Esercizi per la spalla: ecco perché è così speciale questa articolazione

Scordiamoci la ginnastica dolce, i massaggi, i trattamenti passivi, ecc. La spalla va allenata! Croce e delizia di ogni terapista, trainer e atleta. Perché è così speciale e interessante questa articolazione?

Tre aspetti da comprendere

  1. Non è una singola articolazione, ma è un armonioso complesso multiarticolare;
  2. E’ un sistema che può passare da una condizione di alta stabilità, a quella di massima mobilità in maniera praticamente istantanea;
  3. La maggior parte dei tessuti che la compongono non sono solo ossei e muscolari, c’è un meravigliosa architettura di tendini, legamenti e connettivo.

Essendo allo stesso tempo mobile e stabile, l’equilibrio di questo sistema è sempre molto fine. Viene influenzata da moltissimi distretti con i quali è direttamente o indirettamente collegata, e il suo movimento è intimamente connesso con la funzione dei muscoli respiratori e stabilizzatori della colonna.

Si dà per scontato che il dolore alla spalla derivi sempre da un reale danno o lesione dei tessuti, ma il fatto che ci siano delle lesioni NON È AUTOMATICAMENTE CORRELATO AL SINTOMO!

LESIONE NON È UGUALE A DOLORE E DOLORE NON SIGNIFICA LESIONE!

Seduta fisioterapica alla spalla
Immagine | Envato Elements

E quindi cosa fare?

1 – RISPETTARE IL DOLORE

Il dolore è un dono che il nostro corpo ci fa per autotutelarsi e va ascoltato e rispettato, quindi incaponirsi nell’ allenamento in ottica di rinforzare l’articolazione, senza una cognizione e un’approfondita valutazione, è sempre la strada sbagliata!

Come d’altronde cercare in tutti i modi di diminuire il dolore con approcci farmacologici o rimedi fai da te per poter allenarsi a tutti i costi.

Sconsigliato è anche però evitare completamente l’approccio farmacologico, anche se prescritto dal medico, mantenendo il dolore acuto per molto tempo e rischiando una sensibilizzazione ad esso.

2 – AFFIDARSI AD UNO SPECIALISTA

In una condizione di dolore acuto, improvviso e aspecifico, non derivante da traumi, interventi o condizioni degenerative di cui si è a conoscenza, non si può prescindere dalla visita MEDICO SPECIALISTICA, di un medico specializzato in SPALLA.

Una volta studiata clinicamente dal medico la situazione, viene inquadrata la condizione funzionale del soggetto, con un accurata valutazione da parte dei Fisioterapisti e dei Trainer.

3 – Da lì in poi….. HARD WORK!

Come abbiamo detto la spalla è un armonioso complesso, e se un complesso non funziona bene, genera dolore o risulta limitato, allora è necessario farlo lavorare per far migliorare il suo funzionamento, e questo può avvenire solo con il LAVORO ATTIVO.

Ragazza di spalle con muscoli allenati
Immagine | Pixabay

Ciò che intendiamo per lavoro attivo è migliorare i seguenti parametri:

CONSAPEVOLEZZA

Percezione e qualità della DINAMICA RESPIRATORIA in relazione ai movimenti della spalla, eseguendo respirazioni specifiche e ritmiche associate a movimenti di esplorazione dello spazio e di richiesta motorie semplici della spalla.

RITMO ARTICOLARE

Lavorare sul ritmo con cui le diverse articolazioni concorrono nel movimento finale è fondamentale e va fatto con esercizi specifici di controllo motorio.

GESTIONE dei CARICHI e SEQUENZE MOTORIE COMPLESSE

Lavorare con i sovraccarichi spesso è fondamentale e insostituibile.

Sempre rispettando il dolore, è importante far provare alla spalla l’esperienza di dover controllare un peso nello spazio e gestire l’instabilità che ne deriva. Inoltre, lo stimolo del carico è importantissimo per i tessuti!

Sono utili non solo i classici pesi, ma molti strumenti che per forme e carico, vanno a simulare molti oggetti della vita quotidiana o dello sport, come clubbel, kettlebell ecc.

I movimenti complessi sono importantissimi perché richiedono non solo un aumento di forza e un condizionamento dei tessuti, ma un aumento di parametri come la coordinazione tra arto superiore e inferiore e i relativi cingoli, oltre alla coordinazione del movimento degli occhi, della testa, del torace in relazione al compito che deve svolgere l’arto.

Insomma, non basta far diventare più forte un articolazione, ma bisogna soprattutto fare diventare più competente tutto il sistema di cui fa parte!

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