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Epistassi, da cos’è causata e quando bisogna preoccuparsi

A chi non è mai uscito il sangue dal naso? Ecco cos’è l’epistassi, come capire la gravità e consigli su come affrontarla

Il sanguinamento dal naso è un fenomeno piuttosto frequente nei bambini, anche se può interessare molti adulti. Le cause possono essere molteplici: alcune sono legate a problemi locali, mentre altre derivano da condizioni di carattere sistemico. L’epistassi è generalmente un disturbo comune che tende a risolversi da solo nella maggior parte dei casi. Sebbene sia spesso innocuo, può risultare molto sgradevole e, in alcuni casi, può rappresentare un segnale di patologie più gravi che richiedono una diagnosi e un trattamento immediato. Ma vediamo tutto ciò che c’è da sapere a riguardo.

Caratteristiche, cause e rimedi all’epistassi

Conosciuta anche come rinorragia, o più comunemente come sanguinamento nasale, l’epistassi può manifestarsi in due modalità:

  • Senza una causa identificabile (epistassi essenziale);
  • Come segnale di una condizione locale o sistemica (epistassi secondaria).

Nella maggior parte dei casi, soprattutto nei giovani, il sanguinamento dal naso è causato dalla rottura spontanea di piccoli vasi nella mucosa nasale, spesso in risposta a irritazioni o lievi traumi, come raffreddore, manipolazioni con le dita, riniti, o variazioni ormonali tipiche della pubertà.

Epistassi | Pixabay @SimonSkafar – Saluteweb

 

In situazioni meno comuni, specialmente tra le persone anziane, il sanguinamento nasale può indicare la presenza di patologie sistemiche che interessano l’intero organismo.

Le cause dell’epistassi

Le cause dell’epistassi possono comprendere:

  • fragilità capillare nella parte anteriore del naso, un’area molto vascolarizzata in cui i piccoli vasi tendono a rompersi facilmente;
  • traumi al viso;
  • pressione arteriosa elevata;
  • problemi di coagulazione;
  • uso di farmaci anticoagulanti;
  • secchezza della mucosa nasale;
  • presenza di tumori nasali.

Le persone più vulnerabili all’epistassi sono gli anziani, soprattutto in presenza di ipertensione e uso di anticoagulanti; questi fattori non solo aumentano la probabilità di epistassi, ma possono anche rendere più difficile controllare il sanguinamento. Anche i bambini rientrano tra le categorie a rischio, poiché l’abitudine di inserire le dita nel naso può irritare la mucosa e causare episodi di sanguinamento.

L’esposizione prolungata all’aria secca, ad esempio dovuta all’uso costante di aria condizionata, può contribuire a seccare le mucose nasali e aumentare il rischio di epistassi. In queste circostanze, è consigliato mantenere l’ambiente umido per preservare l’idratazione della mucosa nasale.

Trattamenti e rimedi

In generale, per fermare l’epistassi è sufficiente applicare una pressione costante e decisa sulla parte appena sotto il ponte nasale. In caso di episodi più intensi, questa manovra dovrebbe essere mantenuta per circa dieci minuti, tenendo il busto leggermente inclinato in avanti e sostenendo la testa. Può essere utile applicare del ghiaccio sul ponte del naso per favorire il restringimento dei vasi sanguigni.

Per situazioni più complesse, possono essere necessari ulteriori interventi, come l’uso di vasocostrittori locali, tamponi nasali o la cauterizzazione elettrica o chimica. Se il sanguinamento è abbondante e prolungato, è consigliabile rivolgersi al medico o al pronto soccorso per un controllo immediato.

In assenza di traumi cranici, è opportuno far sedere la persona con il capo leggermente inclinato in avanti, invitandola a sputare eventuali tracce di sangue dalla bocca per ridurre il rischio di nausea o vomito causato dall’ingestione. Slacciare eventuali indumenti stretti attorno al collo e comprimere la narice sanguinante per alcuni minuti. L’applicazione di ghiaccio o acqua fredda sulla base del naso può essere utile.

Epistassi | Pixabay @Antonio_Diaz – Saluteweb

 

Dopo che l’emorragia si è fermata, è importante evitare di soffiare o strofinare il naso; nei giorni successivi andrebbero evitati anche sforzi fisici intensi.

Se il sanguinamento persiste, è opportuno consultare un medico per effettuare un tamponamento nasale (utilizzando un cilindro di cotone imbevuto di acqua ossigenata o garza iodoformica) o, in casi di emorragie frequenti e gravi, ricorrere alla cauterizzazione. Un consulto medico è necessario anche in caso di epistassi ricorrenti, per svolgere esami diagnostici utili a individuare la causa.

Quando la perdita di sangue è dovuta a un trauma facciale o cranico, è importante sospettare una possibile frattura delle ossa nasali, specie se il naso appare gonfio e dolorante; in tal caso, è consigliabile evitare qualsiasi intervento per non rischiare di causare danni estetici permanenti.

Se la persona perde conoscenza a causa di un trauma, è fondamentale posizionarla sul lato dell’emorragia in posizione laterale di sicurezza, per evitare che il sangue blocchi le vie respiratorie, preferibilmente con l’assistenza di qualcuno per mantenere stabile il collo. In questi casi è bene chiamare tempestivamente il 118 per assistenza medica immediata.

Federico Liberi

Sono laureato in Psicologia dei processi sociali all’Università di Roma “La Sapienza”. La mia più grande passione insieme alla scrittura è il calcio, ma mi piace rimanere informato sullo sport a 360 gradi oltre che sull’attualità e la politica. Nel 2020 è stato pubblicato su Amazon un mio saggio sulla Programmazione Neuro-Linguistica.

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