Le scelte alimentari che facciamo ogni giorno, oltre a influenzare la salute del nostro organismo (essendo la prima causa di morte in Europa e nel mondo), sono strettamente interconnesse anche con l’ambiente, poiché la produzione del cibo genera più di un terzo delle emissioni di gas serra nell’atmosfera, fortemente implicate e responsabili della crisi climatica che stiamo vivendo e che si fa sempre più forte. Esiste una dieta sana e adatta ad aiutare il nostro pianeta? La risposta, per fortuna, è sì, vediamo di cosa si tratta!
Le prove portate negli anni dagli studiosi, che hanno trovato sempre più riscontri negli ultimi tempi, mostrano il potenziale nocivo, per la salute nostra e del nostro pianeta, di alcune scelte alimentari. Per questo motivo è di primaria importanza trovare diete sane che possano aiutare a combattere anche le emissioni di gas serra.
Al XLIII Congresso Nazionale della SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana), è stata presentata una dieta che promette di aumentare la prevenzione del rischio cardiovascolare, ma soprattutto che risulta essere in grado di ridurre del 48.6% le emissioni di gas serra, legate agli attuali consumi europei.
La ricerca, sviluppata dall’Unità di Ricerca su Nutrizione, Diabete e Metabolismo dell’Università Federico II di Napoli, con la collaborazione di ricercatrici indipendenti e di altre afferenti al Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici e al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, ha ricevuto il Premio Barba, come migliore ricerca scientifica condotta nel campo della nutrizione umana da un ricercatore iscritto alla SINU di età inferiore ai 35 anni.
Grazie ai dati che mostrano l’associazione tra consumo di specifiche quantità dei diversi alimenti e il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, è stato definito un modello alimentare basato sulle frequenze e le quantità di consumo ottimali di ciascun alimento per la prevenzione cardiovascolare. Questo piano alimentare settimanale è stato poi messo a confronto con la dieta abituale della popolazione europea, stimata dalle quantità di alimenti disponibili per il consumo nel triennio 2014-2018 (dati FAO), ed è stata, quindi, valutata l’adeguatezza nutrizionale e l’impatto sul clima in termini di emissioni di gas serra dei due modelli alimentari.
Ma come funziona questo piano alimentare così innovativo? I risultati dei vari test effettuati hanno mostrato che la dieta perfetta per la prevenzione cardiovascolare non prevede l’esclusione di alcun alimento, ma li assortisce tutti nelle frequenze e nelle quantità appropriate, secondo i dati disponibili in letteratura (vegetali freschi, cereali integrali e yogurt ogni giorno, legumi e pesce fino a 4 volte a settimana, uova, formaggi e carni bianche non più di 3 volte a settimana, carni rosse, cereali ad alto indice glicemico o patate non più di una volta a settimana, carni processate occasionalmente).
Rispetto alla dieta tipica degli europei, quella considerata migliore per la prevenzione cardiovascolare include un maggior consumo di frutta e verdura, cereali integrali, cereali raffinati a basso indice glicemico come la pasta, frutta secca a guscio, legumi e pesce, a scapito di carne bovina, burro, cereali ad alto indice glicemico, patate e zucchero.
Questo modello alimentare è in grado di assicurare l’assunzione di tutti i macro e micro nutrienti nelle quantità raccomandate dall’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) e di migliorare il profilo nutrizionale della dieta attuale della popolazione europea.
Infine, lo studio ha dimostrato un altro importante fattore, ovvero che la dieta sviluppata per l’ottimizzazione del rischio cardiovascolare è anche in grado di ridurre del 48.6% le emissioni di gas serra legate agli attuali consumi europei.
Si tratta, dunque, di uno strumento pratico, adatto alla popolazione adulta sana, che potrebbe non solo contribuire alla prevenzione delle malattie cardiovascolari, ma anche ridurre con effetto immediato l’impatto sul clima delle scelte alimentari di ciascun individuo.
Per inquinare meno il nostro pianeta, inoltre, è necessario seguire alcune regole:
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