni di stomaco e duodeno, tanto che da anni ormai tale mezzo è usato per lo studio dell’intestino tenue.
Uno studio che ora potrà essere effettuato anche a livello dello stomaco, dove fino a questo momento tale applicativo non era mai stato utilizzato (al di fuori della Cina, ndr) per motivi anatomici.
Essendo lo stomaco simile a una sacca, la capsula si perde al suo interno. Per questo, è necessario governarne il movimento attraverso un joystick esterno.
Ultima versione ancora più intelligente
Questa videocapsula intelligente è stata utilizzata per la prima volta al di fuori della Cina nel corso dell’evento EndoLive che si sta tenendo in questi giorni a Roma (24-26 maggio 2023, ndr) e organizzato dal professore Guido Costamagna, Direttore Scientifico dello European Endoscopy Training Centre EETC e Direttore Scientifico di EndoLive Roma, oltre che dal professor Cristiano Spada, Direttore della UOC Endoscopia Digestiva Chirurgica, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Professore Ordinario di Gastroenterologia, Università Cattolica, campus di Roma.
Una ‘prima volta’ resa possibile grazie a una versione aggiornata di NaviCam Stomach System.
Se in una sua prima versione la capsula veniva indirizzata nel suo movimento attraverso un sistema magnetico esterno, con l’ultimo aggiornamento è stata, invece, robotizzata e collegata a un sistema digitale.
Adesso la nuova capsula può, infatti, muoversi in autonomia all’interno dello stomaco del paziente, venendo controllata a distanza da una sorta di pilota automatico, oltre che da un joystick impugnato da un medico.
Ma non è finita qui. La nuova videocapsula riesce a fornire in tempo reale quale sia la sua esatta posizione all’interno dell’organo e a individuare anche le lesioni più piccole, con estrema accuratezza e senza provocare disagi particolari al paziente.
Come funziona
La videocapsula NaviCam Stomach System pesa meno di cinque grammi e ha un diametro di 11,8 mm e una lunghezza di 27 mm.
Viene ingerita dal paziente come una comune pastiglia di paracetamolo, bevendo un bicchiere d’acqua, e inizia a mandare immagini appena inserita nel corpo.
Queste immagini vengono catturate da una sorta di registratore che il paziente indossa sopra i propri vestiti, consentendo così di seguire l’intero viaggio della capsula.
Essendo usa e getta, la stessa verrà poi espulsa naturalmente da chi l’ha ingerita.
Un connubio di tecnica e tecnologia che rappresenta una vera e propria rivoluzione, sebbene la gastroscopia con NaviCam, per il momento, presenti le stesse controindicazioni della risonanza magnetica.
Il suo utilizzo, infatti, non è adatto nei soggetti portatori di pacemaker, defibrillatori o protesi metalliche non compatibili con i campi elettromagnetici.
È giusto, infine, sottolineare che, ad oggi, questo procedimento non viene rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale.
Una condizione che potrebbe però mutare nel prossimo futuro, vista l’importanza di questa tipologia di esame.