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Dipendenza affettiva, da cosa deriva e come si cura

La dipendenza affettiva è una problematica legata alle emozioni, pensieri e comportamenti all’interno delle relazioni amorose. Di per sé, la dipendenza in una relazione non è patologica, in particolare nella fase dell’innamoramento, ma il desiderio di dipendenza dovrebbe diminuire con la stabilizzazione del rapporto.

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@christopher lemercier

La fase patologica inizia quando la relazione è vissuta come condizione indispensabile e necessaria per la propria vita. L’altro diviene così importante da annullare noi stessi e questo meccanismo viene perpetuato per evitare il pensiero della rottura. È una condizione negativa, caratterizzata da assenza cronica di reciprocità nella vita affettiva, che tende a creare malessere psicologico o fisico.

I sintomi della dipendenza affettiva possono manifestarsi anche al di fuori di una relazione amorosa, per esempio nei confronti dei genitori o altri familiari, un amico o una persona d’autorità.

Sintomi della dipendenza affettiva

Chi soffre di dipendenza affettiva ha bisogno di un legame con la persona dalla quale dipende, vive costantemente col pensiero di perderla e ha bisogno di continue rassicurazioni. Solitamente ha difficoltà nel riconoscere da sola i proprio bisogni e obiettivi. In coppia tende a fare al partner richieste affettive esagerate e non sentirsi amato in maniera adeguata. Spesso questa persona rischia di aumentare le richieste fino a determinare la rottura del rapporto.

Una forma di dipendenza affettiva è la co-dipendenza, caratterizzata dalla tendenza ad investire continuamente la propria autostima nel controllo di sé e degli altri; la tendenza ad assumersi responsabilità altrui o di situazioni non controllabili, pur di soddisfare i bisogni del partner; la presenza di stati d’ansia e mancata percezione dei confini tra sé e l’altro; l’abituale coinvolgimento in relazioni con persone con disturbi di personalità, dipendenze, disturbo del controllo degli impulsi o co-dipendenti.

Cause della dipendenza

Contribuiscono molto la scarsa autostima e il bisogno di protezione, che portano a credere che la propria felicità dipenda dalla vicinanza di un’altra persona. Tuttavia, non sempre un comportamento di dipendenza affettiva indica una personalità totalmente dipendente. Bisogna capire quali siano le ragioni che sottostanno alla dipendenza e inquadrare in un profilo personale specifico.

La dipendenza affettiva deriva dall’infanzia, dai rapporti con chi si è preso cura di noi, in quanto chi diventa affettivamente dipendente probabilmente ha avuto esperienze affettive negative e tende a sopravvalutare l’altro, idealizzandolo. Spesso si tratta di genitori iperprotettivi e limitanti o, al contrario, lassivi e senza limiti, così da non permettere di costruire regole rigide al bambino.

Dinamica di coppia

La scelta del partner non è casuale, ma si tenderà a scegliere inconsapevolmente partner problematici, evitanti, anaffettivi, che confermano l’immagine negativa che il dipendente ha di sé. A volte il partner del dipendente affettivo è un soggetto problematico, dalla personalità sfuggente o irraggiungibile.

Il dipendente cerca di rendere felice il partner soddisfacendo i suoi bisogni, dedicando tutto se stesso, fino a sovraccaricare l’altro. A questo punto si sentirà in colpa e cercherà di recuperare la relazione, oppure verrà allontanato e ne cercherà un’altra.

Foto | Unsplash
@Priscilla Du Preez

Cura della dipendenza affettiva

Un percorso di terapia può aiutare innanzitutto a identificare il problema, e anche a superare le condizioni di sofferenza legate a questo stato. In terapia si mira a capire la motivazione sottostante alla dipendenza; modificare i legami di attaccamento insicuro e rielaborare le esperienze negative; sviluppare l’assertività in modo da manifestare senza timore i propri bisogni; migliorare l’autostima in se stessi.

La psicoterapia può aiutare il paziente dipendente affettivo a riconoscere le complesse trappole cognitive ed emotive che lo conducono a sofferenza e infelicità.

Blu Di Marco

Sono laureanda in Lettere moderne presso l’Università Statale di Milano. Appassionata di libri da quando ero in pancia, potrei dire di vivere in una casa di carta. Dal 2021 sono editor e autrice anche per Giovani Reporter

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