Il disturbo borderline di personalità è un grave disturbo della personalità caratterizzato da intensa instabilità e conflittualità nelle relazioni interpersonali, paura dell’abbandono, disregolazione emotiva, sensazione cronica di vuoto, comportamenti autolesivi e impulsività. Alcune situazioni come i maltrattamenti durante l’infanzia, abusi fisici e sessuali, assenza di supporto genitoriale e vissuti di abbandono possono aumentare il rischio di sviluppare il disturbo. C’è da dire che si può manifestare anche senza aspetti negativi in età infantile. Ora vengono identificati otto criteri che ne definiscono le caratteristiche peculiari:
- Rapporti interpersonali instabili
- Impulsività
- Instabilità dell’umore
- Rabbia intensa e inappropriata
- Comportamenti autolesivi
- Disturbo dell’identità
- Cronici sentimenti di vuoto
- Difficoltà a gestire la solitudine
I sintomi
I sintomi sono molteplici e comprendono diverse aree del funzionamento. Sono stati suddivisi in quattro aree:
- Instabilità interpersonale: chi soffre di disturbo borderline inoltre mostra la tendenza a oscillare tra fasi di idealizzazione e svalutazione dell’altro, in particolare con figure di riferimento o terapeuti. Le reazioni ai segnali sociali negativi sono inoltre spesso esagerate e caratterizzate da rabbia, ansia e aggressività. Invece, le relazioni intime mostrano spesso un andamento caotico e instabile.
- Disturbi nell’immagine di sé e problematiche cognitive: l’immagine di sé risulta povera e poco sviluppata, accompagnata da cronici sentimenti di vuoto e di noia. Inoltre, I loro obiettivi nella vita, aspirazioni e valori sono spesso mutevoli e incoerenti, cambiano frequentemente e sono portati avanti con scarsa convinzione.
- Disregolazione emotiva: mostrano infatti frequenti e repentini cambiamenti dell’umore e una grande difficoltà nel gestire le proprie emozioni. Possono passare da momenti di serenità e calma a momenti di forte irrequietezza o rabbia e viceversa.
- Disregolazione comportamentale: mostrano anche alti livelli di alessitimia, cioè mostrano una patologica incapacità a riconoscere e descrive le proprie emozioni. Hanno difficoltà nella gestione delle frustrazioni e più in generale nella regolazione delle emozioni. Inoltre, chi soffre di disturbo borderline mostra una maggior difficoltà a prevedere le conseguenze negative (per sé o per gli altri) delle proprie azioni. E fa spesso ricorso a comportamenti autolesivi (come, ad esempio, procurarsi tagli sulle braccia).
La diagnosi
È possibile fare diagnosi di disturbo borderline di personalità se sono presenti almeno cinque dei seguenti sintomi: tentativi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono da parte di qualcuno; un pattern di relazioni interpersonali instabile e intenso, caratterizzato dall’alternanza di estremi di idealizzazione e svalutazione; disturbi dell’identità; impulsività in almeno due aree potenzialmente dannose per il paziente; ricorrenti comportamenti, gesti o minacce suicidarie o gesti autolesivi; instabilità affettiva dovuta ad una marcata reattività dell’umore; cronica sensazione di vuoto; rabbia inappropriata, intensa o problematiche nel controllare la rabbia; transitorie ideazioni paranoidi.
Esiste una cura? Prevede una gestione di diverse problematiche psichiatriche presenti contemporaneamente nello spesso soggetto. Come abbiamo visto, il paziente bordeline presenta una forte correlazione con altri disturbi come disturbi depressivi, disturbi d’ansia, disturbo post-traumatico da stress, disturbi alimentari e abuso di sostanze. Come terapia c’è una sinergia tra interventi farmacologici e non farmacologici. La terapia farmacologica varia da paziente a paziente e viene modulata in base alla gravità e alla pervasività dei sintomi. Ed è prevista anche la partecipazione ad attività riabilitative di gruppo.