L’attività fisica non ha benefici solamente per il fisico, ma anche per la salute del nostro cervello e della memoria. Ecco perché
Il cervello umano può essere paragonato a un computer per quanto riguarda la memoria: man mano che si accumulano informazioni, lo “spazio disponibile” si riduce e il disordine cresce, fino a quando il sovraccarico di “file” non porta a difficoltà e confusione. Per questo motivo, proprio come si fa con un computer, è importante liberare la mente dai pensieri inutili, organizzare le idee e prepararsi ad acquisire nuove informazioni in modo più efficace. Con il passare degli anni, questa operazione diventa sempre più complessa, poiché la memoria tende a deteriorarsi naturalmente. Tuttavia, esistono strategie utili per mantenerla in buone condizioni e contrastare il declino cognitivo, e una di queste è… fare attività fisica! Lo sport, infatti, secondo diversi studi, sarebbe un ottimo alleato per mantenere in salute il cervello e la memoria. Vediamo in che modo.
Ecco perché fare sport mantiene in salute la memoria
L’attività fisica offre un impulso significativo alle capacità cognitive che può durare fino a 24 ore. Questo è quanto emerge da uno studio condotto dall’University College London e pubblicato sul Journal of Behavioral Nutrition and Physical Activity. Sebbene sia noto da tempo che l’esercizio fisico apporti benefici al cervello, migliorando il flusso sanguigno e stimolando il rilascio di neurotrasmettitori, il dubbio su quanto a lungo persistano questi effetti rimaneva irrisolto.
I ricercatori hanno esaminato 76 individui di età compresa tra 50 e 83 anni, registrando il loro livello di attività fisica e sottoponendoli a test di memoria il giorno seguente. È emerso che le prestazioni mnemoniche erano strettamente legate all’intensità dell’esercizio svolto.
“I nostri risultati indicano che i benefici cognitivi dell’attività fisica possono prolungarsi più di quanto ipotizzato, forse fino al giorno successivo, e non solo per poche ore”, spiega Mikaela Bloomberg, autrice principale dello studio. Inoltre, evidenzia che il sonno, in particolare quello profondo, amplifica ulteriormente questi effetti positivi sulla memoria.
Secondo Andrew Steptoe, coautore della ricerca, i risultati assumono un particolare rilievo per la popolazione anziana: “Preservare la funzione cognitiva è fondamentale per garantire una buona qualità della vita, benessere e autonomia nelle persone più avanti con gli anni. Identificare i fattori che influenzano la salute mentale quotidianamente è, quindi, cruciale”.
Resta da capire se i benefici a breve termine dell’esercizio fisico possano avere un effetto cumulativo, contribuendo non solo a migliorare la salute cognitiva ma anche a rallentare il declino mentale nel lungo periodo.
Non solo la memoria: ecco come lo sport aiuta il cervello in generale
Numerosi studi, come abbiamo visto, dimostrano che l’attività fisica, oltre ai suoi ben noti benefici sulla salute generale, può contribuire a prevenire il declino cognitivo. Una ricerca di quest’anno, inoltre, suggerisce che essa non solo migliora la memoria, ma potrebbe anche stimolare la nascita di nuovi neuroni in età adulta. Un team di neuroscienziati argentini ha scoperto che persino persone sedentarie migliorano la loro memoria spaziale — ovvero la capacità di registrare informazioni sull’ambiente circostante — dopo appena 25 minuti di esercizio su una cyclette. Questo tipo di memoria, che tende a deteriorarsi con l’età e con malattie come l’Alzheimer, può beneficiare di interventi semplici e facilmente accessibili.
Come è stato condotto lo studio
Un gruppo di 98 volontari, tra i 18 e i 40 anni, ha partecipato a un esperimento in un ambiente virtuale noto come CAVE (Computer Assisted Virtual Environment). Le pareti e il pavimento della stanza erano trasformati in un paesaggio desertico, proiettato per creare una sensazione immersiva. I partecipanti dovevano osservare e memorizzare la posizione di diverse bandierine, muovendosi virtualmente con un joystick e utilizzando pochi punti di riferimento, come montagne o nuvole.
L’utilizzo di un ambiente virtuale ha permesso di eliminare variabili esterne come vento, luce, temperatura o la presenza di animali, garantendo così risultati più controllati. Al termine della simulazione, i partecipanti sono stati divisi in due gruppi: uno si è allenato per 25 minuti su una cyclette (comprendendo sia atleti sia sedentari), mentre l’altro ha semplicemente guardato un video di una corsa ciclistica.
Dopo 24 ore, entrambi i gruppi sono tornati nel CAVE per verificare se fossero in grado di ricordare e localizzare le bandierine osservate il giorno prima. I risultati hanno mostrato che il gruppo che aveva svolto attività fisica, inclusi i sedentari, riusciva a identificare correttamente le posizioni delle bandierine, cosa che invece non è avvenuta nel gruppo che aveva visto il video.
Le implicazioni dello studio
“Il nostro obiettivo è individuare stimolazioni esterne che possano migliorare la memoria”, ha dichiarato a El País Fabricio Ballarini, neuroscienziato e coordinatore dello studio presso l’Istituto Tecnico di Buenos Aires. “Dai 40-45 anni in poi, si iniziano a osservare deficit di memoria anche nelle persone sane, e questo problema diventa ancora più evidente con l’invecchiamento. Entro la fine del secolo, molti Paesi affronteranno un’ondata di problemi cognitivi legati alla longevità”.
Anche se lo studio non prova direttamente che l’esercizio fisico generi nuovi neuroni, rappresenta un’ulteriore conferma del ruolo positivo che l’attività fisica può avere sulla neurogenesi anche in età avanzata.