Al di là di quali siano state le vere cause della morte di Alexey Navalny, il dissidente russo e oppositore di Vladimir Putin deceduto in circostanze che resteranno misteriose, inizialmente si era parlato di embolia. Un embolo è un qualsiasi corpo estraneo insolubile circolante nel sangue, capace, se raggiunge un’arteria o una vena della sua stessa dimensione, di bloccare il flusso sanguigno allo stesso modo di un tappo. In sostanza, gli emboli possono essere: coaguli di sangue anomali, grumi di grasso, grumi di liquido amniotico, bolle d’aria, cristalli di colesterolo, granuli di talco, porzioni di tessuto, schegge. Facile intuire come i fenomeni di embolia possano risultare letali per chi ne è vittima. Ma come un embolo può intasare un vaso sanguigno? Viaggiano attraverso la rete di arterie e vene del corpo umano, sfruttando la circolazione sanguigna. La possibilità che un embolo ha di ostruire un vaso sanguigno è strettamente collegata alle sue dimensioni. Se grande, ottura il vaso sanguigno in cui risiede.
Un embolo può essere: un coagulo di sangue; un grumo di grasso; una bolla d’aria (o una bolla di gas); un cristallo di colesterolo; un grumo di liquido amniotico; un granulo di talco; un parassita o un gruppo di parassiti; un corpo estraneo come una scheggia o un ago; una porzione di tessuto. Il meccanismo di formazione dei coaguli sanguigni è una risposta fisiologica dell’organismo, in presenza di ferite o tagli a carico di un tessuto, per evitare un’eccessiva perdita di sangue. Da ricordare che alla coagulazione partecipano un gruppo di cellule sanguigne particolari, dette piastrine, e una classe di enzimi altrettanto particolari, chiamati fattori della coagulazione. A causa di certe condizioni mediche, tra cui obesità, malattie di cuore o cancro, l’essere umano può essere vittima di fenomeni di coagulazione sanguigna non necessari, ossia che avvengono senza una vera e propria perdita di sangue da arginare; i coaguli sanguigni derivanti da tali fenomeni, quindi, possono ancorarsi alla parete interna di un vaso (trombo) oppure viaggiare all’interno dell’ampia rete vascolare del corpo umano, sfruttando la circolazione del sangue (embolo).
Sono diversi i fattori di rischio di embolia: sovrappeso e obesità; età avanzata; fumo di sigaretta; presenza di una qualche malattia di cuore; immobilità prolungata, stato di gravidanza. I vasi sanguigni a maggior rischio sono le arterie che riforniscono il cervello; i vasi sanguigni che trasportano il sangue povero di ossigeno dal cuore ai polmoni; le arterie che alimentano il miocardio (le coronarie). Un’embolia può provocare situazioni che possono essere letali, come un ictus ischemico embolico; una paralisi e intorpidimento della faccia e/o degli arti; difficoltà a camminare; difficoltà a parlare e a capire; difficoltà visive; mal di testa; paralisi totale o semi-totale dei muscoli motori; gravi difficoltà a parlare e a deglutire; perdita di memoria e incapacità di ragionamento; problemi emotivi e cambiamento del comportamento.
Per rimuovere uno o più emboli si pratica chirurgicamente l’embolectomia. Si tratta di una procedura molto delicata e ci possono essere complicanze talvolta fatali per il paziente. Per questi motivi l’embolectomia è riservata agli episodi di embolia più critici e per i quali i medici considerano inutile qualsiasi altro tipo di trattamento meno invasivo. Infatti, quando l’embolo occlusivo è un coagulo di sangue, il trattamento applicato in prima battuta è una terapia farmacologica a base di anticoagulanti e/o trombolitici.
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