Per preservare una buona salute del cuore è fondamentale adottare uno stile di vita sano e sottoporsi regolarmente a visite cardiologiche, secondo le indicazioni del proprio medico che tengono conto di età, sesso ed eventuali fattori di rischio. Gli esperti consigliano, soprattutto dopo i 40 anni, di effettuare una visita di controllo ogni 5 anni. Ma quando è opportuno fare una visita cardiologica e quali sono i campanelli di allarme che potrebbero suggerire la necessità di fare riferimento allo specialista? Alcuni consigli in merito arrivano dal dottor Alessandro Sticchi, cardiologo presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano e presso gli ambulatori Humanitas Medical Care.
Dal dolore al petto alle palpitazioni
In un approfondimento pubblicato sul portale Humanitas, lo specialista ha elencato alcuni dei sintomi che potrebbero richiedere una visita dal cardiologo. Tra questi rientra il dolore al petto, la manifestazione più comune di un problema cardiaco. “Può presentarsi a riposo o nel corso di uno sforzo fisico e, con caratteristiche molto diverse da persona a persona, dal più comune senso di oppressione ad altre forme, può essere dovuto malattia ostruttiva delle coronarie“, ha sottolineato. Da non sottovalutare è anche la dispnea, o mancanza di fiato, che può essere associata a disturbi di varia natura, da quelli cardiaci, spesso in associazione a sforzi e/o a palpitazioni, o a quelli pneumologici, metabolici, neurologici o anche di natura psicologica, come stati di ansia e panico. Tra i campanelli di allarme anche le palpitazioni. Può capitare di sentire “il cosiddetto “tonfo al cuore”, quella sensazione “come se saltasse un battito” che spesso può indicare la presenza di extrasistole. Alcune volte può capitare di avvertire un battito cardiaco particolarmente forte. Ci troviamo di fronte a quelle che chiamiamo palpitazioni e che possono associarsi a situazioni nei limiti della normalità o essere la spia di un problema più severo. In caso di palpitazioni, dunque, è opportuno chiedere un consulto cardiologico, utile a distinguere tra forme di extrasistolia, tachicardia sinusale, ventricolare o ad altre aritmie, che possono essere associate a sforzi fisici, stress psicologici, febbre o altri disturbi. La forma ventricolare, menzionata in precedenza, può avere conseguenze fatali e deve quindi essere trattata tempestivamente“, ha sottolineato Sticchi.
Altri campanelli di allarme
Tra i sintomi che meriterebbero un controllo dal cardiologo, l’esperto indica anche la sincope che comporta una perdita di conoscenza, ovvero come più comunemente detto “uno svenimento”, improvviso e apparentemente immotivato. Altri sintomi da non sottovalutare sono la sudorazione eccessiva, il mal di stomaco, le vertigini, una sensazione di malessere generale e l’affaticamento.