La fistola ostetrica è una lesione risultante da un parto estremamente complicato, che crea una connessione tra la vagina e la vescica, il retto, o entrambi, permettendo il passaggio involontario di urina e feci. Questo porta a gravi problemi di incontinenza per la donna colpita. Nella quasi totalità dei casi, la fistola si forma a causa di un travaglio prolungato non assistito adeguatamente dal personale medico. La condizione può essere trattata con un intervento chirurgico che ripara il danno. Le donne affette da fistola ostetrica che non ricevono questo trattamento soffriranno di incontinenza cronica per tutta la vita. Vediamo ora in dettaglio di cosa si tratta e quali sono i trattamenti disponibili.
La fistola ostetrica è una condizione medica che causa perdite incontrollabili di urina o feci. Questa complicanza del parto può essere prevenuta efficacemente con un’adeguata assistenza medica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato l’eliminazione delle fistole ostetriche come un obiettivo del Terzo Millennio.
I governi sono stati sollecitati a implementare misure per:
– la prevenzione,
– la riparazione chirurgica,
– il reinserimento delle donne operate nella vita quotidiana.
Nei Paesi in via di sviluppo, si stima che si verifichino 2 fistole ogni mille parti, con fino a 100mila nuovi casi annuali, colpendo circa 2 milioni di donne in regioni quali:
– Africa subsahariana,
– Asia,
– aree di lingua araba,
– America Latina,
– Caraibi.
Uno studio su 14.070 donne sui determinanti della fistola ostetrica in Etiopia, pubblicato nel 2017 su African Health Sciences da Asrat Atsedeweyn Andargie e Abebe Debu del Dipartimento di Epidemiologia e Biostatistica dell’Università di Gondar e del Dipartimento di Statistica dell’Università di Jimma, ha evidenziato che fattori demografici, socio-economici, ambientali e sanitari influenzano significativamente l’incidenza della fistola ostetrica in Etiopia.
La fistola (termine che significa “foro”) crea una connessione tra due cavità o tra una cavità e l’esterno. Viene chiamata ostetrica poiché si forma a seguito di parti complessi.
Solitamente, la sua origine è dovuta al blocco della testa del feto durante il passaggio attraverso le ossa pelviche della madre. I tessuti molli, compressi e privi di afflusso sanguigno per un periodo prolungato, necrotizzano e si staccano, dando origine alla fistola.
La fistola ostetrica può presentarsi in due forme:
Per risolvere il blocco del feto, sarebbe necessario un taglio cesareo. Tuttavia, nei Paesi in via di sviluppo, dove spesso mancano strutture sanitarie adeguate, la fistola ostetrica è comune poiché le donne in travaglio non riescono a raggiungere l’ospedale tempestivamente.
Quando il blocco persiste per giorni, i tessuti della testa del feto si ammorbidiscono e il feto non vitale viene espulso naturalmente. A questo punto, la fistola permette il passaggio incontrollato di urina e feci dalla vescica o dal retto alla vagina.
Le fistole possono formarsi a causa di diversi fattori, tra cui quelli iatrogeni (ossia derivanti da terapie o interventi medici), infiammatori o traumatici, nello specifico:
I trattamenti per la fistola ostetrica vengono determinati in base alla gravità, alla dimensione e alla causa della lesione. Tra i più comuni ci sono:
– Chirurgia: il trattamento principale consiste nel pulire e chiudere la fistola. Il tipo di intervento, che può essere eseguito in laparoscopia o a cielo aperto, per via transvaginale o addominale, dipende dalle caratteristiche specifiche della fistola e dalle condizioni della paziente.
– Terapia farmacologica: in caso di infezione, si utilizza la profilassi antibiotica per favorire la guarigione.
– Terapia ormonale: farmaci come gli estrogeni, in combinazione con l’uso di un catetere, possono essere prescritti per trattare alcune tipologie di fistole (come le fistole vescico-uterine) nelle donne in menopausa e prevenirne la formazione futura.
Nella maggior parte dei casi, la fistola ostetrica può essere trattata tramite intervento chirurgico. Tuttavia, il problema principale, come detto, è che questo tipo di fistola si verifica prevalentemente nei Paesi in via di sviluppo, dove le madri spesso non riescono a raggiungere l’ospedale in tempo per essere operate. Di conseguenza, la fistola ostetrica è più comune in queste regioni.
Gli obiettivi della chirurgia di riparazione della fistola sono:
– chiudere la fistola
– permettere alla donna di riprendere una vita normale.
Per prevenire la formazione della fistola ostetrica o per consentire a una piccola fistola di chiudersi spontaneamente, è essenziale che tutte le donne che hanno subito un travaglio difficile ricevano cure immediate dopo il parto.
L’approccio comune per la riparazione della fistola è la via vaginale, mentre l’approccio addominale è meno frequente. Esistono due principali classificazioni per distinguere le fistole in base alla difficoltà di riparazione e al tipo di intervento chirurgico necessario. Tre fattori influenzano la scelta del metodo di intervento:
Inoltre, è prassi somministrare antibiotici profilattici, soprattutto per le donne che subiscono la riparazione di fistole retto-vaginali, che hanno un rischio maggiore di contaminazione coliforme.
Circa il 15-20% delle fistole più piccole può chiudersi spontaneamente con metodi conservativi se la donna viene trattata tempestivamente. La tempestività e l’accessibilità alle cure sono quindi fattori cruciali nel trattamento delle fistole ostetriche.
La fistola ostetrica rappresenta un grave problema, particolarmente per le donne nelle regioni meno sviluppate del mondo, dove l’assistenza medica non può garantire gli standard a cui siamo abituati in Europa. Travagli prolungati e la mancanza di competenze o strumenti adeguati possono lasciare le puerpere con fistole che causano non solo problemi di salute fisica, ma anche psicologici e sociali. Le donne colpite spesso, infatti, subiscono l’isolamento dalla famiglia e dal partner e non riescono a trovare le cure necessarie.
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