L’emicrania è una condizione che colpisce circa 7-8 milioni di persone in Italia, circa il 12% della popolazione totale, che sperimenta dolori in qualsiasi parte di testa o collo. Le donne sono le più soggette allo sviluppo di questa patologia, con un rapporto donne/uomini pari a 3:1. Durante gli ultimi anni di studi sull’emicrania è stata evidenziata una sua caratteristica particolare: sembra che, nella maggior parte dei casi, si presenti sempre alla stessa ora della giornata. Sono state fatte diverse teorie per cercare di spiegare questo fenomeno e una nuova ricerca sembra aver trovato finalmente una correlazione biologica tra orologio interno, sistema circadiano e la comparsa delle cefalee.
I risultati della ricerca hanno mostrato che i sintomi per il 71% dei pazienti con cefalea a grappolo e il 50% dei pazienti con emicrania, seguono uno schema circadiano, motivo per il quale compaiono sempre circa alla stessa ora. L’autore dello studio afferma che i risultati aiutano a chiarire perché i mal di testa si verificano in momenti costanti e questo, potenzialmente, apre alla possibilità di sviluppare nuove opzioni di trattamento basate sul ritmo circadiano, anche con l’utilizzo di steroidi e melatonina, che hanno il potenziale per influenzare quest’ultimo.
“Avevamo notato che molti pazienti con cefalea a grappolo hanno mal di testa alla stessa ora ogni giorno“, ha dichiarato l’autore dello studio Mark Joseph Burish, dell’Health Science Center dell’Università del Texas a Houston, in Texas e membro dell’American Academy of Neurology, “ho avuto un paziente che si stava un po’ irritando per quanto tempo ci voleva per fare tutte le domande, e mi ha detto: se puoi aspettare solo 15 minuti, vedrai che aspetto ha il mio mal di testa” Burish ha poi continuato: “Ecco quanto sono consci del tempismo dei loro mal di testa, e questo mi ha davvero colpito.”
Ricerche successive hanno confermato i risultati portati dallo studio di Burish, sottolineando, inoltre, come i livelli di ormoni legati al sistema circadiano, come cortisolo e melatonina, risultino essere alterati nei soggetti affetti da emicrania e cefalea a grappolo, con i primi che presentano livelli più bassi di melatonina e i secondi livelli più alti di cortisolo.
Come già detto, i due trattamenti proposti da Burish si basano sull’assunzione, corretta e nelle giuste dosi di steroidi e melatonina. “Entrambi sono in realtà già trattamenti per la cefalea a grappolo e l’emicrania“, ha affermato il neurologo. “Se prendi steroidi o melatonina alle giuste dosi, ciò può prevenire sia il mal di testa a grappolo che l’emicrania. Non sono trattamenti perfetti, ma sono comunque dati promettenti per dimostrare che l’alterazione dei ritmi circadiani potrebbe davvero aiutare il paziente”.
Naturalmente gli studi stanno andando avanti per cercare di individuare nuovi possibili tipi di cura, magari più efficaci degli steroidi e della melatonina, per permettere a chi soffre di emicrania di vivere una vita senza questa dolorosa ricorrenza quotidiana.
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