In tanti soffrono di fascite plantare, che resta una delle principali cause di dolore al tallone e alla pianta del piede. Si tratta dell’infiammazione della fascia o aponeurosi plantare, che è una formazione di tessuto connettivo a forma di ventaglio situata nella parte inferiore del piede e che collega il calcagno alla base delle dita. Un fastidio importante, che rischia di creare molto disagio nella nostra quotidianità. Le cause possono essere molte: permanenza prolungata in posizione eretta, sovrappeso, dismorfismi del piede, utilizzo di calzature inadeguate (troppo basse o rigide), eccessiva attività sportiva o camminate prolungate.
“La fascite plantare è considerata una patologia legata al sovraccarico biomeccanico, questo comporta lo sviluppo di stress da microtraumi ripetuti che scatenano una reazione infiammatoria in particolare nella regione del tallone dove si inserisce la fascia. Il sintomo principale della fascite plantare è il dolore. Questo è acuto, localizzato, spesso molto intenso tanto da rendere difficoltosa la deambulazione. Può esserci a sia a riposo, o meglio dopo che si è stati a lungo fermi e si inizia il movimento, o può essere scatenato dal contatto con il suolo. Di solito colpisce un solo piede, ma non sono rari i casi di sofferenza bilaterale”, ha detto, sul sito dell’Humanitas, il dottor Gianluca Galimberti, fisiatra presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.
Come già accennato, le cause possono essere diverse. Quelle più comuni sono:
Sempre secondo il dottor Gianluca Galimberti, “la diagnosi di fascite plantare è prevalentemente clinica. Un’accurata anamnesi e un esame clinico sono quasi sempre sufficienti per una diagnosi corretta. Può essere utile confermare la diagnosi con una semplice ecografia dei tessuti molli. La diagnostica radiografica o attraverso la RMN non è indispensabile a meno che non ci siano dei dubbi nella diagnosi o non ci sia risposta dal trattamento. Ci sono diversi livelli di intervento e opzioni terapeutiche per risolvere la fascite plantare e tutti andranno decisi dallo specialista a seguito della visita”.
Infine: “La prima cosa importante è l’eliminazione delle cause scatenanti e questo può essere fatto semplicemente attraverso dei consigli, per esempio sulla perdita di peso o sulle calzature da utilizzare. Nel caso di dismorfismi del piede (cavismo, piattismo) che comportano un anomalo tensionamento della fascia durante il cammino il nostro approccio è quello di fare una valutazione dinamica del passo e quindi, in collaborazione con il tecnico ortopedico, confezionare un adeguato plantare. La valutazione dinamica del piede è importante anche nei casi degli sportivi in quanto pur non avendo delle alterazioni strutturate della conformazione del piede sottopongono comunque la fascia plantare a un numero altissimo di carichi ripetuti”.
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