Il riposino dopo pranzo è uno di quei momenti che tantissime persone aspettano nel corso della giornata. Che sia al ritorno da scuola, nel weekend o durante la pausa dal lavoro in smart working (se la propria occupazione lavorativa lo permette), un buon riposo dopo pranzo è tutto quello che serve a ricaricarsi in vista del resto della giornata, anche se è necessario stare attenti, poiché se si esagera con il tempo passato a dormire si può avere l’effetto contrario e sentirsi troppo stanchi al risveglio. Un altro aspetto a cui prestare attenzione è quello dell’aumento di peso: secondo molti esperti, infatti, fare un riposino dopo pranzo può essere dannoso per la propria dieta. Vediamo in che modo.
Fare il riposino dopo aver mangiato, come abbiamo detto in precedenza, è uno dei piaceri della vita e moltissime persone non riescono proprio a rinunciarci. Ma per quale motivo viene sonno dopo aver pranzato? Il nutrimento consumato subisce un processo di decomposizione e assimilazione nel nostro sistema digestivo. Durante questa fase, gli alimenti vengono frammentati in costituenti elementari per consentire il loro passaggio dal tratto digestivo al flusso ematico. Quando la concentrazione di glucosio nel sangue, chiamata “glicemia”, aumenta rapidamente, il nostro sistema regolatore risponde tramite l’ormone insulina, riducendola. Un calo repentino della glicemia può causare ipoglicemia, accompagnata da stanchezza e sonnolenza. Le fluttuazioni estreme della glicemia sono spesso il risultato del consumo di cibi ad alto contenuto di zuccheri, poveri di fibre o sbilanciati. Un pasto completo e ricco di fibre riduce la probabilità di picchi glicemici e conseguenti cali di zuccheri.
La sensazione di sonno che si sperimenta dopo pranzo non è, però, dovuta solo a questo meccanismo, ma è coinvolto anche il sistema nervoso, un intricato circuito di informazioni.
Una parte fondamentale di questo vasto “programma” è il sistema nervoso autonomo (SNA), che controlla funzioni vitali come la frequenza cardiaca, la temperatura corporea, la respirazione, il sonno, il flusso sanguigno e la motilità intestinale. Il SNA si suddivide in due rami: il sistema simpatico, o “attacco o fuga”, che aumenta l’attività del corpo, e il sistema parasimpatico, che induce il rilassamento e il sonno. Questi due sistemi collaborano per regolare le funzioni vitali, con uno che prevale sull’altro in base alle necessità dell’organismo. Dopo un pasto, il sistema parasimpatico diventa dominante, favorendo la digestione e causando una diminuzione del tono vegetativo, che può portare alla sonnolenza.
In conclusione, il nostro sistema gastrointestinale richiede un flusso sanguigno e un input nervoso significativi durante la digestione, il che può causare una diminuzione dell’attività generale del corpo.
Tornando sulla questione principale di questo articolo, è assolutamente necessario sottolineare che, come detto in precedenza, nonostante la sonnolenza dopo pranzo sia un fenomeno naturale, è anche responsabile dell’aumento di peso. Ma per quale motivo?
Il team di ricerca presso il Brigham and Women’s Hospital ha condotto uno studio su un campione di 3.275 adulti spagnoli, esplorando il legame tra il riposo pomeridiano post-prandiale e le risposte dell’organismo, in particolare riguardo all’obesità e alle modifiche metaboliche. Le caratteristiche metaboliche di base sono state valutate presso l’Università di Murcia, prendendo in considerazione la durata e il momento del sonnellino, oltre a vari altri fattori legati allo stile di vita dei partecipanti.
La lunghezza del riposo, la posizione durante il sonno e altri fattori specifici possono influenzare i rischi per la salute. Gli studiosi hanno rilevato che coloro che facevano sonnellini di almeno 30 minuti mostravano maggiori probabilità di avere un indice di massa corporea più alto, un aumento della pressione sanguigna e un rischio maggiore di sviluppare condizioni legate a malattie cardiache e diabete (sindrome metabolica) rispetto a coloro che non facevano sonnellini pomeridiani.
Lo studio ha inoltre evidenziato che le persone che riposavano per brevi periodi, con sonnellini inferiori ai 30 minuti, non presentavano alcun rischio di obesità o di alterazioni metaboliche, anzi, risultavano più energiche e reattive. Al contrario, coloro che facevano sonnellini più lunghi mostravano una circonferenza vita maggiore, livelli più elevati di glucosio a digiuno e un aumento della pressione arteriosa sistolica (SBP) e diastolica.
Di conseguenza, prendersi pause per dormire nel pomeriggio per oltre trenta minuti comporta evidenti rischi per la salute. Tra questi rischi, come evidenziato, vi sono l’aumento di peso con conseguente incremento della circonferenza vita, l’aumento dei livelli di glucosio a digiuno e un aumento della pressione arteriosa sistolica (SBP) e diastolica. Inoltre, è stato osservato che le lunghe pause sono correlate a un ritardo nell’orario di cena e, di conseguenza, nel momento del sonno notturno, accompagnato da un aumento dell’assunzione calorica a pranzo e dall’abitudine al fumo di sigaretta. Questo evidenzia il legame causale tra i sonnellini e l’obesità, in particolare l’accumulo di grasso addominale.
Secondo gli esperti, la durata ottimale della pausa pomeridiana dovrebbe variare dai 10 ai 30 minuti, evitando di prolungarla ulteriormente per evitare l’insorgere della cosiddetta “inerzia del sonno”, durante la quale si cade in un sonno profondo e rende difficile il risveglio. È consigliabile pianificare la pausa tra le 13:00 e le 15:00 e non superare i trenta minuti di riposo per evitare di svegliarsi con sensazioni di stanchezza e mancanza di energia, oltre ai rischi illustrati nello studio spagnolo sopracitato.
Secondo gli specialisti, le pause post-prandiali che superano le due ore, se diventano abitudinarie, possono avere più effetti negativi che benefici ed effetti rigeneranti.
Un breve riposo nel pomeriggio, limitato a non più di trenta minuti, porta notevoli vantaggi per il benessere complessivo. Un riposo corretto, infatti, una pratica salutare in grado di migliorare l’umore, contribuisce ad aumentare l’energia e a potenziare la produttività, riducendo contemporaneamente l’ansia e la tensione psicofisica. Inoltre, gli effetti benefici della pausa pomeridiana si estendono anche all’apprendimento: durante questo breve intervallo, il cervello avvia il trasferimento dei ricordi dalla sua memoria temporanea, l’ippocampo, alla memoria a lungo termine e la corteccia, e questo processo favorisce le funzioni cognitive.
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