In questo articolo vedremo tutto ciò che c’è da sapere a proposito di una patologia poco comune che colpisce la pelle: la disidrosi
La disidrosi, chiamata anche eczema disidrosico o pompholix, è una forma di dermatite relativamente rara che provoca la formazione di piccole vescicole piene di liquido sui palmi delle mani e sui lati delle dita, accompagnate spesso da prurito, a volte molto intenso. In alcuni casi, può interessare anche le piante dei piedi. È una patologia ancora abbastanza sconosciuta e in fase di studio, ma, in ogni caso, vediamo quali sono le sue caratteristiche principali.
La disidrosi è una condizione infiammatoria della pelle caratterizzata dalla presenza di piccole vescicole sul palmo delle mani, ai lati delle dita e, a volte, sulla pianta dei piedi. Conosciuta anche come eczema disidrotico, eczema palmoplantare o pompholix, la disidrosi può manifestarsi in modo acuto, con insorgenza improvvisa e sporadica, oppure come una condizione cronica che si ripresenta periodicamente, spesso in specifiche stagioni dell’anno o dopo l’esposizione a determinate sostanze. È nota soprattutto come disturbo cronico e ricorrente.
La causa esatta della disidrosi è sconosciuta, ma alcuni studiosi suggeriscono un collegamento con la dermatite atopica (un altro disturbo cutaneo con sintomi simili) o con condizioni allergiche come la rinite allergica stagionale (febbre da fieno), poiché le manifestazioni possono essere stagionali nei pazienti con allergie nasali. La disidrosi sembra colpire circa il 5% delle persone con eczema alle mani, diventando meno comune con l’età. È leggermente meno frequente negli uomini rispetto alle donne e più comune in primavera ed estate, nonché nei Paesi caldi.
I fattori di rischio per la disidrosi includono:
Raramente, la disidrosi ha una componente ereditaria.
Il principale sintomo della disidrosi è la formazione di piccole vescicole, che si manifestano principalmente sui lati delle dita e sui palmi delle mani, e più raramente, sulle piante dei piedi. Queste vescicole sono generalmente di dimensioni ridotte, circa 1-2 millimetri, e tendono a comparire in gruppo. L’eruzione cutanea si sviluppa in modo simmetrico (su entrambe le mani e/o entrambi i piedi).
In alcuni individui, le vescicole possono essere accompagnate da rossore o dolore, ma il prurito è il sintomo più comune. È fondamentale evitare di grattarsi per ridurre il rischio di infezioni batteriche sovrapposte, che possono complicare la condizione.
Nei casi più gravi di disidrosi, le vescicole possono unirsi per formare bolle più grandi, e possono comparire anche rigonfiamenti sulle unghie di mani e piedi. Quando le vescicole si asciugano e la pelle inizia a desquamarsi, situazione che di solito si verifica entro tre settimane dall’inizio (nei casi lievi-moderati), la pelle sottostante può apparire arrossata e delicata. Tuttavia, le vescicole tendono a ricomparire, talvolta anche prima che la pelle sia completamente guarita dall’episodio precedente.
Le vescicole possono occasionalmente infettarsi, provocando la formazione di pus, aumento del rossore, dolore e croste. In questi casi, è essenziale consultare un medico il prima possibile.
Spesso il medico può diagnosticare la disidrosi semplicemente esaminando la pelle del paziente. Tuttavia, poiché i sintomi possono somigliare a quelli di altre patologie cutanee, potrebbe essere necessario effettuare ulteriori accertamenti, come ad esempio una biopsia cutanea. La biopsia consiste nella rimozione di un piccolo campione di pelle, che verrà poi analizzato al microscopio per escludere altre possibili cause delle vescicole, come:
Se il medico sospetta che la disidrosi abbia una causa allergica, potrebbe raccomandare test allergici per identificare eventuali allergeni responsabili.
Per combattere questa forma di dermatite, esistono diverse terapie, principalmente di tipo topico, volte a trattare i sintomi acuti della disidrosi. In genere, si applica una crema o un unguento sulla zona della pelle affetta. Nei casi più resistenti, potrebbe essere necessario ricorrere a farmaci orali.
Se la terapia topica con unguenti non può essere continuata, si può considerare l’inizio di una terapia fotodinamica, che si svolge in due fasi. Nella prima fase, si applica una crema che rende le cellule più sensibili alla luce. Nella seconda fase, l’area colpita viene esposta ai raggi ultravioletti, che distruggono le cellule alterate, permettendo così la rigenerazione della pelle.
La disidrosi è una condizione cronica, caratterizzata da episodi intermittenti nel tempo. Non esistono, inoltre, trattamenti definitivi: i rimedi suggeriti, infatti, sono principalmente sintomatici. Le fasi acute, se non gravi, tendono a risolversi in circa tre o quattro settimane, salvo complicazioni.
Soffrire di disidrosi può risultare parzialmente debilitante. Il prurito può infatti ostacolare lo svolgimento di alcune attività quotidiane. Inoltre, la malattia può rappresentare un problema estetico, portando, in alcuni casi, a isolamento sociale per il timore, infondato, di contagio. È importante sottolineare che, in ogni caso, la disidrosi non è una malattia contagiosa.
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