Digiuno intermittente, come funziona e cosa succede al nostro corpo

Quando siamo in digiuno il nostro corpo attiva una serie di processi biologici complessi per adattarsi alla mancanza di nutrienti. Dopo alcune ore dall’ultimo pasto, i livelli di glucosio nel sangue diminuiscono, spingendo il fegato a scomporre il glicogeno immagazzinato per produrre nuova energia

Il digiuno intermittente è più di una semplice tendenza: è una filosofia alimentare che punta a bilanciare i periodi di alimentazione con quelli di astensione, promettendo benefici che spaziano dal controllo del peso alla salute generale dell’organismo. Questa pratica è caratterizzata da numerosi approcci, adattabili a esigenze e stili di vita diversi.

Le diverse tipologie di digiuno intermittente

Il digiuno intermittente si divide principalmente in due grandi categorie: quello giornaliero e quello settimanale. Tra le pratiche più diffuse troviamo:

Dieta
Dieta | pixabay @kaboompics – Saluteweb.it
  • il metodo 16/8. È il più comune, prevede 16 ore di digiuno seguite da una finestra di 8 ore in cui concentrare i pasti principali e gli spuntini.
  • il metodo 5:2 consente di mangiare normalmente per 5 giorni a settimana, mentre nei restanti 2 l’apporto calorico viene ridotto drasticamente a 500-600 calorie.
  • il metodo Eat-Stop-Eat, che alterna 24 ore di digiuno completo a giorni di alimentazione equilibrata.
  • Alternate-day fasting, consiste nell’alternare giorni di digiuno a giorni di normale alimentazione.
  • Warrior diet, si tratta di una pratica meno convenzionale che prevede di consumare solo piccoli quantitativi di frutta e verdura durante il giorno, riservando un pasto abbondante alla sera.

Cosa succede al nostro corpo

Quando siamo in digiuno il nostro corpo attiva una serie di processi biologici complessi per adattarsi alla mancanza di nutrienti. Dopo alcune ore dall’ultimo pasto, i livelli di glucosio nel sangue diminuiscono, spingendo il fegato a scomporre il glicogeno immagazzinato per produrre nuova energia. Se il digiuno si protrae oltre le 24 ore, il corpo esaurisce le riserve di glicogeno e inizia a utilizzare proteine e aminoacidi come fonte energetica. Per proteggere i muscoli, l’organismo comincia poi a bruciare i grassi, producendo corpi chetonici che possono sostituire il glucosio come carburante. Questo stato, noto come chetosi, può avere effetti benefici come la riduzione dello stress ossidativo e l’attivazione di meccanismi di riparazione cellulare.

I benefici del digiuno intermittente

Numerosi studi indicano che il digiuno intermittente può avere un impatto positivo su diversi indicatori di salute:

  • Regolazione della glicemia: Favorisce il controllo dei livelli di zucchero nel sangue e aumenta la sensibilità all’insulina.
  • Riduzione dell’infiammazione: Aiuta a contrastare lo stress ossidativo e i processi infiammatori cronici.
  • Miglioramento cardiovascolare: Contribuisce a ridurre la pressione sanguigna, i livelli di colesterolo e la frequenza cardiaca a riposo.
  • Controllo del peso: Incentiva la perdita di massa grassa, specialmente quella viscerale, senza compromettere il metabolismo basale.
  • Protezione cerebrale: Studi preliminari suggeriscono che potrebbe aiutare a prevenire malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson.
  • Un aspetto meno noto è l’influenza del digiuno sul microbiota intestinale, la cui composizione sembra essere modulata positivamente da questa pratica, migliorando la salute generale dell’organismo.

I rischi del digiuno intermittente

Nonostante i numerosi benefici, il digiuno intermittente non è privo di rischi, soprattutto se praticato senza una guida esperta. Gli errori più comuni includono il “fai da te” e l’adozione di regimi troppo estremi, che possono portare a:

  • Mal di testa, irritabilità e difficoltà di concentrazione.
  • Disidratazione e alito cattivo.
  • Riduzione delle prestazioni fisiche e mentali.
  • Carenze nutrizionali se non si bilancia adeguatamente l’alimentazione nei periodi consentiti.
  • Inoltre, il digiuno prolungato può compromettere la salute muscolare, incluse le fibre del muscolo cardiaco, e alterare l’equilibrio ormonale.

Per evitare effetti indesiderati, è fondamentale consultare un nutrizionista, non esagerare con la frequenza: Il digiuno 16/8, ad esempio, può essere praticato inizialmente 2-3 volte a settimana, aumentando gradualmente. Nei periodi di alimentazione, è importante consumare pasti nutrienti, ricchi di proteine, verdure e grassi sani, evitando zuccheri raffinati e cibi processati.

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