Circa il 7% degli italiani riferisce sintomi depressivi e percepisce come compromesso il proprio benessere psicologico. E’ quanto emerge dai dati della sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) relativi al 2020-2021. L’indagine, rivolta agli adulti, ha preso in esame una media di quasi 15 giorni nel mese precedente l’intervista.
Secondo lo stesso report, solo il 61% degli intervistati che riferiscono sintomi depressivi ricorrono all’aiuto di qualcuno, rivolgendosi soprattutto a medici e operatori sanitari. Solo una minoranza, secondo i dati dell’Associazione per la Ricerca sulla Depressione, ricorre allo specialista di competenza, cioè lo psichiatra. Resiste infatti la presenza di pregiudizi verso questa figura professionale, che viene associata alla cura dei “matti”. Una concezione radicata che impedisce alla persona che presenta sintomi depressivi anche solo di acquisire informazioni da familiari e amici o presso il medico curante.
Altro pregiudizio molto diffuso è ritenere che sia sufficiente uno sforzo di volontà per superare il disturbo depressivo. Questo modo di pensare può essere molto dannoso per l’interessato perché alimenta i suoi sensi di colpa.
Sebbene, come per altri disturbi psichiatrici, non ci sia ancora una letteratura sufficientemente robusta e condivisa sulle cause dei disturbi depressivi, sono stati individuati alcuni fattori di rischio. Tra questi la predisposizione familiare: i fattori genetici contribuiscono alla depressione in circa la metà delle persone che ne sono affette. In particolare la malattia è più comune tra i parenti di primo grado di soggetti depressi.
Le donne hanno più probabilità di soffrire di depressione rispetto agli uomini, anche per via delle variazioni nei livelli ormonali soprattutto nel corso della gravidanza e dopo il parto.
La depressione può essere associata o causata da diverse patologie e fattori fisici, tra cui le alterazioni nella funzionalità tiroidea (abbastanza comune tra le donne) che compromettono i livelli ormonali. In altri casi la depressione può essere una conseguenza indiretta, ad esempio in presenza di dolori cronici e di malattie invalidanti.
Può anche essere causata dall’uso di alcuni farmaci in prescrizione, ad esempio i beta-bloccanti. Infine, eventi emotivamente stressanti, soprattutto se implicano una perdita, possono essere un fattore scatenante nei soggetti predisposti.
La depressione è caratterizzata da una serie di sintomi che possono variare notevolmente a seconda dei casi. Sembra essere una costante l’abbassamento del tono dell’umore, che rimane basso nonostante la presenza di fattori esterni favorevoli. Nelle fasi acute, il disturbo dell’umore si manifesta con profonda tristezza, perdita di interesse per le normali attività, incapacità di provare gioia e piacere, anaffettività, senso di noia continuo e distacco. Anche ciò che sembrava semplice al depresso appare irrisolvibile e insormontabile.
Un altro sintomo frequente è il rallentamento psicomotorio, ovvero una riduzione dei movimenti spontanei ma anche un irrigidimento della mimica che può tradursi in un aspetto inespressivo. Il rallentamento si esprime anche sul piano delle idee, con una sensazione di lentezza e di vuoto mentale. Il depresso è afflitto da un profondo senso di debolezza fisica che può arrivare ad ostacolare lo svolgimento di ogni attività. Tutto ciò porta il depresso all’autosvalutazione e a una sensazione di inadeguatezza, spesso con sentimenti di colpa, ma anche a difficoltà di concentrazione e a uno stato di indecisione.
Sono frequenti anche la riduzione della libido e dell’appetito, così come i disturbi del sonno. Questi ultimi possono presentarsi sia come insonnia (difficoltà ad addormentarsi e ripetuti risvegli notturni) che come ipersonnia (aumento delle ore di sonno). Altri sintomi che possono manifestarsi sono l’aumento o la perdita ingiustificata di peso. Il pensiero del suicidio è uno dei sintomi più gravi della depressione. Il 15% dei depressi non trattati si toglie la vita.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito dei precisi criteri per diagnosticare una depressione maggiore ( o episodio depressivo maggiore). Prendendo in considerazione un periodo di due settimane consecutive, devono essere presenti quasi ogni giorno almeno tre dei seguenti sintomi, accompagnati da umore depresso per la maggior parte del giorno o da perdita di interesse o piacere per tutte o quasi le attività che prima interessavano:
– Significativo aumento o perdita di peso (oltre il 5%) oppure diminuzione o aumento dell’appetito
– Insonnia o ipersonnia
– Agitazione o rallentamento psicomotorio (osservati da altre persone)
– Astenia o perdita di energia
– Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati
– Diminuita capacità di pensare o concentrarsi o indecisione
– Pensieri ricorrenti di morte, un piano o un tentativo di suicidio
Una lieve depressione può essere trattata con supporto generico e psicoterapia. La depressione da moderata a grave viene trattata con farmaci, psicoterapia o entrambi e talvolta terapia elettroconvulsivante. Alcuni pazienti richiedono una combinazione di farmaci. Il miglioramento può non essere evidente fino a che siano trascorse da 1 a 4 settimane di trattamento farmacologico. Nella fase acuta l’assunzione di farmaci è finalizzata alla risoluzione dei sintomi, indipendentemente dalle cause che li hanno determinati. Nella fase successiva, quando cioè i sintomi non sono più presenti, è necessario utilizzare strumenti terapeutici mirati alla cura delle cause del disturbo depressivo.
In questo articolo andiamo a scoprire tutte le proprietà del cachi, un frutto che ha…
Tra le infiammazioni più dure che colpiscono l’area dei polmoni troviamo, senza dubbio, la bronchite.…
La salute mentale è un tema sempre più affrontato, anche e soprattutto tra i giovani.…
Il problema dell’infertilità negli uomini è in continuo aumento e sempre più preoccupante: ecco cosa…
La vitamina D è fondamentale per il corretto funzionamento del nostro organismo, ma quali dovrebbero…
Scopri le differenze tra latte vaccino e bevande vegetali, i benefici, i rischi di carenze…